Museo Civico Archeologico di Chianciano Terme

Luogo: Viale Dante,  80

Comune: Chianciano Terme

Descrizione: Il Museo Civico Archeologico di Chianciano Terme è ospitato in un bell’edificio all’inizio di Via Dante, di fronte ad una villa ottocentesca, immediatamente prima del centro storico. Il museo è strutturato con una serie di sezioni in cui sono presentate tematiche afferenti alla storia del territorio di Chianciano. La prima sezione del museo è dedicata alla necropoli più importante, non solo del territorio di Chianciano Terme, ma di tutto l’agro chiusino, situata sul versante settentrionale della valle dell’Astrone lungo un’antica direttrice viaria che attraverso le valli dell’Orcia e dell’Ombrone collegava Chiusi con il mare. Se il più cospicuo finora venuto alla luce è quello situato in località La Pedata, altri lembi di necropoli, relativi con ogni probabilità allo stesso centro abitato ancora non identificato, sono stati individuati in località Morelli, Morellino e Le Piane. Nelle necropoli in località Morelli sono state rinvenute le tombe più antiche, databili negli ultimi decenni del VII secolo a.C., ma nei dintorni sono stati raccolti anche materiali relativi ad insediamenti di età romana: recentemente vi sono state recuperate alcune tombe distrutte di età arcaica e classica, che hanno restituito vasi di bucchero decorati a stampo, ceramica etrusco corinzia, vasetti miniaturistici, etc., ma la scoperta più clamorosa e quella della tomba principesca di età orientalizzante, scavata nel 1995, che è stata ricostruita a grandezza naturale all’interno di questa sezione del Museo. Questa tomba, situata lungo il lato meridionale della vecchia Senese, era presumibilmente coperta da un tumulo distrutto dai lavori agricoli. La tomba principesca era costituita da un atrio munito di celle laterali già violate e da una camera rettangolare con un tramezzo al centro della parete di fondo, davanti al quale sopra un risalto del terreno era posta una colonna, di cui è stato rinvenuto il capitello in arenaria; poiché la tomba era scavata in un terreno poco compatto, il tramezzo non ha sostenuto il peso della copertura in lastre di pietra (ne rimanevano tracce dell’imposta sulla parete di fondo), che è crollata sigillando la camera e preservando il corredo, pur danneggiandolo pesantemente. Il ricchissimo “arredo” della tomba comprendeva un ossuario di forma globulare composto da un’unica lamina di bronzo chiuso da un coperchio mediante una centina ed era ricoperto da una sfoglia d’oro priva di decorazione, su cui erano deposti due occhi in osso con pupilla in ambra. Davanti all’ossuario era deposta una trapeza (tavolo) di lamina di bronzo finemente decorato con motivi fitomorfi e zoomorfi di gusto orientalizzante, sopra la trapeza erano deposti dieci vasi in lamina di bronzo, sei calici e quattro coppe col labbro decorato da una fila di perle. Dietro l’ossuario era deposto uno scudo in lamina di bronzo a sbalzo con motivi geometrici. Il resto del ricco corredo, costituito da una trentina di vasi di bucchero decorati per lo più a cilindretto, era deposto nel vano a destra del tramezzo.

Nella stessa sala sono esposti altri corredi funerari, tra cui è da segnalare quello della tomba numero 20 della necropoli in località La Pedata contenente un intero servizio di vasi di bucchero per il banchetto, alcuni dei quali eccezionalmente ornati con una decorazione dipinta in rosso e in bianco. Il corredo comprendeva anche una Kylix (coppa) attica decorata all’interno con una figura di gallo di esecuzione assai raffinata e sull’esterno con un motto in lettere greche, che può essere tradotto con “salute e bevi”. L’esposizione dei materiali delle necropoli di Chianciano Terme continua al piano semi-interrato del Museo, dove, all’interno di piccole celle che si aprono sulle pareti, vi sono alcuni corredi provenienti da tombe etrusche messe in luce nella vastissima necropoli di Tolle, presso il valico della Foce, tra cui sono da segnalare alcuni interessantissimi canopi (ossuari con caratteristiche antropomorfe), accompagnati da corredi e oggetti di ornamento personale in bronzo e in ferro. Gli scavi sono stati condotti nel 1996 dalla Direzione del Museo, su concessione del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, ed hanno messo in luce oltre mille sepolture costituite per la maggior parte da piccole camere ipogee, da ziri, da cassoni e raramente da fosse con inumato. Le sepolture si scaglionano tra la fine dell’VIII e il II secolo a.C.. L’ampiezza della necropoli e la consistenza dei materiali finora recuperati confermano l’esistenza di un ricco potentato locale, forse localizzabile presso l’attuale fattoria la Foce, con funzione di controllo del valico, attraversato da un importante tracciato viario che collegava le città costiere con l’Etruria settentrionale interna. La sala attigua contiene le collezioni comunali donate al Museo di Chianciano Terme negli ultimi anni, tra cui spicca, per importanza, quella dell’Ingegner Terrosi costituita in massima parte da oggetti scoperti nell’Etruria meridionale costiera ed in particolare nel territorio di Vulci, un gruppo di ceramiche a vernice nera ed alcune statuette fittili provengono dall’Italia meridionale, mentre pochi oggetti sona stati rinvenuti nelle necropoli di Chianciano Terme. Il nucleo più cospicuo della collezione è rappresentato da numerose ceramiche di produzione attica di notevole pregio e da un bel gruppo di oreficerie etrusche di età orientalizzante e arcaica. Tra queste spiccano, per la raffinatezza del disegno, una coppa a figure nere con cervo pascente tra due sirene, una grande anfora con la figura di Ercole in combattimento contro le Amazzoni e lo splendido Stamnos a figure rosse raffigurante il ratto di Tetide. Sul lato principale è la scena di rapimento della divinità da parte di Peleo, con efficace caratterizzazione del racconto, e sull’altro le sorelle Nereidi spaventate attorno al padre Nereo. Il vaso è opera del pittore di Syleus. Tra le ceramiche etrusche, oltre ad alcuni vasi di bucchero, sono da segnalare due olpai etrusco-corinzie ed una bella anfora con giovani in corsa opera del pittore di Micali, attivo a Vulci sullo scorcio del VI secolo a.C.. Meno pregiati, ma di notevole interesse per la storia del nostro territorio, sono i materiali donati da Marcello Palazzi provenienti per la maggior parte dalla zona del Monte di Cetona e di Sarteano. La collezione comprende diversi frammenti e alcune ciotole provenienti dall’area di Belverde, mentre da Sarteano provengono due ossuari, diversi piccoli vasetti d’impasto, alcuni vasi di bucchero, pochi esemplari in ceramica dipinta e alcune fibule di bronzo recuperate nelle saccheggiate necropoli di Solaia e dell’Aiola. Altri materiali sono stati scoperti presso La Foce e in località Morelli presso Chianciano Terme.

Molto ricca è anche la collezione di Elena Grossi di Camporsevoli che comprende raffinate ceramiche greche a figure nere e a figure rosse, numeroso vasellame figurato di produzione etrusca, buccheri, bronzi e oreficerie di notevole fattura.

I materiali della collezione Secchi Tarugi, che effettuò nel 1960 una breve campagna di scavo in località Casa al Vento a 685 s.l.m. tra Montepulciano e Chianciano Terme, mettendo in luce un lungo tratto delle mura in blocchi di pietra pertinenti ad un insediamento fortificato situato sulla sommità della collina, già parzialmente indagato nel secolo scorso da L. Mieli, proprietario del luogo, il quale aveva riportato alla luce i resti di alcuni edifici e due pozzi molto profondi, in cui erano stati rinvenuti alcuni bronzetti schematici del II secolo a.C., frammenti di antefisse a testa di gorgone e a maschera silenica, numerose ceramiche a vernice nera e pesi da telaio. Fu inoltre recuperato il corredo di una sepoltura a ziro e solo parzialmente quello di una piccola tomba a camera confermando lo stretto legame di questa località con l’area chiusina.

Un altro piccolo gruppo di oggetti, esposti in questa sala, provengono dalla donazione della Signora Casini tra i quali la bella ansa di bronzo proveniente da Chianciano, mentre gli altri materiali sono tipici di tombe dell’Etruria meridionale, tra questi di notevole interesse, l’olla stamnoide decorata a cilindretto.

Altri materiali sono presenti nelle collezioni comunali tra i quali quelli della raccolta di Ottavio Simoneschi, pervenuti con l’acquisto della villa omonima. E’ da segnalare un piccolo corredo ceramico pertinente ad una tomba della fine del VII secolo a.C., scoperta in alcuni terreni lungo la strada denominata Vecchia Senese.

La seconda sezione accoglie la ricostruzione di due ambienti della fattoria tardo-etrusca di Poggio Bacherina (III-II sec. A.C), destinati alla produzione e alla conservazione del vino contenuto all’interno di grandi dolia (ziri) allineati lungo le pareti della cella vinaria, rigorosamente ubicata sul lato settentrionale dell’insediamento, come consigliavano le fonti agronomiche antiche, in quanto i venti freddi del Nord favorivano una migliore conservazione. Nella contigua terza sezione sono esposti i resti di un frontone del II sec. a.C., rinvenuto a poca distanza dalla sorgente salutare de “I Fucoli” situata lungo la valle del torrente Astrone, cioè lungo la via di comunicazione che collegava Chiusi con il mare.

La decorazione ornava un edificio sacro in materiale deperibile, forse dedicato ad una divinità salutare connessa alla vicina fonte. Gli scavi hanno permesso di recuperare alcune statue e il bellissimo acroterio laterale costituito da una figura di femminile alata identificata con Thesan la divinità etrusca del’Aurora. La divinità, modellato a rilievo, è raffigurato nell’atto di spiccare il volo verso destra e di scomparire con i primi raggi del sole; tiene un Kantharos nella mano sinistra abbassata e la destra accostata al volto per ripararsi dalle prime luci del giorno. La figura è nuda, con un mantello drappeggiato sul braccio destro, che, passandole dietro il busto, le si avvolge intorno alla gamba sinistra, ha un diadema alato, orecchini con pendente, una collana con pendenti a goccia, armille alle braccia e calzari ai piedi.

Nella altre vetrine sono presentati altri materiali dello stesso complesso, tra cui alcuni oggetti culturali, bronzetti e per i sacrifici.

L’ultima sezione è dedicata ai monumenti di età romana esistente nel territorio di Chianciano Terme: una monumentale cisterna conosciuta con il nome di “Camerelle” e il monumentale complesso termale nella centralissima località di “Mezzomiglio”. La collina occupata dalla cisterna romana delle “Camerelle” era sede di una piccola necropoli etrusca con tombe a loculo, già individuata nel secolo scorso. Le ricerche intraprese nel 1985 hanno consentito di mettere in luce una di queste sepolture databile alla fine del III e decenni iniziali del II secolo a.C., distrutta dai lavori agricoli.

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Autore scheda: Giulio Paolucci

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