La Tomba di Pian de’ Campi – Poggibonsi

Luogo: Pian de’ Campi

Comune: Poggibonsi

Data/periodo: Età ellenistica

Descrizione: Tra le figure di spicco dell’antiquaria valdelsana un posto di rilievo spetta a Giovan Girolamo Carli, l’erudito vagabondo che, durante il suo periodo di insegnamento nel seminario di Colle di Val d’Elsa, si dedicò a molte attività, seguendo i suoi molteplici interessi, tra cui l’archeologia.

Grazie ai contatti con Anton Francesco Gori e con l’ambiente fiorentino della Società Colombaria, lasciò alcune memorie sui suoi scavi, molto particolareggiate, per noi fonte preziosissima di informazioni; tra il 1744 ed il 1748, infatti, seguì personalmente due indagini, una nel casino di San Niccolò a Casole d’Elsa l’altra a Pian de’ Campi, a Poggibonsi.

Il secondo scavo interessò una tomba a camera in proprietà di Francesco Muzzi, scoperta per caso «nel farsi una fossa da viti». Il Carli elenca in modo minuzioso i materiali recuperati e la struttura tombale: di forma circolare con pilastro centrale e banchina di deposizione lungo le pareti, conservava undici urne, di cui una di alabastro: le casse erano lisce, decorate con rosone inciso o con scene legate al viaggio nell’oltretomba; i coperchi erano a doppio spiovente o con recumbente.

Tra gli oggetti menzionati sono ricordati diversi cinerari fittili di varia forma e dimensione; qualche decina di fittili vascolari di piccole dimensioni, di cui alcuni a vernice nera; due candelabri e altro instrumentum in ferro; alcune oreficerie, fra cui quattro sottilissimi orecchini d’oro; “dentro le urne” tre monete bronzee con testa gianiforme.

Il complesso, andato purtroppo perduto nel mercato antiquario (alcuni calchi si trovano nel Palazzo Peruzzi a Firenze, dove tutto il materiale arrivò quando fu acquistato nel 1752 da Bindo Simone Peruzzi) rappresenta un esempio importante di stanziamento rurale della ricca aristocrazia di Volterra che, soprattutto in età ellenistica, dominava il territorio attraverso centri minori ed un sistema di fattorie disseminate sul territorio.

In bibliografia sono ricordati altri ritrovamenti nell’area, di difficile localizzazione e inquadramento.

Purtroppo, le ricerche successive non hanno dato esiti positivi: solo su via congetturale, infatti, l’abitato relativo alla tomba è stato ipotizzato sul soprastante Poggio a Leccio o sul poco distante Poggio Tondo.

Il dato più interessante resta tuttavia la localizzazione di questo importante nucleo: infatti, come dimostrato anche dalla ben più antica tomba a pozzetto di Vada, la zona di Pian de’ Campi nell’antichità doveva essere in una posizione strategica, interessata da percorsi che mettevano in relazione l’area di Monteriggioni con le colline del Chianti, attraverso il fondovalle lungo i corsi dell’Elsa e dello Staggia.

Bibliografia:

Bruttini E., I protagonisti: Giovan Girolamo Carli (1719-1786), erudito ‘vagabondo’ e archeologo ante litteram, in Paolucci G. (a cura di), In viaggio con i grandi archeologi. Sulle tracce degli Etruschi nelle terre di Siena, Milano, Silvana Editoriale, 2010, pp. 48-51

Bruttini E., Giovan Girolamo Carli: l’erudito ‘vagabondo’ negli anni colligiani, in Bastianoni C. (a cura di), Studi e memoria per Lovanio Rossi, Firenze, Edizioni Polistampa, 2011, pp, 419-448

de Marinis G., Antichità etrusche, in Capecchi G. (a cura di), Palazzo Peruzzi e Palazzo Rinuccini, Roma, Giorgio Bretschneider, 1980, pp. 18-19, tavv. III,1-3

Lepore L., Introduzione, in Capecchi G. (a cura di), Palazzo Peruzzi e Palazzo Rinuccini, Roma, Giorgio Bretschneider, 1980, pp. 6-7

Lepore L., Appendice, in Capecchi G. (a cura di), Palazzo Peruzzi e Palazzo Rinuccini, Roma, Giorgio Bretschneider, 1980, pp. 204-205

Merli R., Il territorio di Poggibonsi in epoca etrusca e romana. Origini e topografia di un antico centro valdelsano, in “Miscellanea Storica della Valdelsa”, CVI, 1-2 (285-286), 2000, pp. 7-69 (in particolare pp. 35-37 e 56-57)

Note: Il materiale recuperato nel 1748 da Giovan Girolamo Carli, dopo l’alienazione di Domenico Muzzi e l’acquisizione di Bindo Simone Peruzzi, è andato perduto. Alcuni calchi sono conservati presso il Palazzo Peruzzi a Firenze.

Autore Scheda: Giacomo Baldini

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