I tabernacoli stradali nel Chianti

Luogo: Chianti

Comune: Gaiole in Chianti, Castellina in Chianti, Radda in Chianti, Castelnuovo Berardenga

Denominazione: Madonnini

Data/periodo: I tabernacoli risalgono all’epoca romana. Ospitavano divinità già note agli Etruschi. In seguito sono stati utilizzati come riferimenti della religiosità cristiana

Descrizione: I tabernacoli stradali, che sono legati alla tradizione cristiana e in particolar modo al culto mariano, hanno in realtà origini romane.

Il termine deriva dal latino tabernaculum (che significa “tenda”), parola con la quale si indicava l’edicola sacra a forma di casa dove dimoravano il lares compitales, divinità di origine etrusca che abitavano presso gli incroci stradali e proteggevano i viandanti.

Con l’affermarsi del Cristianesimo, e in particolar modo a partire dal 1200, i tabernacoli si sono diffusi ospitando diverse scene e figure religiose. Nel Chianti, in particolare, se ne incontrano moltissimi: lungo le strade, presso i crocicchi, talvolta dentro le città, sui muri delle case, nei pressi delle botteghe, ecc.

I tabernacoli custodivano soprattutto raffigurazioni della Madonna (tanto che sono noti anche con il nome di “madonnini”).

Spesso, dei lumini erano alloggiati all’interno a simboleggiare la luce della fede, che illumina il cammino e guida sulla strada della rettitudine. Erano presenti soprattutto nei luoghi in cui era necessaria la protezione dalle forze oscure, in particolare nei pressi dei crocicchi dove, secondo la religiosità popolare, si riunivano spiriti e streghe.

Ancora oggi, rimane viva l’usanza di adornare i tabernacoli con offerte di fiori, ex voto e candele accese per chiedere protezione o, più semplicemente, per offrire una preghiera o una lode.

Bibliografia:  

Guiducci A. M. (a cura di), I madonnini: immagini devozionali nella campagna delle Berardenga, Siena, Offset, 1988

Morelli E., Strade e paesaggi della Toscana. Il paesaggio dalla strada, la strada come paesaggio, Firenze, Alinea, 2007

Stopani R., I tabernacoli stradali, Poggibonsi, Nencini, 1998

Autore scheda: Pietro Meloni

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