Le fonti antiche di Chianciano Terme

Luogo: Chianciano Terme

Comune: Chianciano Terme

Descrizione: Chianciano Terme, conosciuta fin dall’antichità per le sue acque, si è sviluppata grazie alle proprie acque termali ed al loro sfruttamento, in primo luogo l’Acqua Santa, la Sillene e l’Acqua dei Fucoli, numerose sono anche le fonti antiche che sgorgano in vari punti del territorio, simbolo ed immagine di “città dell’acqua”.

Fonte del Poggiolo – La fonte del Poggiolo in passato “delle Taverne”, è situata in Via Risorgimento, come risulta dalla pianta del paese disegnata dal De Vegni nel 1762. L’acqua della fonte del Poggiolo è stata descritta anche dal Baldassarri nel suo trattato: “sgorga da una bocca di pietra sotto ad una volta murata e deriva da una collina di tufo e ghiaia”. Egli sostiene che i Chiancianesi, insieme alle altre fonti vicine del cancello e del Condotto, “per lungo continuato uso, l’hanno sperimentate salubri”. Negli anni sessanta la fonte fu demolita e sostituita con la fonte attuale. Fino a qualche anno fa l’acqua della Fonte del Poggiolo veniva raccolta oltre la strada di Via Risorgimento nella gora di “Panzino” ed usata per gli orti circostanti.

Fonte del Prato e lavatoio – La “Fontem Prati” è una delle poche giunte ai nostri giorni con lo stesso nome degli Statuti Latini del 1287, ed è più antica di quella del Poggiolo. Prende il nome di un appezzamento di terreno della Comunità denominato il Prato. Curiosamente, poiché nell’area vi erano stati costruiti anche i lavatoi pubblici, i vecchi chiancianesi continuano a chiamare “pratini” anche i propri lavelli: “andare al prato” significa ancora andare a lavare i panni. La sorgente è comunque una di quelle pubbliche.

Sant’Agostino – La sorgente di Sant’Agostino sgorga poco distante dal vecchio podere denominato la Fonte, a monte di Via Risorgimento sopra il Poggiolo. Si tratta di una sorgente che sgorga sotto l’alta balza del colle del Paradiso, ai cui piedi affiorano anche il Poggiolo, il Cancello, il Condotto e più in basso il Prato.

Fonte del Cancello – Sulla Via Risorgimento, all’inizio di Via XXIX Giugno, vicino al podere Ortinuovi, c’erano fino a pochi decenni fa due pilastri ed un cancello, al di là del quale, a destra salendo si trovava un vascone profondo e grande e più in basso un piccolo lavatoio. Questa fonte è citata dal Baldassarri insieme a quelle del Poggiolo, Condotto e Prato.

Fonte del Condotto – La Fonte del Condotto, citata oltre che da Maggi anche da Baldassarri, si trova vicino a quella del Cancello, sotto Poggio Faloppo. La strada e la località hanno ancora questo nome.

Fonteguerra – Citata come “Fonte Guerri” è la prima menzionata negli Statuti Latini del 1287.

Fontanelle – Abbeveratoio – Il toponimo “Fontanelle” è molto antico, indica l’esistenza di piccole fontane nel sito. La fonte è stata spostata più volte a causa delle rettifiche della strada.

Fonte della Madonna della Rosa o dell’ Incarcere – Questa piccola fonte è asciutta da molti anni. La sua vasca semicircolare di travertino si trova a ridosso di un muretto, pochi metri più a valle della Madonna della Rosa.

Fonte del Sordino – Questa piccola sorgente si trova nella strada di campagna sotto la chiesa della Madonna della Rosa, si tratta di una fonte superficiale , recentemente restaurata dal proprietario del terreno.

Fonte Perucciole – Si tratta di una delle più antiche fonti del nostro comune. Oggi si trova nella strada sotto il campo sportivo, che in passato conduceva ai Bagni, l’origine del nome deriverebbe dalla famiglia dei Peruzzi.

Fonte del Palazzo – L’acqua acidula-ferruginosa del Palazzo, sgorgava in questa località in una piccola fonte a fianco del podere omonimo, recentemente demolito. La sorgente attivava inoltre, dentro il giardino di Villa Simoneschi, un lavatoio e tre piccole fontane; ne rimane attiva solo una, sformata dal calcare.

Sorgente Sant’Elena – L’acqua della Sorgente Sant’Elena scaturisce dalle sabbie quaranta metri sotto la cima di una collina al contatto dello strato argilloso circostante. La sorgente fu portata alla luce da Giuseppe Cignozzi fin dal 1922, a seguito di vasti scavi. La captazione e l’analisi evidenziarono le qualità terapeutiche dell’acqua e Cignozzi, consigliato da esperti, pensò di sfruttare la sorgente che sgorgava e l’impresa ebbe subito molto successo e l’affluenza di tanta gente, fin dal 1925, rese necessari l’ampliamento e il miglioramento del parco annesso alla fonte. Il 1 luglio 1927 il Ministero autorizzò la vendita in bottiglia della Sant’Elena, oggi viene usata come acqua da tavola ed è efficace nella cura delle malattie che hanno per causa determinante la diatesi urica. L’acqua oligo-minerale aumenta la diuresi, depura l’organismo dalle sostanze tossiche, attenua l’infiammazione delle vie urinarie, favorisce, durante e dopo la cura l’espulsione dei calcoli renali e della renella, facilita infine la digestione. Nel corso di questi anni, numerosi sono stati gli studi e le pubblicazioni scientifiche che hanno avvalorato le virtù terapeutiche. Tra tutte le acque del territorio di Chianciano che sono state imbottigliate, ad eccezione di quelle propriamente termali, come l’Acqua Santa ed i Fucoli, la Sant’Elena è quella che ha superato gli esami del tempo ed oggi può essere considerata la “Regina” delle acque da tavola di Chianciano.

Fonte Marietta – La Fonte Marietta affiorava nel terreno adiacente all’Albergo Excelsior. Il nome Fonte Marietta appare per la prima volta nell’anno 1564, nel più antico libro delle memorie esistenti nell’Archivio di Chianciano Terme.

Fonte Strada – La sorgente della Fonte Strada si trova si trova molto vicina al fabbricato dell’Acqua Santa. L’acqua è stata incanalata e portata dentro il parco Acqua Santa fin dall’anno 1813. L’acqua Strada molto mineralizzata, scaturiva alla temperatura di 21 gradi. Attualmente sgorga in una fontana nel parco, modificata più volte, davanti alla mescita dell’Acqua Santa.

Fonte Macerina – L’acqua della Macerina, antichissima sorgente sulla strada detta dei Fornelli, fu sempre aperta al pubblico ed a sua completa disposizione. Il nome “Macerina” deriva dalla consuetudine di mettere a macerare canapa e lino nelle gore alimentate dalla Sorgente. A seguito di alcune opere di risanamento agricolo, eseguite da Giuseppe Simoneschi, la fonte fu meglio incanalata, il proprietario cinse la piantagione ma lasciò la fonte sulla formella della strada affinché passanti, cacciatori, operai e bagnanti potessero usarla, conservando così al pubblico un diritto acquisito da tempo immemorabile. L’acqua della Macerina, portata nel 1928 nel nuovo Parco Acqua Santa, alimentava una grande fontana rotonda, sprizzando dalle maschere applicate nei piedistalli che sorreggevano i due pavoni di bronzo, divenuti immagini delle Terme di Chianciano, inoltre i cittadini non rimasero delusi perché rimase anche la piccola fontana che ancora esiste sul Viale Baccelli, negli anni Trenta fu anche imbottigliata come acqua da tavola.

Bibliografia:

Angeli B., Aqua Mater-Le acque dolci di Chianciano Terme, 2009

Autore scheda: Giulio Paolucci

 

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