L’ulivo del Chianti

Luogo: Chianti

Comune: Castelnuovo Berardenga, Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti

Data/periodo: Alcuni studi riportano il ritrovamento, in Toscana, di elementi fossili di ulivo domestico risalenti a 20 milioni di anni fa. Le prime notizie certe sull’addomesticamento dell’ulivo sono rintracciabili in Palestina intorno al 5000 a. C.

Descrizione: L’olivocoltura è diffusa in diversi paesi del Mediterraneo e in particolar modo in Spagna, Italia e Grecia.

In Toscana, l’ulivo era pianta sacra agli Etruschi. Si è cominciato a coltivarlo sin dall’epoca romana, con un maggiore sviluppo nel periodo tra il Rinascimento e l’Ottocento. Nel periodo feudale, la coltura della pianta era praticata nei monasteri. Successivamente, a partire dal XV secolo, ha trovato largo uso, insieme alla vite, nella coltivazione promiscua del sistema mezzadrile.

Intorno all’ulivo, proprio perché pianta sacra, si è costruito un profondo universo simbolico che spazia dalla liturgia alla tradizione popolare. Nella religione cristiana, come ci ricorda l’antropologo Vittorio Lanternari, l’ulivo indica la pace ed è buona cosa, nel periodo pasquale, porre un ramo benedetto di ulivo all’interno della casa perché porti protezione e armonia domestica. L’ulivo, inoltre, è un sempreverde capace di vivere centinaia di anni e, in più casi, anche migliaia. Per questo la pianta è anche simbolo di stabilità, di rapporti che si costruiscono con fatica e pazienza ma che durano nel tempo. Il mondo agrario ci regala numerosi proverbi e modi di dire che contengono riferimenti all’ulivo e all’olio, come simboli di ricchezza e longevità. Basti pensare al proverbio che recita chi pianta l’ulivo, non mangia le olive, che insiste sulla lentezza di accrescimento dell’ulivo e sulla saggezza di chi lo pianta, che lascia alla propria famiglia un’eredità speciale costruita nel tempo.

Nell’arco del Novecento, l’olivocoltura toscana si è sviluppata molto, subendo però un arresto produttivo a causa della gelata del 1985, che ha rischiato di compromettere in maniera permanente la produzione di olio. In realtà, come ricorda Sciancalepore, la tenacia dei toscani e il loro particolare rapporto con la terra hanno permesso di rinnovare l’interesse per questa pianta, recuperando quasi l’intero patrimonio olivicolo.

L’ulivo non richiede particolari attenzioni. La potatura è fondamentale nella gestione della pianta, e può variare a seconda dell’età, del luogo, delle specificità climatiche e territoriali, così come in base ai modi di coltivazione. La potatura serve a creare un giusto equilibrio tra la pianta e la produzione di olive. In passato si pensava, erroneamente, che una potatura energica servisse ad accelerare lo sviluppo della pianta, garantendo una maggiore produzione di olive, mentre in realtà all’inizio dell’allevamento la potatura deve essere più leggera rispetto agli anni successivi.

Nel Chianti l’olio, insieme al vino, è diventato una risorsa fondamentale per l’economia locale. Il piantamento di un piccolo oliveto per uso domestico è spesso effettuato anche in appezzamenti di modesta superficie.

Bibliografia:

Bigongiali G., Il libro dell’olio e dell’olivo, Bologna, Edizioni Calderine Ediagricole, 2000

Ciuffoletti Z., “L’albero invitto”. L’olivo come espressione della civiltà del Mediterraneo, in Ciuffoletti Z. (a cura di), Olivo. Tesoro del Mediterraneo, Firenze, Alinari, 2004, pp. 7-24

Del Fabro A., Coltivare l’olivo e utilizzarne i frutti, Udine, Il paragrafo, 2001

Dignatici I., Lanternari V., Una cultura in movimento. Immigrazione e integrazione a Fiorano Modenese, Bari, Dedalo, 1990

Guaiti D., La grande cucina regionale italiana: Toscana, Milano, Gribaudo, 2010

Sciancalepore V., L’olio vergine d’oliva. Un approccio alla valorizzazione, Milano, Hoepli, 2002

Documenti:

Sciancalepore-olio-vergine-di-oliva

Fonti:

Intervista a Giuseppe Semboloni raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni a Geggiano, Castelnuovo Berardenga (SI), il 13 aprile 2012

Intervista a Quintilio Semboloni raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni a Geggiano, Castelnuovo Berardenga (SI) il 19 aprile 2012

Autore scheda: Pietro Meloni

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