Domus romana a Chiusi
Luogo: Chiusi Città
Comune: Chiusi
Data/periodo: Il complesso archeologico di Via dei Longobardi risale al III secolo a.C. – VIII secolo d.C.; mentre le strutture appartenenti ad un edificio di epoca romana risalgono alla fine del I secolo a.C. – I secolo d.C.
Descrizione: Le poche testimonianze riguardanti l’organizzazione della città di Chiusi in età romana si basano su ritrovamenti occasionali. La documentazione per quanto casuale e lacunosa ha comunque permesso di ricostruire parte del tracciato del decumano, mentre mancano riferimenti per ricostruire il percorso del cardo. Ipotetica è anche la posizione del Foro in piazza XX settembre. Uno sviluppo notevole dello spazio urbano si ebbe in età medio imperiale; ne sono testimonianza pavimenti musivi ad uso di edifici privati e forse pubblici riportati alla luce in più parti della città; un’iscrizione al patrono M. Fabius Magnus Valerianus e un’altra a Ulpia Severina, moglie dell’imperatore Aureliano, l’erezione di una statua all’imperatore Settimio Severo nel 194 e elementi di arredo architettonico, come i capitelli reimpiegati nel Duomo di Chiusi. Questi ritrovamenti, insieme a manufatti artistici di rilevante fattura, dimostrano un periodo piuttosto florido per la città sia dal punto di vista culturale che economico, che prosegue anche in avanzata età imperiale, favorito dai facili collegamenti con Roma che avvenivano per via fluviale attraverso il Clanis.
Una delle ultime scoperte che andrebbero ad arricchire il patrimonio fino ad ora raccolto su Chiusi in età romana è la Domus. La Domus Romana, tornata alla luce durante alcuni lavori di ampliamento di via dei Longobardi nel 2002, risale alla fine del I secolo a.C. e fu utilizzata fino all’alto medioevo. Si affaccia sul lago di Chiusi e probabilmente in passato si sviluppava su più livelli. Per vari motivi, come ad esempio la posizione strategica lungo una delle principali vie di accesso alla città su un’altura che dominava l’intera valle, le grandi dimensioni e la sontuosità degli arredi, alcuni ipotizzano fosse la dimora di una potente famiglia aristocratica altri pensano che più probabilmente si trattasse di un edificio pubblico, molto importante, forse legato alle vicende che seguirono l’intervento militare del console Lucio Cornelio Silla nel municipium chiusino. Sicuramente la domus fu uno dei maggiori edifici del territorio, abitato almeno fino al V secolo d.C., dopo essere stato danneggiato dal terremoto del 365 ricordato da sant’Agostino.
Per adesso sono stati riportati alla luce ambienti con pavimenti a mosaico e pareti decorate da affreschi policromi a tinte vivaci e in buono stato di conservazione. I dati raccolti hanno rilevato che l’edificio doveva avere anche un impianto termale nel sottosuolo. La parte visitabile si sviluppa per circa cinquecento metri quadrati, ma gli archeologi hanno stimato che in origine l’abitazione dovesse essere molto più grande, circa settemila metri quadrati.
Lo scavo della Domus romana conferma Chiusi tra le città più prestigiose dell’Italia tirrenica dagli Etruschi in poi, per molti secoli.
Bibliografia:
AA.VV., Villa romana in scavo a Chiusi, in “Archeologia Viva”, N. 119 Settembre-Ottobre, 2006
Borghi R., Chiusi, serie Città romane n. 6, Roma, “L’erma” di Bretschneider, 2002
Paolucci Giulio, Archeologia e topografia urbana, in Paolocci G. (a cura di), I Romani di Chiusi, Roma, Multigrafica Editrice, 1988, pp. 105-116
Rastrelli A., Gli scavi urbani degli ultimi anni, in Paolocci G. (a cura di), I Romani di Chiusi, Roma, Multigrafica Editrice, 1988, pp. 117-118
Documenti:
Autore scheda: Elisa Laurini
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