La Tomba di Escaiole – Casole d’Elsa

Luogo: Mensano, località Escaiole

Comune: Casole d’Elsa

Data/periodo: Fine I sec. a.C. – prima metà del I sec. d.C.

Descrizione: L’area di Mensano è nota soprattutto per il piccolo castello posto sull’alta rupe che domina la valle del torrente Sellate e per la Pieve di San Giovanni Battista. Ma il sito è importante anche per un ritrovamento, poco noto nonostante la sua eccezionalità. Nel 1968 infatti, nel podere Escaiole, poco distante dalla Strada Provinciale 28, fu rinvenuta casualmente una tomba con camera a pianta quadrata, accessibile tramite un corto e ripido dromos (corridoio) munito di gradini. Lungo le pareti della camera si trovava la banchina di deposizione.

Il sepolcro era inviolato: all’interno era sepolto un unico individuo, incinerato dentro un’olla in ceramica acroma grezza. Oltre a lagynoi (bottiglie) in ceramica depurata, del tipo ampiamente diffuso tra l’età ellenistica e la prima età romana ed a vasi di impasto, sono da ricordare una coppa in terra sigillata, che il bollo del produttore impresso sul fondo ([M. Valerius] Volu[sus]) indica di fabbrica sud-gallica, vasi potori a pareti sottili e una lucerna di produzione centro-italica, decorata con due rami di alloro; legati al mondo della cosmesi e della cura del corpo sono quattro balsamari vitrei ed uno strigile in ferro.

Nel complesso la sepoltura, anche sulla base del rinvenimento di un dupondio (moneta) in oricalco (lega a base di rame e zinco) del triumvir monetalis (ovvero il magistrato addetto alla coniazione della moneta) Cn. Calpurnio Pisone, può essere datata tra la fine del I sec. a.C. e la prima metà del successivo. L’eccezionalità del ritrovamento, più che nella qualità dei materiali, sta nel tipo di contesto: infatti la suppellettile è chiaramente di età romana, mentre la struttura tombale è riferibile ancora alla tradizione etrusca.

Il ritrovamento di Escaiole, quindi, insieme ad altri meno noti (sono segnalati elementi di continuità d’uso tra l’età etrusca e la prima età imperiale nella necropoli de Il Piattaccio-Sferracavalli a San Gimignano e nella necropoli di Dometaia) porta alla luce un fenomeno poco evidente, ovvero il conservatorismo di alcuni strati della società già romanizzata ma che cercava di mantenere gli usi e i costumi tradizionali: nello specifico la cultura materiale è romana, ma la struttura tombale (quindi il rito) parla ancora il linguaggio degli avi.

In fondo questa situazione non deve stupire in quanto è proprio negli aspetti più intimi e conservativi (come quelli legati alla sfera del sacro o delle pratiche funerarie) che perseverano le tradizioni più radicate, soprattutto in contesti, come quello di Escaiole (ma il discorso è valido più in generale anche per la Valdelsa), che, in età romana, può essere considerata marginale e periferica rispetto alle problematiche aperte dalla nuova società romana.

Bibliografia:

Baldini G., La Porta P., Casole d’Elsa. Museo Civico Archeologico e della Collegiata, in Paolucci G. (a cura di), In viaggio con i grandi archeologi. Sulle tracce degli Etruschi nelle terre di Siena, Milano, Silvana Editoriale, 2010, pp. 44-47

Cianferoni G.C., Il territorio di Casole d’Elsa nell’antichità, in Museo Archeologico e della Collegiata, Cianferoni G.C., Bagnoli A. (a cura di), Studio Per Edizioni Scelte, Firenze, 1996, pp. 19-60 (in particolare pp. 55-60).

Cimino L., Il territorio di Casole d’Elsa nell’antichità, in Casole d’Elsa e il suo territorio, Cimino l., Giffi Ponzi E., Passeri V. (a cura di), Radda in Chianti, 1988, pp. 21-88 (in particolare pp. 71-81).

de Marinis G., Topografia storica della Valdelsa in periodo etrusco, Castelfiorentino, Società Storica della Valdelsa, 1977, p. 98

Goggiolii S., Casole d’Elsa, in AA.VV., Museo Archeologico Bianchi Bandinelli, Firenze, Le tre arti, 1990, pp. 75-78

Terreni L., Casole d’Elsa. Il territorio nell’antichità, in “Milliarium” 1, 1998, pp. 4-15 (in particolare p. 8)

Volpi F., Foglio 120 Siena, in Torelli M. (a cura di), Atlante dei siti archeologici della Toscana, Roma, L’Erma di Bretschneider, 1992, pp. 297-314, p. 303

Fonti:

Archivio Storico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, Firenze

Archivio della Società  Archeologica della Valdelsa, Casole d’Elsa

Testimonianze orali raccolte presso i soci della Società Archeologica della Valdelsa, in particolare da Marco Bezzini e Giuliano Stoppo

Schede inventariali:

Schede RA Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana: 98473-98500

Note: L’ipogeo non è più vistabile; il corredo della tomba si trova in deposito presso il Museo Civico Archeologico e della Collegiata di Casole d’Elsa (sala 2).

Autore: Giacomo Baldini

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