La processione del Venerdi Santo a Buonconvento
Luogo: Centro storico di Buonconvento
Comune: Buonconvento
Denominazione: Processione del Gesù morto (fino al 1820 Processione del terremoto)
Data/periodo: La processione, istituita dopo una forte scossa di terremoto a Buonconvento, si svolge ogni venerdì santo dal 1726
Descrizione: I riti legati al ciclo dell’anno si possono interpretare come tentativi di addomesticamento del tempo. Tra questi, i riti pasquali si configurano come particolari drammatizzazioni del ciclo vita-morte-risurrezione.
A Buonconvento, la processione solenne del venerdì santo, conosciuta fino al 1820 come “processione del terremoto”, si svolge dal 1726, anno in cui fu istituita per volontà del popolo e delle due compagnie laicali all’epoca presenti (la Compagnia di San Pietro e la Compagnia di San Sebastiano) come forma di ringraziamento per lo scampato pericolo del paese nel terremoto registrato proprio il venerdì santo dello stesso anno. Forma di riconciliazione con Dio e con la città, la processione a Buonconvento perde probabilmente il suo portato di memoria sismica quando nel 1820 gli abitanti introducono nel corteo la statua del Gesù morto, rinominando la processione stessa “processione del Gesù morto”.
Attualmente il percorso della processione parte dalla chiesa parrocchiale e percorre il centro storico per tornare nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Gli elementi principali della processione figurata rimangono tuttora:
– la statua del Gesù morto, portata dai confratelli della Misericordia vestiti con la tradizionale buffa nera, che sorreggono anche il “crocione”, ovvero la grande Croce;
– la reliquia della Croce, portata dal sacerdote;
– la statua della Madonna Addolorata sorretta da donne solitamente sposate e ultraquarantenni, in abito e velo nero.
La processione si apre alle 21 con il “Silenzio a cavallo”, un soldato a cavallo che impone il silenzio drammatico, seguito dalla grande Croce e dal coro delle ragazze che intonano i canti della Passione; seguono i centurioni a cavallo, i soldati a piedi con lance e scudi, Gesù e i due ladroni e il popolo che in Piazza Matteotti, dove fino alla Seconda Guerra mondiale sorgeva Porta Romana, partecipa davanti a Ponzio Pilato alla rappresentazione della condanna a morte di Gesù.
Ripresa la processione, la Veronica e le tre Marie si staccano dal popolo per seguire il Gesù; i tamburi della banda e i cori scandiscono l’andatura e le altre tappe della rappresentazione, alcune particolarmente intense come le cadute di Gesù sotto il peso della Croce, introdotte nel 1978: Gesù sofferente si accascia al suolo, la corale intona un canto, la Veronica avanza verso di lui e amorevolmente gli asciuga il volto con il panno, Gesù si rialza e si prosegue fino al rientro in chiesa (cfr. Meocci, p. 57).
Bibliografia:
Bravo G. L., Italiani. Racconto etnografico, Roma, Meltemi, 2001
Castelli V., Ricordarsi del terremoto. Tracce senesi di una ‘memoria’ sismica collettiva, in “Bullettino senese di Storia Patria”, CXVI, Accademia degli Intronati, Siena, 2009, pp. 316-348
Falassi A., Feste e ciclo dell’anno: Toscana, in Falassi A. (a cura di), La Festa, Milano, Electa, 1988, pp. 104-117
Meocci A., Ciclo dell’anno in Buonconvento e nel suo territorio: tradizioni e celebrazioni, tesi di laurea in “Mediazione linguistica e culturale”, relatore A. Falassi, Università per Stranieri di Siena, a.a. 2006-2007
Autore scheda: Fabio Carnelli
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