Necropoli di Molin Canale – Sarteano

Luogo: Molin (Mulin) Canale

Comune: Sarteano

Descrizione: La zona di Molin Canale è l’ultima propaggine topografica e cronologica della grande necropoli di Poggio Rotondo e si estende nell’area di Solaia-Macchiapiana.

Già scavi ottocenteschi misero in luce tombe di un certo rilievo, come dimostra il corredo ricco di bronzi conservato nel Museo Civico Archeologico di Sarteano: brocche e fiaschette, oltre alla bella situla a beccuccio con testa di satiro, che sono associabili con due deposizioni di incinerati posti all’interno delle urne in travertino con i nomi dei defunti: Arista e Lar(th) Cezrtle Vipinal. Si tratta di un uomo e una donna, come dimostrano anche la presenza del pettine, tipico oggetto da toilette femminile, e lo strigile in ferro, strumento usato per detergere il sudore.

Nell’agosto del 1951 le indagini di Guglielmo Maetzke in località Molin Canale portarono al rinvenimento di tre tombe, di cui una a piccola camera con tre loculi che conservava ancora il coperchio di un’urnetta in terracotta e ceramiche di corredo acrome e a vernice nera, esposte nel museo di Sarteano. Nel 1996, in quella stessa località, il museo di Sarteano e il Gruppo Archeologico Etruria hanno messo in luce quattro tombe di III-II secolo a.C., oggi visitabili. Le tombe sono scavate nella roccia locale e, benché limitrofe e coeve, presentano tutte caratteristiche diverse: la tomba 1 è a lungo corridoio con nicchiotti su più livelli e camera centrale con porta sagomata; la n. 2 è un interessante esempio di tomba a loculi (un corridoio di quattordici metri con ben trentanove nicchiotti chiusi da tegole), ormai vicino alle tipologie tombali dei colombari romani; la n. 3 è a tre camere con banchine laterali, mentre la n. 4 è costituita da nicchie di grosse dimensioni, anch’esse chiuse da tegoloni. I pochi materiali rinvenuti, esposti al museo di Sarteano, permettono una collocazione cronologica al II secolo a.C. per la tomba a nicchiotti e al III secolo a.C. per le altre.

La rioccupazione di quest’area legata alla necropoli di Solaia durante la fase ellenistica — dopo un abbandono in fase arcaica e classica dovuto allo spostamento delle sedi insediative, e di conseguenza anche delle necropoli, verso aree di minore altitudine verso Chiusi, come la Palazzina e le Pianacce — è in linea con il trend di occupazione del territorio di Sarteano in cui la fase ellenistica vede ovunque un’occupazione “a macchia di leopardo”, collegata con molta probabilità alla creazione di fattorie sparse.

Bibliografia:

Minetti A. (a cura di), Museo Civico Archeologico di Sarteano, Siena, Amministrazione Provinciale, 1997, pp. 90-94, 97-102

Minetti A., Le ricerche a Poggio Rotondo, Solaia-Macchiapiana e Molin Canale negli anni 1951-1953, in Minetti A. e Paolucci G. (a cura di), Grandi archeologi del Novecento. Ricerche tra Preistoria e Medioevo nell’agro chiusino, Regione Toscana, 2010

Note: Il toponimo Molin Canale deriva dalla presenza in passato di un mulino che veniva alimentato dalla sorgente, tutt’ora presente. La zona, con una roccia derivata da un deposito marino pleistocenico, è anche ricca di fossili: ostrea, pecten, echinidi, bivalvi, lamellibranchi, gasteropodi, cirripedi.

Autore scheda: Alessandra Minetti

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