Sito archeologico di Pugiano – San Gimignano

Luogo: Pugiano

Comune: San Gimignano

Data/periodo: Prima metà – fine VI secolo a.C.

Descrizione: Il sito di Pugiano si trova all’estremità sud – occidentale del comune di San Gimignano, oggi in un’area quasi al confine con il distretto amministrativo di Colle di Val d’Elsa; nell’antichità era posta lungo una direttrice di percorrenza interna che portava a Volterra.

Lo scavo, realizzato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, in collaborazione con l’Università degli Studi di Siena e l’Università “La Sapienza” di Roma e protrattosi non senza interruzioni tra il 1996 ed il 2007, ha messo in evidenza uno spazio frequentato tra la prima metà e l’ultimo quarto del VI sec. a.C.: sono state riconosciute due fasi distinte, tra loro molto ravvicinate, la cui lettura è fortemente condizionata dai lavori agricoli e dalle opere di canalizzazione moderne realizzate per regimentare le acque meteoriche.

Nella più antica di queste, lo spazio occupato è delimitato a N/E – S/W da due strutture parallele di una lunghezza superiore ai quaranta metri, realizzate con grandi pietre di arenaria commesse ad argilla, mentre a N l’area risulta chiusa da una massicciata e da due pilastri quadrangolari; internamente l’area compresa doveva essere aperta, configurandosi quindi come una specie di temenos.

Della fase più recente si sono conservati solo alcuni lacerti di muri di minori dimensioni, tra loro paralleli, ma divergenti rispetto al vecchio impianto.

Al momento dell’abbandono, verosimilmente nell’ultimo quarto del VI sec. a.C. il materiale ceramico, in gran parte integro, venne ritualmente alienato alla comunità, seppellendolo in sette grandi fosse all’interno dello ‘spazio delimitato e separato’.

In attesa che lo studio complessivo della stratificazione e dei materiali recuperati possa fornire maggiori indicazioni in merito alla natura e alla cronologia dell’impianto, possiamo registrare, accanto a classi vascolari piuttosto comuni nel panorama dell’arcaismo volterrano, l’interessantissima frequenza di ceramica etrusco-corinzia decorata a fasce, sia in forme aperte (piattelli), sia in forme chiuse (oinochoai), riferibili all’ambito della mensa o delle offerte alimentari.

Ma, forse, ancora più significativa è la presenza di materiale di importazione dalla Grecia continentale: ad ambiente laconico è da attribuire infatti un aryballos databile attorno al 575-570 a.C., mentre ad ambiente attico sono da riferire i frammenti di kylikes a figure nere databili tra il 550 ed il 520 a.C.

Difficile stabilire le cause che hanno portato alla soluzione di questa unità insediativa nel corso dell’ultimo quarto del VI sec. a.C., caratterizzata anche da strutture produttive, come una fornace da ceramica.

Se è verosimile che si tratti di un’area sacra, forse legata al culto delle acque o alla posizione ‘di frontiera’, più complesso è stabilirne la natura.

Difficilmente un’area sacra svolge una funzione di aggregazione religiosa e sociopolitica per un periodo così limitato nel tempo, soprattutto in virtù dell’aspetto conservativo del sacro. È probabile quindi che si tratti di una piccola area sacra, nata in ambito privato, chiara evidenza di quella spinta al particolarismo legato al prestigio delle singole famiglie, che solo un istituto fortemente politico, come la città, può indebolire.

Pugiano, collegato probabilmente ad un anactoron di tipo aristocratico, testimonierebbe quindi la progressiva acquisizione di potere sul territorio da parte di Volterra, con la progressiva messa in silenzio dei piccoli potentati locali, in un periodo, gli ultimi anni del VI sec. a.C., in cui questo fenomeno è evidente non solo in Etruria, ma anche a Roma.

Bibliografia:

Acconcia V., Paesaggi etruschi in terra di Siena. L’agro fra Volterra e Chiusi dall’età del Ferro all’età romana, Oxford, Archaeopress, 2012, p. 22

Baldini G., San Gimignano. Museo Archeologico, in Paolucci G. (a cura di), In viaggio con i grandi archeologi. Sulle tracce degli Etruschi nelle terre di Siena, Milano, Silvana editrice, 2010, pp. 18-22

Baldini G., Note sul popolamento di età etrusca in Valdelsa: la ‘facies’ arcaica, in Schörner G. (a cura di), Leben auf dem Lande. ‘Il Monte’ bei San Gimignano: Ein römischer Fundplatz und sein Kontext, Internationales Kolloquium (Jena, 19. – 21. Juni 2009), Wien, Phoibos Verlag, 2013, pp. 145-177

Bruni, S., Una coppa laconica da Populonia, in “Rassegna di Archeologia” 21/B, 2004-2005, pp. 97-102

Cianferoni G.C., L’alta Valdelsa in età orientalizzante e arcaica, in Manganelli M., Pacchiani E. (a cura di), Città e territorio in Etruria. Per una definizione di città nell’Etruria Settentrionale, Atti delle Giornate di Studio (Colle di Val d’Elsa, 12-13 marzo 1999), Colle di Val d’Elsa, Gruppo Archeoplogico Colligiano, 2002, pp. 83-126 (in particolare pp. 123-124)

Cianferoni G.C., Bandinelli, Bianchi Bandinelli. Topografia della Valdelsa e dei dintorni di Siena, in Barbanera M. (a cura di), L’occhio dell’archeologo. Ranuccio Bianchi Bandinelli nella Siena del primo ‘900, Milano, Silvana editrice, 2009, pp. 68-79

Fonti:

Archivio Storico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, Firenze

Note: Il sito è oggi ricoperto di terra e non visitabile. I materiali recuperati nelle campagne di scavo (per la maggio parte inediti) sono in deposito presso il magazzino del Museo Archeologico di San Gimignano. Un nucleo significativo di materiali è esposto nella sala 2 del Museo Archeologico di San Gimignano.

Autore Scheda: Giacomo Baldini

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