Palazzo del Podestà e Teatro dei Leggieri a San Gimignano

Luogo: Piazza del Duomo

Comune: San Gimignano

Data/periodo: Sec. XIII

Descrizione: Il palazzo del Podestà che si affaccia sulla Piazza del Duomo è un complesso architettonico articolato composto dalla torre detta “Rognosa”, che costituisce la struttura più antica, e da fabbricati che nel tempo si sono addossati ad essa. Nella prima metà del XIII sec. la torre e l’unito palazzo appartenevano alla nobile famiglia Gregorio che furono Podestà negli anni 1209 e 1213. Anche dopo la loro decadenza, nella seconda metà del XIII sec. il palazzo continuò a svolgere la funzione di sede del potere civico tanto che nel 1269 fu deliberato di installare sulla “Rognosa” la campana che avrebbe dovuto annunciare l’adunanza del consiglio mentre già dal balcone venivano annunciati i bandi e le disposizioni emanate dal podestà.

Nel 1319 abbiamo notizie della presenza, in allineamento con la strada e con l’adiacente palazzo degli Useppi, della bottega del nunzio comunale nella quale venivano affissi i bandi del podestà e si distribuiva il sale.

Nel 1337 l’edificio viene ingrandito con la costruzione della grande loggia, coperta da due volte a crociera e del piano rialzato con le tre monofore con arco a sesto ribassato. A questo periodo forse risale l’affresco della Madonna in Maestà e Santi fatta ridipingere dal Comune nel 1513 dall’artista Antonio Bazzi detto il Sodoma.

Nella seconda metà del XIV sec. il potere si sposta nel nuovo Palazzo del Popolo e il vecchio palazzo del podestà diviene prima albergo per i forestieri, poi adibito in parte a residenza del cancelliere, sede dell’Arte della Lana e sede delle scuole pubbliche. Nel 1407 sulla facciata del palazzo viene posizionato un orologio in corrispondenza della torre e questo comportò il rialzamento del lato sinistro del palazzo e il tamponamento di una monofora per la costruzione di nuove scale che consentissero l’accesso al meccanismo. Poco dopo nel 1462 l’orologio viene sostituito con in latro opera del fiorentino Francesco degli Orioli mentre nel 1606 Lorenzo Ciardi ne dipinge la mostra. Da una stampa ottocentesca si vede la facciata del palazzo con due quadranti, uno per le ore e uno per le fasi lunari tra finte architetture dipinte forse alla fine del XVIII sec. in occasione della sostituzione del meccanismo originale. L’attuale facciata è frutto di un restauro dei primi del ‘900 durante il quale è stato tolto l’orologio, abbattuta la sovrastruttura che lo conteneva in modo da liberare il balconcino della torre, riaperta la terza finestra, stonacata la facciata e costruita la merlatura.  Eliminando l’intonaco si scoprì una decorazione a filaretti che venne ripresa ed evidenziata per tutta la lunghezza dell’edificio e sulla quale poi è stato inserito un orologio in ferro battuto in ricordo di quello demolito mentre il coronamento merlato è stato eseguito sulla base di un dipinto dell’800.

Nel 1537 un gruppo di giovani organizzati in due società di spettacolo, gli Scolari e i Comici Risvegliati, chiesero al Comune di poter utilizzare la sala maggiore del vecchio palazzo del Podestà come teatro provvisorio. Qualche tempo dopo le due società si riunirono nell’Accademia degli Aristocratici e verso la fine del ‘700, in un diverso clima culturale, da compagnia di dilettanti si trasformerà in una vera e propria società di teatro dal nome Accademia dei Leggieri che si farà promotrice della trasformazione del teatro provvisorio in un vero e proprio teatro. Nel 1793 ottennero dal Comune l’uso perpetuo dell’immobile e dopo aver venduto i materiali dell’antica sala e comprato due nuove stanze, affidarono a Francesco Marinelli il compito della realizzare il nuovo teatro. Il teatrino dalla elegante struttura barocca era capace di ospitare 180 spettatori disposti tra platea e due ordini di palchi realizzati in legno e laterizio e decorati a tempera con medaglioni entro cornici mistilinee dorate. Inaugurato nell’autunno del 1794 ha continuato ad ospitare opere teatrali fino al secondo dopoguerra, poi è stato utilizzato come cinematografo fino al 1953 quando dichiarato inagibile è stato venduto dall’Accademia ad un privato nonostante il parere contrario dell’amministrazione Comunale. Il Comune riuscì a riacquistarlo solo nel 1967 e nel 1972 approvò un progetto redatto dall’architetto Leonardo Ricci presidente della facoltà di architettura di Firenze, che prevedeva la demolizione completa della struttura settecentesca e l’inserimento nel contenitore di una struttura moderna polifunzionale. Questa decisione trovò l’opposizione della Soprintendenza e fu oggetto di vivaci discussioni fra le forze politiche e culturali della città fino a che alla fine degli anni ’80 l’ingegnere Cartei Brunetto dell’università di Pisa non venne incaricato di redigere un nuovo progetto che prevedeva la rigenerazione delle parti mancanti e il consolidamento delle strutture lignee e murarie. I lavori si conclusero con la riapertura del teatro dei Leggieri nel 1994.

Bibliografia:

Ceccarini I. Palazzo del Podestà la Loggia – Teatro, in San Gimignano i fatti principali della storia urbanistica. Parte generale, San Gimignano 1988, pp. 1-48

Ceccarini I. La ristrutturazione del Teatro dei Leggieri, in San Gimignano i fatti principali della storia urbanistica dalla prima metà del sec. XX alle soglie del duemila. Parte generale, San Gimignano 1994, pp. 1-30

Chellini L., San Gimignano e dintorni, Modena Dal Re e figli, 1921, pp. 38

Di Paese in Teatro: alla scoperta dei teatri toscani: iniziativa per la valorizzazione dei teatri riaperti nell’ambito del progetto per l’edilizia teatrale. San Gimignano. Teatro dei Leggieri, Regione Toscana, Firenze Angelo Pontecorboli Editore, 1995

Giovetti F., La costruzione del volto medievale di San Gimignano dal 1864 al 1940, Poggibonsi, Lalli, 2006, pp. 223-226

I teatri storici della Toscana: censimento documentario e architettonico, Gambero Zorzi E., Zangheri L. (a cura di), Giunta Regione Toscana, Roma Multigrafica, 1990-2000, pp. 325-332

Guidoni E., Bocchi F. Toscana 5 San Gimignano, in Atlante Storico delle città italiane, Roma, Buonsignore Editore, 1997, p. 90

Mennucci A. I prospetti dell’edilizia storica sangimignanese. Specchio della città o superfici di sacrificio? in Bartoloni V., Borghini G., Mennucci A. (a cura di) San Gimignano. Contributi per una nuova storia, San Gimignano, 2003, pp. 33-75

Pecori L., Storia della terra di San Gimignano, San Gimignano, 2006 (ristampa anastatica dell’edizione originale del 1853), p. 563

Fonti:

Scheda ICCD di riferimento: ASBAP Si e Gr: scheda di catalogo 09/00384817 (compilata da G. Comi. 1994)

Archeologia dell’architettura in Valdelsa: (Colle, San Gimignano, Poggibonsi, Certaldo, Castelfiorentino) a cura di A. Mennucci, tesi di Laurea, relatore R. Francovich, Università degli Studi di Siena, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Lettere Moderne, Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti, Anno Accademico 1993-1994, p. 157

Autore scheda: Silvia Vellini

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