Palazzo Pratellesi a San Gimignano

Luogo: Via San Giovanni

Comune: San Gimignano

Data/periodo: Metà XIV sec. / primo quanto XX sec.

Descrizione: Palazzo Pratellesi è un palazzo signorile che si trova in via San Giovanni, noto col nome dell’ultima famiglia che lo ha posseduto quella dei Pratellesi.  Si tratta di un bell’esempio di quella pratica, che a San Gimignano prende avvio tra la fine del ‘300 e i primi del ‘400, che prevede l’accorpamento di strutture preesistenti in nuovi complessi architettonici. La facciata, infatti, mostra come sia il frutto dell’unione di due edifici più antichi in pietra, a forte sviluppo verticale, e di uno stretto passaggio che li separava, uniformati con la costruzione di nuove strutture in laterizio che hanno previsto la chiusura del vicolo, la realizzazione di cornici orizzontali e di finestre allineate.  L’ubicazione del palazzo lungo la via Francigena giustifica la presenza di tutti quei caratteri tipici della grande architettura civile: cornici-davanzale, d’imposta e di marcapiano, dalle forme più o meno elaborate, tre belle finestre bifore al primo piano e tre monofore al secondo. Le bifore sono formate da un arco di raccordo a sesto acuto ricassato con decorazione al centro e due archetti trilobati con colonnina centrale il tutto ulteriormente incorniciato da un arco con decorazioni in cotto a motivi vegetali. Le monofore invece presentano la stessa decorazione in cotto entro un arco a sesto ribassato.

Il palazzo originariamente di proprietà della famiglia Ardinghi, come si evince dallo stemma in pietra calcarea ancora presente in facciata, è poi passato alla nobile famiglia dei Peroni.

Nel 1527 si sa che viene ceduto in enfiteusi al convento delle suore di Santa Caterina, dallo Spedale di Santa Maria della Scala di Siena, dal quale dipendeva l’Ospedale di San Gimignano che ne era divenuto proprietario.  L’anno successivo l’artista sangimignanese Vincenzo Tamagni esegue in una parete della sala del refettorio un affresco raffigurante lo Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria tra San Nicola di Bari, San Benedetto e San Girolamo disposti all’interno di una partizione architettonica con quattro angeli che in alto sorreggono i lembi di una cortina di stoffa che funge da baldacchino, opera restaurata nel 1970. Un altro dipinto raffigurante una Santa martire di autore ignoto riferito al XIV sec. si trova invece in una stanza al secondo piano.  Nel 1596 il convento venne dotato di una chiesa che aveva un piccolo matroneo con accesso dalla sala del refettorio. Le suore occuparono l’edificio fino al 1876 quando il monastero venne soppresso e le sorelle unite al convento della Maria Vergine. Nel 1916 il Comune vende un locale con il sottostante caffè di piazza, per poter acquistare il palazzo dal Rag. Ugo Pratellesi. L’immobile a partire dal 1918 viene adibito a Biblioteca comunale e qualche anno più tardi, intorno al 1920-30, verranno restaurate le finestre bifore con l’inserimento di nuove colonnine in marmo e il rifacimento degli archetti polilobati. Dall’inizio degli anni ’90 il Palazzo Pratellesi è sede del Centro Studi sul Classicismo.

Bibliografia:

Ceccarini I. San Gimignano i fatti principali della storia urbanistica. Parte generale., San Gimignano 1988, p. 116

Chellini L., San Gimignano e dintorni, Modena Dal Re e figli, 1921, pp. 33-35

Guidoni E., Bocchi F. Toscana 5 San Gimignano, in Atlante Storico delle città italiane, Roma, Buonsignore Editore, 1997, p. 90

Mennucci A., I prospetti dell’edilizia storica sangimignanese. Specchio della città o superfici di sacrificio?, in Bartoloni V., Borghini G., Mennucci A. (a cura di) San Gimignano. Contributi per una nuova storia, San Gimignano, 2003, pp. 33-75

Pecori L., Storia della terra di San Gimignano, San Gimignano, 2006 (ristampa anastatica dell’edizione originale del 1853), p. 585

Vincenzo Tamagni: un artista diligentissimo, a cura di R. Castrovinci, tesi di dottorato in “Strumenti e Metodi per la Storia Dell’Arte”, coordinatore S. Danesi Squarzina; tutor: A. Zuccari, Università La Sapienza di Roma Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo, XXIV Ciclo (2010-2011), pp. 136-138

Fonti:

Scheda ICCD di riferimento: ASBAP Si e Gr: scheda di catalogo 09/00361652; 09/00361700; 09/00361701 (compilata da G. Comi. 1993)

Autore scheda: Silvia Vellini

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