Storia di Colle di Val d’Elsa

Luogo: Colle di Val d’Elsa

Comune: Colle di Val d’Elsa

Data/periodo: Dal X secolo

Descrizione: La storia di Colle è intimamente legata alla storia del territorio e, soprattutto, all’acqua ed al fiume che lo attraversa, ovvero l’Elsa.

La prima presenza umana nell’area prossima al futuro centro cittadino risale alla metà del III millennio a.C., nella piena età del Rame, periodo a cui sono attribuite le due tombe a falsa gratticella trovate a Le Lellere.

Con l’età etrusca e romana il territorio, strettamente dipendente dalle vicende della città di Volterra, si popola in modo significativo (testimoniato dalle necropoli di Dometaia, de Le Ville, dalle tombe Pierini e de Le Porciglia), mentre scarse sono le testimonianze di frequentazione dell’attuale centro: infatti, se escludiamo tracce residuali nel centro storico (un bronzetto ed un coperchio di urna riutilizzato) le uniche presenze di abitato sono nell’area di Gracciano, dove è segnalata una occupazione stabile in età romana e dove alla fine del X secolo (990) è attestata la Pieve ad Elsa, citata come submansio da Sigerico, arcivescovo di Canterbury.

Proprio la via Francigena segnerà la rinascita del territorio non solo valdelsano, ma, nello specifico, colligiano.

Lungo questa direttrice, infatti, si svilupperanno molti enti assistenziali, religiosi e strutture per il culto: tra tutte meritano una particolare menzione la Badia di Conèo, fondata nell’XI secolo, entrata successivamente nella Congregazione vallombrosana, e la Badia di Spugna, patronato della famiglia comitale Aldobrandeschi.

Proprio l’abate di Spugna fu promotore dell’opera più importante per la storia di Colle: il sistema della Gora, ovvero il canale che portava l’acqua dell’Elsa verso l’area urbanizzata, dove si svilupperanno le imprese e le manifatture.

La posizione liminare tra Siena, Firenze e Volterra vide Colle impegnata in numerose guerre: fu assediata e distrutta nel 1172 e totalmente implicata negli scontri tra guelfi e ghibellini, culminati nella battaglia di Colle del 1269.

Nel corso del medioevo lo sviluppo urbanistico è già segnato, con la distinzione nei tre quartieri principali: il Castello (Piticciano), cinto da mura nel 1107, ampliate nel 1181 per comprendere il Piano (ora Colle bassa), sede delle più importanti manifatture e il Borgo di Santa Caterina (che, insieme al Castello, costituisce l’attuale Colle alta), ultimo agglomerato ad essere racchiuso da mura nel 1280.

Il periodo compreso tra le prime decadi del XIV secolo è segnato dal potere dell’Arciprete Albizzo Tancredi, che portò ad una ingerenza fiorentina sempre maggiore fino alla sottomissione del 1349.

I secoli XIV e XV furono floridi, ricchi di imprese e di crescita economica, come testimoniano le vetrerie, le cartiere ed i mulini.

L’assedio del 1479 dei senesi e del Duca di Calabria è una data fondamentale per l’urbanistica di Colle: l’immagine medievale del centro (solo in parte recuperata da Antonio Salvetti tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo) è sostituita dal linguaggio rinascimentale di marca fiorentina, efficacemente simboleggiato dal Palazzo Campana.

Nel 1592, a sancire l’importanza politica, ma soprattutto a sottolineare la floridità culturale ed economica, Colle diventa sede episcopale, elevandosi a rango di città.

Sono gli anni che, forse, hanno segnato in modo più significativo il centro: il restauro del Duomo in forme barocche (1630), l’edificazione dei grandi complessi connessi alla famiglia Usimbardi (Palazzo vescovile, Ospedale di San Lorenzo, Monastero di San Pietro, solo per citare alcune fabbriche) e la costruzione di importanti edifici nobili, i cui interni furono arricchiti nel corso del XVIII secolo da meravigliose pitture.

Nel corso del XIX secolo Colle cambiò nuovamente faccia: furono abbattute le porte della città e la storica vocazione artigianale acquisì carattere industriale anche grazie all’arrivo di imprenditori europei, come l’alsaziano François Mathis e il maestro vetraio di origine boema Giovanni Battista Schmidt.

La forte pressione demografica, che troverà sfogo nelle attività industriali, portò alla nascita ed allo sviluppo di Società progressiste e, nel 1897, all’elezione di Antonio Salvetti primo sindaco socialista dell’Italia centrale.

L’avvento del Fascismo con le prime rappresaglie, significativamente rimaste impresse sui muri del carcere, oggi Stanze della Memoria “Gracco del Secco”, fu l’humus da cui si generò l’esperienza della Resistenza, che conobbe la tragica vicenda dell’eccidio di Montemaggio e dell’uccisione di Gracco del Secco (17 giugno 1944) e contribuì alla liberazione di Colle ( 7 luglio 1944).

Il secondo dopoguerra è caratterizzato dall’affermazione dell’industria vetraia che, grazie a figure come Ubaldo Pacini, si è trasformata (1963) in produzione di cristallo al 24%, ambasciatore nel mondo dell’eccellenza di Colle di Val d’Elsa.

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Autore Scheda: Giacomo Baldini

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