Storia di San Gimignano

Luogo: San Gimignano

Comune: San Gimignano

Data/periodo: Dalla prima metà VII secolo a.C.

Descrizione: Le prime testimonianze di occupazione dell’acrocoro dove sorgerà San Gimignano risalgono alla metà del VII secolo a.C.: sulla Rocca di Montestaffoli e lungo le sue pendici sono stati segnalati ritrovamenti riferibili ad un abitato, che perdurerà fino alla piena età romana.

Del resto non mancano neppure tracce di strutture sepolcrali: nel 1501 fu rinvenuta, all’interno del Convento dei Domenicani (oggi complesso dell’Ex Carcere), una tomba gentilizia a camera ipogea ed ancora oggi, passeggiando per via S. Matteo, davanti al Palazzo Pesciolini, si può leggere la targa che segnala la presenza di una tomba a  camera di età ellenistica scavata negli anni trenta del XX secolo.

Ma è con l’alto medioevo che San Gimignano acquista un ruolo fondamentale grazie alla posizione: infatti la presenza di gastaldi longobardi in Italia e la concomitante fatiscenza del tessuto stradale romano di fondovalle concorsero al recupero di tracciati stradali precedenti, lungo i crinali, come quello percorso nel 990 da Sigerico Arcivescovo di Canterbury. Tra gli altri luoghi è ricordato anche San Gimignano.

Tuttavia la prima notizia di un abitato distinto dal Castrum episcopi (sede di un palazzo con canova, sorto sul Poggio della Torre, oggi nell’area dell’Ex Carcere, già complesso del San Domenico) è del 929; passati venti anni (949) sappiamo che il complesso è un burgo, ovvero di un insediamento non fortificato.

Bisogna attendere la fine del X secolo (998) perché sia attestato un castellum (il c.d. primo circuito di mura è degli inizi del XII secolo), che, in pochi anni, si dota anche di una organizzazione politico-amministrativa, all’inizio in linea con la politica e la volontà del vescovo di Volterra, ma dalla fine del XII secolo del tutto indipendente: se nel 1147 sono attestati per la prima volta consoli della Comunità, è del 1199 la nomina del primo podestà del Comune, Maghinardo dei Malavolti.

Tra la prima metà del XII e la metà del secolo successivo si può collocare anche il fiorire delle strutture che, da sempre, simboleggiano San Gimignano, ovvero le torri. Nate come simbolo del potere delle grandi famiglie, hanno subito nel tempo modifiche strutturali importanti, che in molti casi ne hanno mutato l’aspetto: legate alla fortuna dei clan familiari, molte sono state abbattute o cedute seguendo la sorte dei proprietari.

Il Duecento fu un periodo di grande vivacità per la nuova Comunità: dopo il progressivo affrancamento dal vescovo di Volterra e l’espansione verso i castelli vicini (su cui il presule non poteva più esercitare potere), si assiste ad una crescita demografica spaventosa, che obbliga il Castrum Novum a dotarsi di un nuovo circuito murario (terminato verosimilmente attorno al 1235). Nobili inurbati e borghesi abitano all’interno delle mura, costringendo la Comunità a dotarsi di strutture politiche che offrano spazi di partecipazione per tutti. Ma sono anche gli anni di Federico II Barbarossa, convinto propugnatore della necessità di riportare i comuni nell’alveo dell’impero: situazione che portò San Gimignano ad avvicinarsi a Firenze.

La seconda metà del XIII, iniziata con la morte di Federico II (13 dicembre 1250) è contraddistinta dagli scontri tra guelfi (fiorentini, vicini al papa) e ghibellini (senesi, vicini all’impero), che si pacificheranno solo all’inizio del XIV secolo.

I decenni compresi tra ultimi anni del XIII ed il 1348 possono essere considerati il periodo d’oro per San Gimignano: lo sviluppo dei commerci portò una notevole ricchezza economica, testimoniata nel tessuto urbano, nell’architettura e nelle arti: in quegli anni furono costruiti il Palazzo del Podestà (1269), la cisterna di piazza (1273) e, nel 1298, venne terminato il Palazzo Comunale, accanto al quale, tra il 1300 ed il 1308, fu costruita la Turris Communis (ovvero l’odierna Torre Grossa): proprio nella Sala del Consiglio, l’8 maggio 1299, venne ricevuto Dante Alighieri come ambasciatore della causa guelfa.

La metà del XIV secolo segnò nettamente la storia della Comunità: infatti la peste del 1348 dimezzò la popolazione, lasciando molte abitazioni disabitate ed i disordini interni tra Salvucci ed Ardinghelli favorirono l’atto di sottomissione a Firenze (11 agosto 1353).

Gli anni fiorentini sono contraddittori: infatti se si caratterizzano per la crisi economico-sociale, si distinguono anche per una notevole vivacità culturale, come dimostrano gli intellettuali presenti o le commissioni artistiche: basi ricordare, nella seconda metà del XV secolo, il cantiere per la realizzazione della cappella di santa Fina, che vide impegnati artisti ed architetti fiorentini di prim’ordine.

La metà del Cinquecento sembra far rinascere la Comunità: infatti la posizione di frontiera in posizione antisenese portò nuova linfa al centro. Vennero aperti nuovi cantieri, tra cui quello dell’Antiporto Mediceo, per ospitare il quale fu demolito il Convento di San Francesco.

Ma Siena capitolò solo dopo due anni: San Gimignano perse di importanza, venne smilitarizzata e si assisté ad un lento ma inesorabile declino: l’economia oramai è solo di tipo agricolo.

La peste del 1630-1631 fu inesorabile: decimò la popolazione, lasciando in vita un piccolo nucleo di 3200 anime.

Solo alla fine del XVIII secolo gli abitanti tornarono ai livelli del 1622: l’economia, esclusivamente agricola, non permise al centro di risorgere ai vecchi fasti; nel 1782 San Gimignano passò alla Diocesi di Colle di Val d’Elsa.

La fine del Settecento sembrò liberare energie nuove, ma la caduta di Napoleone fece piombare nuovamente la città nel torpore provinciale che la ottenebrava da secoli.

L’aspetto di San Gimignano come la conosciamo oggi affonda le radici nella seconda metà dell’Ottocento, quando, spazzate via le dure critiche illuministe ai ‘secoli bui’ del medioevo e l’ésprit classicheggiante del gran tour, si impongono visioni romantiche che trovano proprio nei paesaggi e nelle architetture medievali l’origine più profonda della nostra cultura.

In questi anni si riscopre il volto medievale di San Gimignano, togliendo e asportando tutte le stratificazioni storiche che hanno segnato la storia del centro, conferendo quell’immagine di sogno del medioevo che, oggi, tutti ricercano.

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Autore Scheda: Giacomo Baldini

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