Coltivazione promiscua

Luogo: Chianti

Comune: Castelnuovo Berardenga, Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti

Data/periodo: Antecedente agli anni Settanta

Descrizione: Tra gli anziani contadini chiantigiani è vivo il ricordo di un paesaggio agroalimentare assai differente da quello odierno.

Il Chianti come territorio vinicolo specializzato è infatti un’invenzione piuttosto recente, circoscrivibile all’incirca agli ultimi quaranta anni. Prima degli anni Settanta e, in generale, prima del lavoro meccanizzato, il territorio era fortemente legato alla vita quotidiana dei mezzadri, che vivevano di quello che riuscivano a coltivare. Non esistevano, come oggi, le monocolture viticole, quei paesaggi sterminati di vigne che si perdono tra le colline; il paesaggio era fatto perlopiù a terrazzamenti e la vite e l’ulivo non erano le sole piante ad essere coltivate.

I lavori in vigna si facevano a mano. Alcuni di questi lavori richiedevano una forza e una prestanza fisica notevole, oggi interamente sostituita dai mezzi meccanici. Lo scasso della vigna, a esempio, si faceva interamente a mano, con il piccone e la pala, scavando buche profonde anche un metro, in filari di 60-80 metri. Lo scasso, che è il dissodamento del terreno per la realizzazione della fossa dove verrà piantata la vite, era un lavoro particolarmente duro, che si faceva soprattutto nel periodo autunnale (d’estate, con il caldo, sarebbe stato impossibile).

Lo scasso non serviva soltanto per l’alloggiamento della vite: nei filari, infatti, trovavano spazio anche altre piante e alberi da frutto come ulivi, meli e ciliegi, mentre tra i filari si coltivavano anche grano, pomodori, fagioli, favino e altri ortaggi. Questo tipo di coltivazione era detta “promiscua”, perché non era concentrata solo sulla vite. In effetti, nelle terre del contado mezzadrile,  si potevano trovare appezzamenti che ospitavano più colture, che servivano per l’autosufficienza del nucleo familiare.

Questo tipo di gestione del territorio non ha più avuto senso, e anzi è divenuto difficile e dispendioso da mantenere, con lo spopolamento della campagne. Se una volta era possibile trovare nelle vigne anche alberi da frutto, oggi la loro presenza renderebbe impossibile l’introduzione di macchine agricole dentro i filari. Per questo motivo la coltivazione promiscua ha lasciato quasi ovunque spazio alla coltivazione intensiva della vite.

Fonti:

Intervista ad Arduino Buzzichini raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni a Castelnuovo Berardenga il 16 maggio 2012

Intervista a Beppe Semboloni raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni a Geggiano, Castelnuovo Berardenga, il 26 maggio 2012

Video:

Intervista a Girolamo Giganti raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni a Villa a Sesta, Castelnuovo Berardenga, il 31 marzo 2012

Autore scheda: Pietro Meloni

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