Lo sviluppo economico di Colle Val d’Elsa tra Ottocento e Novecento

Luogo: Colle di Val d’Elsa

Comune: Colle di Val d’Elsa

Data/periodo: 1850/1960

Descrizione: Quando nel 1872 il Ministro Luzzati visitò Colle la definì “la Biella della Toscana”, infatti la città era costellata di opifici con fumanti ciminiere e vi era una scuola professionale che istruiva i futuri lavoratori, una situazione feconda non riscontrabile nelle città limitrofe. La fervente laboriosità e l’ingegno erano da secoli ben radicati nei colligiani. Dalla gualcatura dei panni di lana alla lavorazione del ferro, dalla produzione della carta alle attività molitorie, tutte attività ben avviate che fecero prosperare il territorio. Alla metà dell’Ottocento erano ben quarantanove gli opifici mossi con la forza dell’acqua dell’Elsa, opportunamente incanalata nelle Gore. Nell’Ottocento il settore cartario era ormai surclassato dalle produzioni pratesi e pesciatine, ed i proprietari delle cartiere iniziarono a vendere i propri opifici. Risale a questo periodo l’arrivo di imprenditori esteri che trovarono a Colle la giusta sede per le loro fabbriche. I settori interessanti da questi investimenti furono quelli del ferro e del vetro, dando vita a vere e proprie industrie. Dalla Savoia era arrivato fino a Colle, dopo un lungo girovagare fra città europee e italiane, l’imprenditore del cuoio e del ferro Stefano Masson. Vista l’ampia disponibilità di legname e di acqua decise d’impiantare qui una sua ferriera che nel 1856, ad un anno dalla fondazione, impiegava ben trecento operai provenienti anche dalla campagna circostante. La produzione arrivava a Colle su strada, con grave aumento dei costi del prodotto finito, per questo tutti gli industriali premevano affinché fosse costruita la ferrovia Poggibonsi-Colle.

Un’altra attività produttiva molto fiorente nel 1820 era quella vetraria, anche in quel caso gli imprenditori che vi aveva investito i loro capitali erano “forestieri”, vi era l’industriale pisano Leucci, il banchiere livornese Modigliani e il vetraio francese Mathis. Questi iniziarono la produzione in un edificio dietro la chiesa degli Agostiniani, fabbricando vetri per il Regio Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze e “cristalleria” da tavola. Alla morte di Mathis (1832) subentra il bavarese Giovan Battista Schimdt. La fornace riprende vitalità, aumenta la qualità dei prodotti e ottiene buoni risultati ad importanti esposizioni manifatturiere. Oltre alla fabbricazione si è arrivati all’incisione decorativa dei pezzi realizzata tramite la molatura.

Nel 1885 giunse anche a Colle la tanto sospirata linea ferroviaria, un piccolo ramo che la collegava a Poggibonsi dove passava la linea Firenze – Siena. Prometteva di rivoluzionare l’economia colligiana e le abitudini degli abitanti, in realtà già nel 1920 con l’avvento del trasporto su gomma e la nascita della S.I.T.A (Società Italiana Trasporti Automobilistici) la linea divenne poco frequentata e sfruttata minimamente per il trasporto delle merci.

Nel 1889 l’azienda vetraria di Schimdt viene comprata da Gian Alfonso Nardi, si prospettano anni di lavoro fiorente nella nuova sede della Fabbrichina, con l’impianto di un forno a gas e la fabbricazione di vetro verde per fiaschi. Già nel 1896 l’azienda è in crisi e inizia un continuo cambio di dirigenza e capitali, arrivano Galganetti, Filippo Lepri e le tante società successive che porteranno la città ad essere l’importante polo produttivo del Novecento. Nei fabbricati lasciati vuoti dalla ferriera Masson si istallarono diverse trafilerie e puntinerie, la ditta Aldé del Dotto & C., la ditta Gonnelli, la Calastri e Pacini. Poi vi erano, sparsi nella parte bassa della città, oleifici, fabbriche di gesso e stucchi, marmisti, fonderie di ghisa e bronzo, puntinerie, officine per macchine agricole, fabbriche di stoviglie e ceramiche, filande e tintorie, fabbricanti di carbone, e legnami, lavorazione di fiammiferi e stecchini, cartiere.

Nel 1927 le ditte colligiane registrate presso la Camera di Commercio e Industria di Siena erano ben 350, su un totale di circa diecimila abitanti. Sono proprio le imprese minori quelle a sostenere l’economia cittadina.

Bibliografia:

Parri F., Industria e artigianato a Colle di Val d’Elsa tra la seconda metà dell’Ottocento ed i primi decenni del Novecento, Le Filigrane n. 8, Colle di Val d’Elsa, Grafiche Boccacci, 2003

AA.VV., Colle Val d’Elsa negli anni di Mino Maccari, (a cura di) Associazione Culturale Mino Maccari, Poggibonsi, Lalli Editore, 1998

Secchi T., Di ghiaccio e di fuoco. Il cristallo di Colle di Val d’Elsa, Poggibonsi, Visiva Edizioni, 2008

Autore scheda: Annica Gelli

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