Seconda guerra mondiale e Resistenza in Val d’Arbia e nelle Crete

Luogo: San Giovanni d’Asso, Buonconvento

Comune: Montalcino, Buonconvento 

Data/periodo: 1940-1944 

Descrizione:  L’annuncio dell’armistizio, dato dalla radio la sera dell’8 settembre del 1943, colse anche la Val d’Arbia e le Crete di sorpresa, suscitando un generale sentimento di sollievo per una guerra che sembrava finalmente giungere al termine. Ma alla gioia subentrò ben presto la disillusione, non appena ci si rese conto che con l’armistizio la guerra non era ancora finita. 

Dopo l’8 settembre la provincia di Siena vide nascere alcune formazioni partigiane, la più importante delle quali fu la Brigata Garibaldi “Spartaco Lavagnini” che, al comando di Fortunato Avanzati detto “Viro”, operò nella parte sud-ovest del territorio senese. Nel maggio 1944 si formò il Raggruppamento Bande “Monte Amiata”, che si rifaceva alle formazioni badogliane, comandato dal colonnello Adalberto Croci. 

A differenza dell’estremo sud della provincia, della Val d’Orciadella zona del Chianti e della Val di Merse, la Val d’Arbia non fu segnata da particolari episodi di guerra o di scontro tra fascisti e partigiani, anche se non mancarono tensioni ed episodi di requisizioniLa linea tedesca era lontana, e le truppe tedesche sul territorio relativamente esigue. Ciò non significa tuttavia che i mesi che andarono dall’annuncio dell’armistizio alla liberazione non abbiano lasciato anche in questi territori tracce profonde di dolore e di distruzione. 

Anche la Val d’Arbia e il territorio delle Crete, infatti, come gran parte della Toscana e del senese, subirono in modo pesante il passaggio del fronte e gli scontri tra truppe alleate ed esercito tedesco in ritirata. Abitazioni distrutte, ponti saltati, vie di comunicazione interrotte (solo per fare un esempio, il 29 gennaio del 1944 venne bombardato dalle forze alleate nei pressi della stazione di Bibbiano il trenino della linea Siena-Buonconvento-Monte Antico), centri abitati bombardati, campagne segnate dal passaggio di uomini e di mezzi: questo lo scenario che si presentava nel luglio del 1944, al momento della liberazione. 

Buonconvento fu il primo comune ad essere liberato: le truppe marocchine entrarono nel territorio comunale la sera del 28 giugno 1944; la mattina del 29 giugno gli automezzi alleati attraversarono le vie deserte del paese. Il 2 luglio fu la volta di Monteroni. 

Finita la guerra, si apriva il doloroso capitolo delle ricostruzione. Ma anche quello, altrettanto doloroso e spesso controverso, della memoria. Il prezioso lavoro che gli storici locali hanno compiuto nel corso degli anni per raccogliere ricordi e testimonianze dei protagonisti di quel triste capitolo della storia italiana, pur nelle loro diverse sfumature, hanno messo in luce alcuni tratti comuni che ritornano e si ripetono. Il rifiuto della guerra e la speranza di una pace vicina, le tribolazioni quotidiane delle famiglie contadine e cittadine, la paura delle truppe tedesche e delle loro rappresaglie. Ma anche – ed è un tratto che appare ben presente e marcato nelle testimonianze sulla zona della Val d’Arbia – la paura dei bombardamenti alleati (che spesso colpirono i centri abitati e le vie di comunicazione, accrescendo i disagi già insopportabili) e soprattutto dei mitragliamenti (che colpivano “tutto quello che si muoveva”, è l’affermazione che spesso ritorna nei ricordi dei protagonisti). E, infine, il terrore per il passaggio delle truppe alleate, nell’imminenza della liberazione: quelle truppe francesi, spesso precedute dalle legioni marocchine, che con le loro violenze per anni hanno continuato, non meno di quelle tedesche, ad animare gli incubi della popolazione locale. 

Una memoria, insomma, quella della seconda guerra mondiale, dove spesso è difficile tracciare il confine tra il bene e il male, tra giusto e sbagliato, ma dove a fare da protagonista è sempre il dolore per una pagina buia della storia italiana. Una memoria che, tuttavia, non va dimenticata. E in tal senso vanno le numerose iniziative che anche in Val d’Arbia e nelle Crete, ogni anno e tanto più in questo 2014 che per la Toscana segna il settantesimo della liberazione, vengono organizzate per ricordare ma soprattutto per far conoscere alla nuove generazioni un passato che altrimenti rischierebbe di cadere nell’oblio. 

Bibliografia: 

1943-1944 Buonconvento ricorda …, a cura di N. Carli, G. Civitelli, B. Pellegrini, Sovicille, I mori, 1994

Biscarini C., Soldati nell’ombra. 1944: Operazioni speciali nelle province di Siena, Arezzo, Livorno, Grosseto, La Spezia, Arcidosso, Effigi, 201 

Biscarini C.-Civitelli G., Guerra in Val d’Arbia, Sovicille, Arti Grafiche, 2004 

Biscarini C.-Civitelli G., Rigosecco 1944. Un episodio di lotta partigiana, Siena, Nuova Immagine, 200 

Gasparri T., La Resistenza in provincia di Siena, Firenze, Olschki, 1976 

Guerra e memoria 1940-1945. La seconda guerra mondiale nei ricordi dei reduci della Val d’Arbia, a cura di M. Borgogni, Siena, Edizioni Cantagalli, 2000 

Monteroni d’Arbia. Duecento anni di storia, a cura di G. CivitelliMonteroni, Comune di Monteroni d’Arbia, 2010 

Note: Rigosecco: il 15 gennaio 1944 la piccola località di Rigosecco, a pochi chilometri da Buonconvento ma nel comune di Montalcino, fu protagonista di un episodio sanguinoso che secondo molti rappresenta il primo scontro tra fascisti e partigiani in provincia di Siena. La mattina del 13 gennaio una squadra di dieci uomini guidati dal partigiano Angelo Ceccherini, su ordine di Fortunato Avanzati, si diresse verso la zona boscosa del Bogatto, nel comune di Montalcino, vicino alla frazione della Befa, con il compito di sabotare la linea telefonica che passava nella zona. I movimenti della squadra non passarono tuttavia inosservati ed alcune spie segnalarono il fatto alle autorità fasciste. La mattina del 15 gennaio scattò il rastrellamento. Presso il podere di Rigosecco avvenne lo scontro decisivo: i partigiani Luciano Panti e Luigi Marsili rimasero uccisi, altri tre vennero fatti prigionieri.  

Autore scheda: Eleonora Belloni 

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