Corsa delle brocche
Luogo: Cetona
Comune: Cetona
Data/periodo: Dai primi anni del 2000
Descrizione: La parola tradizione spesso tende a evocare tempi lontani, legati alla stabilità di usanze e costumi che, immutabili, si trasmettono attraverso le diverse generazioni, fino ad arrivare ai nostri giorni. Vi è un filo di nostalgia in questa interpretazione, soprattutto quando guardiamo alle tradizioni scomparse, che i nostri nonni ricordano e, spesso, rimpiangono, come a rivendicare un’autenticità che con il tempo è andato perduta, corrotta dalla modernità. Eppure ogni tradizione è figlia del proprio tempo, guarda al passato per legittimarsi ma, al contempo, si proietta nel futuro per cercare di radicarsi nel territorio. A Cetona molte tradizioni sono scomparse con la fine del mondo mezzadrile, o si sono affievolite con l’inesorabile processo di secolarizzazione. Molte tradizioni popolari sono cambiate con il tempo. Ad esempio “cucco o ciccio”, assai diffusa nella Val di Chiana, che si svolgeva a carnevale, il Giovedì Grasso, quando i bambini andavano in giro per i poderi e per le case e chiedevano che gli venisse offerto un uovo (il cucco), o della carne (il ciccio), si è evoluta nel più contemporaneo “dolcetto o scherzetto” di tradizione novembrina per ricordare i morti. Un bruscello si faceva a Piazze, frazione di Cetona così come era in uso il Sega la Vecchia, festa di mezza Quaresima, qui noto anche come “vecchiacia”. Feste religiose importanti erano il corpus domini, legato in tutta la Toscana alle fiorate, ed i fuochi per l’Ascensione dell’Assunta.
Molto più recente è, invece, la Corsa della Brocche. Nata per iniziativa della Proloco di Cetona, la corsa vede fronteggiarsi le tre contrade locali (Porta a Latere, Porta Castello, Porta Capperoni) in una sfida piuttosto singolare, per quanto inserita dentro una cornice assolutamente coerente con l’apparato delle rievocazioni storiche senesi. Bisogna infatti portare tre diverse brocche, del peso di 2, 4, 6 chili in un percorso di due giri dentro la Piazza Garibaldi, in una staffetta a coppie nel cerchio delle mura del paese. Alla contrada vincitrice viene dato come trofeo una grande brocca con i simboli delle contrade, un leone rampante ed una immagine sacra.
La brocca è, nella rievocazione storica, collegata al passaggio del paese dal dominio orvietano a quello senese, rappresenta la fedeltà a Siena e la fatica nell’approvvigionamento dell’acqua alle fonti.
La gara è arricchita dal corteo storico ed altre iniziative, compresa la Corsa delle brocchine per i bambini – rituale ormai immancabile di ogni festa locale che cerca di trasmettere le tradizioni alle generazioni più giovani – ed una corsa delle Brocche al femminile, dove le donne percorrono un giro di piazza portando una brocca in testa come si usava in passato.
Come ha avuto modo di scrivere lo storico medievale Giosué Musca, sarebbe errato, di fronte alle rievocazioni storiche, volerne accertare la correttezza filologica e, dunque, la legittimità storica che le renderebbe degne di esistere. Si tratta, in ogni caso, di “un Medioevo sognato, immaginato e ricostruito”. Poco importa, a dire il vero, che le vesti dei contradaioli ricordino divise da calciatori o che l’impianto stesso del festivo si adegui a feste più blasonate. Ogni rievocazione storica, puntando alla coesione sociale, cerca di divertire la popolazione locale e i turisti, e su questo punto la correttezza filologica poco importa.
Bibliografia:
Musca G., Profumo di Medioevo. Il Calendimaggio ad Assisi, in “Quaderni medievali”, XL, 1995, pp. 133-152
Links:
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Autore scheda: Pietro Meloni
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