Diomede Leoni

Luogo: San Quirico d’Orcia

Comune: San Quirico d’Orcia

Settore di riferimento: Architettura

Descrizione: Diomede Leoni  era un uomo di umili origini ma dalla mente brillante che  grazie all’ambizione e alla cultura è riuscito ad emergere al di là della sua classe sociale. Figlio illegittimo del notaio Cristofaro Francesco Del Fuoco nasce a San Quirico nel 1514. Personaggio storico testimone della storia italiana e toscana del cinquecento, lavora e studia presso il vescovo Piccolomini di Pienza che successivamente  gli trova un impiego presso il vaticano. Nel 1522 ottiene in usufrutto dal padre un pezzo di terra a San Quirico d’Orcia che corrisponde ad una porzione degli Horti Leonini.

Nel 1550 durante la guerra fra Siena e Firenze la Val d’Orcia e duramente messa alla prova ma Leoni si trova a Parigi molto lontano dai problemi della sua terra. Con la fine delle ostilità nel 1559  il periodo delle invasioni in Val d’Orcia può considerarsi concluso ma purtroppo San Quirico ha subito sostanziosi danni. La Torre del Cassero e le mura fortificate sono  particolarmente rovinate e Leoni rientrato a San Quirico in quel periodo inizia a restaurare quello che si  trova nella sua proprietà e acquista delle particelle di terreno confinanti sognando il suo giardino.

Nonostante il legame con il paese natale Leoni trascorre la maggior parte della sua vita matura  a Roma impiegato presso la corte del cardinale Luigi Cornaro. Alla fine degli anni cinquanta del cinquecento viene incaricato di procurare opere d’arte e oggetti antichi al Cardinale e inizia a lavorare anche per i Medici e altre famiglie nobili. Vivendo a Roma si avvicina molto agli ambienti del Vaticano e nel 1560 assiste al cantiere della Basilica di San Pietro  sotto la direzione  di Michelangelo. Le lettere di Leoni raccontano di come lui facesse parte del mondo artistico del tempo e dei suoi rapporti di amicizia con importanti artisti e architetti del Vaticano. In questo periodo  inizia a maturare l’idea della costruzione di un giardino nella sua proprietà di San Quirico d’Orcia ma non disponendo di risorse finanziarie sufficienti per costruire anche  una villa sceglie di realizzare un giardino aperto a tutti.

Quando nel febbraio 1564 Michelangelo, senza portare a termine la costruzione della Basilica di San Pietro, si trova ormai in fin di vita,  si riuniscono intorno a lui i sui migliori amici: Daniele da Volterra, Tomaso Del Cavaliere e Diomede Leoni. Un anno dopo la morte di Michelangelo, Leoni torna a San Quirico per un soggiorno particolarmente lungo e probabilmente nel periodo 1567-1568 inizia a costruire i suoi Horti. Diomede Leoni non fu il progettista del suo giardino ma ebbe bisogno della mano di un artista particolarmente abile. La forma triangolare insolita del luogo presentava un problema geometrico che richiedeva una soluzione originale adatta al luogo e chi lo progettò trovò la soluzione migliore per una relazione equilibrata tra geometria e spazio.

Vista la stretta amicizia fra Leoni e Michelangelo in quel periodo è lecito chiedersi quanto Michelangelo possa aver partecipato al progetto. La frequentazione con Michelangelo in quel periodo fu assidua poiché Leoni aiutava il maestro a scrivere lettere, contratti e a tenere  rapporti con il Vaticano. In cambio del suo aiuto Michelangelo potrebbe aver disegnato un primo abbozzo del giardino poiché era  un artista generoso con gli amici e non era insolito a questi gesti.

Fra i capolavori di Michelangelo la Piazza del Campidoglio e quella che più assomiglia agli Horti Leonini, i due luoghi hanno molto in comune: le mura confinanti degli spazzi centrali che aprono verso il paesaggio in fondo  e l’ovale del Campidoglio con l’ovale/esagono degli Horti Leonini hanno quasi le stesse misure e tutti questi elementi rendono probabile la progettazione michelangiolesca del giardino di Diomede Leoni.

Nel 1577 all’età di 63 anni Leoni affigge una targa sulla facciata della piccola chiesa di Santa Maria :  “Diomede Leoni ritenendo che il pensiero della morte sia utilissimo per concludere meglio la vita pose questa lapide a se stesso da vivo all’età di 63 anni nel 1577. Visse ancora anni….mesi… giorni….”. Aveva predisposto la lapide nella speranza che qualcuno la completasse con la data della sua morte ma nessuno ha mai esaudito il suo desiderio.

Si suppone che Diomede Leoni sia morto nel 1590 dopo aver realizzato il sogno di creare un giardino pubblico lungo la Via Francigena capace di accogliere e ristorare  visitatori e viandanti e ricordare per sempre il suo nome.

Bibliografia:

McCobb P., Un giardino rinascimentale a San Quirico d’Orcia, Tavernelle Val di Pesa,  Editrice DonChisciotte, 2010

Biagianti  R., La valle magica, Montepulciano, Editrice Le Balze, 2005

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Forme nel verde

Autore scheda: Raffaella Smaghi

 

 

 

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