Convento di San Francesco a Cetona

Luogo: Strada di San Francesco

Comune: Cetona 

Denominazione: Convento del Monte Pessolano 

Data/periodo: Inizi XIII secolo-fine XX secolo 

Descrizione: Fondato secondo la tradizione da San Francesco dAssisi, il Convento a subito nei secoli ampliamenti e rimaneggiamenti. Il Waddingo, antico storico, nei suoi annali riporta  Seraphicus Pater venit  Scytonium non longe a Clausio anno 1212, attribuendo la fondazione del monastero, in quellanno, ad opera dello stesso San Francesco che lo lasciò in cura al fedele Beato Egidio. Da quanto si evince ancora dalla suddetta cronaca, inizialmente sorsero semplici ripari di frasche, poi i cetonesi vollero che i religiosi avessero un luogo più degno dove riposare e quindi fu edificata una chiesetta ed un piccolo convento costituito da otto celle.  

La struttura è sovrastata da un pianoro conosciuto come Salto del diavolo, legato alla leggenda francescana nella quale si narra che, un giorno, mentre San Francesco stava pregando in quel luogo, gli si presentò il diavolo per tentarlo. Il Santo allora, per allontanarlo, si alzò ed a braccia aperte gli andò incontro; fu così che il demonio, camminando a ritroso, non si accorse che alle sue spalle cera il dirupo e quindi vi precipitò. 

Tornando al fabbricato, sappiamo che della chiesetta e del convento adiacente, fondati da San Francesco, restano alcune tracce (piccole finestrelle) nelle mura della parete dingresso della pieve e nellodierno refettorio.  

Di epoca medievale, sebbene più tarda, risulta essere anche lattuale Chiesa con i suoi elementi gotici, alla quale si accede tramite un chiostro lastricato, con colonnette a mattoni e capitelli in pietra lavorata, di fattura cinquecentesca. Il portale daccesso è sicuramente riferibile a quel periodo poiché sullarchitrave è presente liscrizione DOM. PORTA A GETTUMULU PER FRANCISCE DIENOMEDES – VISITA 1505. 

La Pieve, esternamente realizzata con conci di travertino squadrati, strutturalmente si presenta ad una sola navata, con un grande arco che divide il presbiterio, con tetto a capriate lignee e con monofore recanti archi a tutto tondo, sempre in pietra. Nellabside, dietro laltare, si trova una bifora ad arco acuto riaperta insieme alle monofore grazie ad una campagna di restauri realizzata nella seconda metà del XX secolo. A seguito di essi vennero inoltre alla luce alcune porzioni delle decorazioni trecentesche presenti sui lati in cui si trovavano le aperture; si tratta di alcuni frammenti di figure affrescate di chiara appartenenza alla pittura senese del Trecento.  

La data 1367, che compare sulla campana del campanile a vela e che dovrebbe indicare con precisione la fine dei lavori di costruzione del fabbricato, ci dà conferma circa la periodizzazione architettonica della struttura originaria e contestualmente su quella del ciclo pittorico, sebbene siano evidenti i rifacimenti cinquecenteschi. 

Sul lato sinistro del chiostro, dopo lapertura che immette nel vasto e curatissimo bosco, si trova la minuscola e antica Cappella del Beato Egidio.  

Il convento, che risulta un accavallarsi di costruzioni riferibili a più epoche, fu soppresso nel periodo napoleonico e ampiamente restaurato, mentre oggi ospita la Comunità “Mondo X, per il recupero dei tossicodipendenti. Al suo interno si conservano due pregevolissime tavole, una Madonna del Soccorso, su fondo oro, attribuita a Sano di Pietro ed una Madonna del cardellino, che costituiva la parte centrale di un trittico, oggi assegnata a Girolamo di Benvenuto, entrambe in precedenza esposte nel Museo della Cattedrale di Chiusi. Sono inoltre presenti una piccola terracotta invetriata, con soggetto unAnnunciazione, attribuita alla Bottega di Andra della Robbia, un Crocefisso ligneo di fattura cinquecentesca e tracce di affreschi riferibili al XV secolo. 

Bibliografia:  

Cinelli M., Cetona un viaggio nel tempo itinerari turistici tra storia, arte e natura, Città di Castello, Litogrf, 1999, pp. 37-38 

Corticelli C., Notizie e documenti sulla storia di Cetona, Firenze, Società per le industrie grafiche  Spinelli & C., 1926, pp. 157-159

Grassini P., Cetona e il suo ambiente, Roma, Laziografik, 1986, pp. 71-74 

Martini L., Chiusi Cristiana – I tesori di Chiusi, Chiusi, Edizioni Luì, 1997, p. 170 

Note: Sano di Pietro: (Siena1405-1481) è stato un pittore e miniatore italiano del primo Rinascimento a Siena, la cui formazione sembra essere avvenuta presso il Sassetta e Giovanni di Paolo, sebbene si abbia ad oggi difficoltà ad individuare il tratto autografo nel periodo iniziale della produzione fino al 1443, ovvero quando risulta un pagamento, a suo carico, per la realizzazione della figura di Federico Barbarossa, nella Sala della Balia allinterno del Palazzo Pubblico di Siena. Successivamente, invece, troveremo molte opere firmate e datate nella prolifica opera pittorica di Sano. Da un punto di vista stilistico, rimasto sempre agganciato agli stilemi del primo quattrocento, dopo il 1450 si dedicherà anche alla miniatura, in cui meglio esprimerà la sua vena narrativa e descrittiva. Negli ultimi decenni della vita, il ductus pittorico dellartista, perderà gli ottimi livelli qualitativi raggiunti, scivolando spesso in uningenua, e talvolta esteriore, religiosità. 

Girolamo di Benvenuto: (Siena, 1470-1524) Figlio di Benvenuto di Giovanni, si formò nell’avviata bottega del padre, mantenendosi nello stile della tradizione senese. Si specializzò nei soggetti religiosi e nella produzione di oggetti per le abitazioni private, come i cassoni. 

La Madonna del cardellino del Convento di San Francesco, venne erroneamente attribuita alla mano del padre, Benvenuto di Giovanni, fino al 1970, anno in cui fu allestita la Mostra dArte della Val di Chiana, a Cortona. 

 Autore scheda: Silvia Reali 

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