Castello di Monticiano

Luogo: Monticiano

Comune: Monticiano

Data/periodo: Inizi XIII secolo

Descrizione: La tradizione racconta che fra 756 e 774 Desiderio, re dei Longobardi e Duca di Toscana, venuto a Siena per la valle di Rosia, sostò nella val di Merse e, attratto dall’amenità delle sovrastanti colline, ordinò la fondazione del Castello di Monticiano.
In realtà, le prime notizie sul Castello risalgono agli anni Ottanta del XII secolo, quando era sotto la giurisdizione dei vescovi di Volterra, anche se la fortificazione vera e propria fu costruita solo all’inizio del XIII secolo, quando il Comune Siena pianificò la nascita di un nuovo centro abitativo circondato da mura (castrum o castello, appunto).

Nei primi tempi, all’interno del Castello era insediato un gruppo di “Lambardi” (o “Lombardi”, locale consorteria aristocratica di origine longobarda). Dal XIII secolo Siena vi collocò propri castellani e rettori e, nella prima metà del Trecento, fece diventare Monticiano centro di un vicariato militare.
Tra il XIII e il XIV secolo, il Castello era uno dei più grandi e popolosi del Senese e al suo interno erano situati più di 150 edifici. Si trattava quindi di una realtà insediativa molto superiore rispetto, ad esempio, al castello di Montarrenti, costituito da sole 26 domus e 19 casalini.
Tra le domus del Castello c’erano cinque edifici importanti, di proprietà del comune e di ricchi possidenti di Monticiano. All’interno del Borgo, sul versante settentrionale, c’erano poi 125 abitazioni di vario tipo e di minor valore, 18 casalini e 6 cantine. Dentro il Castello, subito dopo la porta d’accesso, si apriva la piazza del mercato (oggi Garibaldi) sulla quale, accanto alla logia comunis, si affacciava la Chiesa di San Giusto. Nelle vicinanze, collegate da una fitta rete di vie, c’erano abitazioni e botteghe. Il mercato, verso la metà del Duecento, si spostò nell’attuale piazza Cavour, mentre nell’antico mercato fu costruita una loggia per i banchi delle contrattazioni.

La cinta muraria ricalca il più antico tracciato di mura di inizio Duecento, ricostruito dopo che il Podestà senese Guido Salvatico lo fece abbattere perché Monticiano aveva accolto i ghibellini senesi sconfitti dai guelfi nella battaglia di Benevento del 26 febbraio 1266.
Le mura si sviluppano per circa 1200 metri con andamento subrettangolare, intervallate da alcune torri ora inglobate nelle case (ne restano una quadrata sul lato sud-est e una rotonda sul lato nord-ovest). Rimane oggi solo una delle due porte d’accesso (detta Maremmana), perché l’altra, detta Maggiore o Senese o “di sopra”, situata nei pressi della Chiesa dei Santi Giusto e Clemente, fu distrutta con l’ultima guerra.

In alcune costruzioni, soprattutto lungo i quattro assi viari che si raccordano in piazza Garibaldi, si riscontrano resti due-trecenteschi di murature a filarotto e portali ad arco in conci di pietra o in mattoni, con cornici decorate a dentelli e losanghe. Le mura possedevano anche le cosiddette “carbonaie”, fossati cosparsi di carbone su cui all’occorrenza si gettavano fascine ardenti per renderne arduo l’attraversamento.
A metà di via del Forno si apre lo slargo detto “la Chioca” (da cloaca), mentre dopo l’attuale via del Portico si apre la Piazzetta della Concordia (chiamata Piazzetta del Litigio fino alla fine dell’Ottocento e oggi anche conosciuta come “la Buca” per via della forma scavata), dove era convogliato il sistema di fognature del castello e che è rimasta quasi intatta nel suo carattere medievale.
Nel luglio 1944 venne abbattuta la porta di piazza Garibaldi e il vicino tratto di mura, prima dai Tedeschi e poi dagli abitanti stessi del paese con mine e picconi.
Tra le strutture distrutte dai Senesi nel XIII secolo c’era anche la rocca di Castelvecchio, fuori dal castello di Monticiano, dove c’erano tre domus e un casalinum muratum (ciò che forse rimaneva di una fortificazione anteriore alla metà del Duecento, sostituita poi dal castello basso-medievale).
Il castrum de Monticiano de foris è attestato almeno al 1228, mentre un testamento del 1248 è redatto in Castelvecchio extra castrum Monticiani.
Anticamente attaccato alle mura di piazza Garibaldi c’era poi il palazzo della famiglia Azzoni (domini di Siena dalla fine del Trecento), che potevano così controllare l’entrata e l’uscita dal Castello. Il palazzo fu abbattuto nel 1489, quando gli Azzoni divennero nemici di Siena. Nel XVII secolo, al suo posto, i documenti ricordano la costruzione di un’altra residenza, che divenne proprietà prima dei conti Pannocchieschi d’Elci e, in seguito, dei Barsini-Pepi e dei Giannozzi-Corsini. All’inizio dell’attuale via Mazzini c’era un ampio varco (o ballatoio), coronante in alto il muraglione del Castello e sorretto da archetti, che permetteva il passaggio interno fra le due parti dell’edificio. Sulla facciata è ricordata una pregevole scultura in pietra raffigurante la Madonna col Bambino.

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Fonti:

Scheda ICCD di riferimento: ASBAP Si e Gr: scheda di catalogo n. 00384963 (compilata da A. Munzù, 1994)

Autore scheda: Giulia Vivi

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