Castello della Ripa – Castiglione d’Orcia

Luogo: Ripa d’Orcia

Comune: Castiglione d’Orcia

Denominazione: Ripa al cotone

Data/periodo: 1271

Descrizione: “…sorge maestoso tra le gole di folte boscaglie, in faccia a Tentennano, quale sentinella del fiume Orcia, che rumoreggia ai suoi piedi, guardia oggi ancor più formidabile di quel che non lo potessero essere le rocche superiori, ora ridotte fattorie, di Castelvecchio, Contignano e Spedaletto.” (G.B. Mannucci – I restauri del Castello di Ripa d’Orcia in rassegna d’arte senese. Bullettino della Società degli amici dei Monumenti, anno IV, 1910, pp.87-88).

Il castello della Ripa (nelle fonti talora Ripa al Cotone) ero inserito almeno dal 1271 (secondo il Repetti) nell’organizzazione territoriale senese; ma una tassazione imposta dalla Repubblica di Siena, se riferibile alla Ripa d’Orcia,  anticiperebbe al 1213 la comparsa della località nei documenti.

Collegata per vicinanza al territorio della Rocca di Tentennano passando, negli anni tra il 1250 e il 1258, dalla consorteria dei Tinniosi alla Repubblica di Siena che nel 1274 la cedette ai Salimbeni per estinguere i debiti che la città aveva contratto con questa famiglia. “Roccham et fortilitiam de Cotone” si trovano nominate per la prima volta  nell’Estimo del 1318. Fu proprio la famiglia Salimbeni che provvederà alla costruzione di una prima struttura fortificata  che dovette costituire il primo nucleo del castello della Ripa.

Successivamente nella suddivisione dei possedimenti, fra i quattro rami in cui si divise la famiglia, la Ripa fu destinata al ramo primogenito dei Salimbeni andando a  Giovanni detto Bottone figlio di Agnolino. Egli fu inviato a Siena quale ambasciatore dell’imperatore Carlo IV del quale si guadagnò i favori ed ottenne un particolare privilegio: i possedimenti in Val d’Orcia, fra i quali Ripa d’Orcia,  erano considerati feudi concessi per investitura imperiale. Per sfuggire  ai pericoli che correva a Siena Giovanni si rifugiò alla Ripa dove il castello fu ampliato e fortificato tanto da assumere l’aspetto in cui i restauri dell’Ottocento hanno voluto riedificarlo.

Alla morte di Giovanni, nel 1368, per via matrimoniale passò agli Sforza da Cotignola  e da questi rivenduto alla Repubblica di Siena  per avere soldi necessari a salvare un congiunto condannato a morte. Il governo di Siena non disponendo della somma necessaria lo fece acquistare nel 1417 dallo Spedale di S. Maria della Scala.

Negli anni a seguire il comune decise che i possedimenti che non erano più produttivi venissero alienati fra cui la Ripa. Il capitolo dello Spedale deliberò la vendita nel 1422 ma per molto tempo non trovò un acquirente e nel 1428 lo stesso capitolo deliberò perché la Ripa venisse data in locazione. Vi furono una serie di falliti tentativi di assegnare la Ripa in affitto o di rivenderla e questo fa pensare che i coltivi dovessero risultare assai poco fruttuosi ed il suo possesso più un onere che un vantaggio.

Nel 1437 si passò alla vendita all’asta pubblica che se la aggiudicò Compagno di Bartolomeo della Agazzara famiglia che lo mantenne fino al 1483. Dal 1484, dopo una prima divisione della proprietà, ritorna riunificato e proprietà della famiglia Piccolomini del ramo detto dei  Carli, i cui discendenti ne sono ancora proprietari. Questo è dovuto al fatto che Emilio Piccolomini Carli nel testamento del 1605 rese inalienabile il castello e spettante in eredità al primogenito della famiglia. All’inizio dell’Ottocento il  castello  si trovava in un cattivo stato di conservazione e il Conte Pietro intraprese lavori di restauro che si protrassero per vari anni e che portarono la struttura  ad assumere l’ attuale aspetto.

La cinta muraria esterna racchiude un’area di circa 7.000 metri quadrati su cui si estende il borgo, strutturato su due strade che seguono l’orografia del sito su cui si inseriscono poche case e  la chiesa dedicata a Santa Maria delle Nevi. Il castello vero e proprio occupa la parte più elevata posto all’estremità nord-orientale è composto da tre elementi distintivi: l’alta torre quadrilatera, una corte triangolare porticata, un corpo rettangolare più basso verso sud con copertura a tetto, parte residenziale del castello. Se da una parte i restauri impediscono di distinguere con certezza  le parti originali della costruzione dall’altro hanno garantito, per il fatto anche che è sempre stato abitato, il suo mantenimento.

Bibliografia:

Aluffi Pentini L., Il castello di Ripa d’Orcia,1993

Cammarosano P., Passeri V., I castelli del Senese strutture fortificate dell’area senese-grossetana, Siena, Nuova Immagine 2006

Avetta C., “Tintinnano”. La Rocca e il territorio di Castiglione d’Orcia, Editrice DonChisciotte, 1988

Santi B., Il Monte Amiata, Itinerario Storico Artistico, Sagep Editrice 1987

Autore scheda: Valentina Pierguidi

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