Necropoli di Tolle La Foce – Chianciano Terme

Luogo: Località Tolle – La Foce

Comune: Chianciano Terme

Data/periodo: VIII-II sec. a .C.

Descrizione: La necropoli di Tolle, situata in località La Foce, occupa un vasto pendio che si sviluppa tra i 550 e i 600 metri sul livello del mare, sul versante collinare che divide la zona di Chianciano dalla Val d’Orcia, da cui si gode un panorama superbo. La località è posta nelle immediate vicinanze di un valico naturale sfruttato già in età molto antica. Gli scavi condotti a partire dal 1996, dalla Direzione del museo civico, con il supporto imprescindibile dell’Associazione Geo-Archeologica di Chianciano e in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, hanno finora portato alla scoperta di oltre 800 tombe.

Molto frequenti appaiono le sepolture a ziro coperte con una o due lastre di pietra, che hanno restituito ossuari biconici lisci, olle cinerarie e canopi, documentate dai decenni iniziali del VII sec. a. C. In seguito si affermano camere ipogee in genere con deposizione singola orientate quasi costantemente verso Sud-Est o Sud-Ovest. Nell’area orientale del sepolcreto le tombe hanno una densità minore, mentre nella zona centrale e in quella occidentale la frequenza è così elevata, che in alcuni casi si sovrappongono a quote differenti, e i dromoi di accesso si intersecano.

Le camere possono essere a cella semplice oppure a tramezzo, a pianta quadrangolare o vagamente circolare. Soltanto la tomba 182 presenta sulla parete di fondo della camera destra un ampio loculo con sepoltura ad inumazione: raro esempio della compresenza dei due riti. Fra le tombe a camera sono presenti anche celle funerarie piuttosto grandi con banchina appena rilevata lungo le pareti oppure con pavimentazione realizzata con lastre di pietra fetida o di travertino. Il tipo più comune presenta una pianta circolare, con la deposizione nella zona centrale della cella. Scarsamente documentata è la camera rastremata verso il fondo, mentre del tutto isolata appare quella con pilastro centrale oppure con camera di forma rettangolare disposta ad angolo rispetto al dromos. I corridoi di accesso delle tombe risultano piuttosto brevi e in forte pendenza e sono totalmente riempiti e sigillati da argilla rossa, mentre per le chiusure furono utilizzati ciottoli, grandi pietre rotondeggianti, lastre di pietra fetida o di travertino. Di notevole interesse la cospicua presenza nella necropoli di Tolle di canopi databili alla seconda metà del VII sec. a. C. deposti all’interno di tombe a camera. Non molto documentate risultano le tomba a cassa litica in genere con ricchi corredi funerari ed ossauri pertinenti verosimilmente a quegli homines novi che connotano anche in questo caso le nuove strutturazioni che andavano subendo gli agglomerati insediativi.

Le tombe a fossa hanno forme differenti, le più comuni sono quelle a pianta rettangolare con estremità arrotondate, mentre rare risultano quelle a pianta quadrangolare. In un caso alla base della fossa sono stati scavati due loculi. La copertura di queste tombe veniva effettuata con pietre di travertino oppure con scaglie di pietra fetida, ma nella maggior parte dei casi la fossa era riempita soltanto di terra. Queste sepolture presentano in genere un orientamento con la testa del defunto rivolta ad Oriente, e in alcuni casi a Settentrione. Il vasellame di corredo era deposto ai piedi, su uno dei lati del defunto. Questo veniva adagiato supino in modo che le braccia fossero distese lungo il corpo e talvolta una delle mani era poggiata sul petto. Alcune tombe a fossa risultano prive di corredo, testimoniando forse la presenza di sepolture appartenenti a ceti subalterni.

Con l’inizio dell’età arcaica si afferma quasi esclusivamente la tomba a camera con deposizioni maschili segnalate all’esterno da cippi con plinto parallelepipedo sormontato da una sfera e femminili con piccoli segnacoli a forma di casa con tetto a doppio spiovente. Nelle tombe del VI sec. a. C. l’ossuario è costituito da olle o da urne cinerarie, di pietra fetida, arenaria e più raramente di terracotta, deposte sul fondo della camera oppure sul lato destro. Gli esemplari di pietra fetida sono di forma molto semplice che rimane immutata per un lungo periodo, soltanto in alcuni casi sono presenti richiami alla simbologia della casa, come ad esempio una piccola finestra scolpita sulla fronte, mentre gli esemplari fittili riproducono assai fedelmente l’aspetto esterno delle contemporanee abitazioni etrusche, con tetto a doppio spiovente indicato dalle file di coppi e talvolta con acroteri alla sommità. Nei decenni centrali del VI sec. a. C. risultano particolarmente numerosi vasi di bucchero di grandi dimensioni decorati a stampo verosimilmente da riferire a botteghe locali e sono presenti anche esemplari importati dall’Etruria meridionale costiera.

Alla fine del secolo fanno la loro comparsa tombe “a buca” contenenti anfore dipinte di produzione etrusca utilizzate come ossuari. Queste sono importate da Vulci (Gruppo delle Foglie d’Edera; Pittore di Micali; Gruppo di Monaco 892), da Orvieto (Gruppo di Orvieto) oppure prodotte localmente (Gruppo Vaticano 265; Pittore di Gerusalemme). Nelle sepolture tardo arcaiche sono presenti anche esemplari di skyphoi e di coppe attiche a figure nere e successivamente a figure rosse.

La ricchezza dei corredi tombali anche per quest’epoca testimonia la persistente floridezza del centro abitato afferente alla necropoli di Tolle per tutta l’età arcaica e sub-arcaica che, contrariamente a quanto era stato ipotizzato in passato, continua ad avere una notevole importanza anche nel momento della massima espansione del centro urbano di Chiusi.

Il vasto sepolcreto di Tolle risulta ancora utilizzato tra il IV e il II sec. a. C., quando appaiono documentate tombe a loculi chiuse con tegole oppure singole nicchie. Le urne cinerarie sono in arenaria, ma più comuni appaiono olle in argilla figulina oppure con decorazione a fasce. I corredi comprendono vasellame a vernice nera, unguentari e numeri oggetti di bronzo e ferro.

Scarsamente documentata appare la frequentazione in epoca romana finora documentata soltanto da due tombe.

Bibliografia:

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Benelli E., Le iscrizioni funerarie chiusine di età ellenistica, in “Studi Etruschi”, LXIV 1998 [2001], p. 225-263

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Paolucci G., Due nuove anfore del Pittore di Gerusalemme da Chianciano Terme, in “Archeologia Classica” LII, 2001, p. 207-221

Paolucci G., Dalla morte alla vita: Perseo e la Medusa su un’anfora etrusca da Tolle, in “Archeologia Classica” LIII, 2002, p. 331-340

Paolucci G., Urne cinerarie a forma di “casa” da Tolle – Chianciano, in “Studi Etruschi” LXXII, 2007, p. 85-96

Autore scheda: Giulio Paolucci

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