Serenata Montonaiola

Luogo: Via dei Servi, Piazza A. Manzoni – Siena

Contrada: Contrada di Valdimontone

Data/periodo: La Serenata Montonaiola è stata scritta nel 1979 da Carlo Fontani e musicata nello stesso anno da Saverio Manca

Descrizione: Nel 1979 i Gruppi Donne delle contrade avevano programmato un festival (che non fu realizzato), nel quale ogni contrada avrebbe potuto presentare una propria canzone. Fu così che, la rappresentante delle donne del Montone fece richiesta a Carlo Fontani, ottimo scrittore e poeta, di scrivere le parole. Il testo fu successivamente musicato dal Maestro Saverio Manca, diventando la “Serenata Montonaiola”. Da allora la Serenata Montonaiola è considerata la canzone delle donne del Montone, ma è ormai cantata da tutti i contradaioli. Il componimento per la sua bellezza e peculiarità ha stimolato la creatività di un gruppo di contradaioli si sono riuniti in un “Coro”, composto da uomini e donne e che nel 2003 hanno effettuato un CD che al suo interno contiene anche  “Serenata Montonaiola”, riproposta in una versione corale accompagnata da pianoforte. Chi vuole può ascoltarla insieme alla versione musicale creata dal Maestro Manca, nella sezione audio.

La serenata è generalmente una composizione e/o una rappresentazione musicale in onore di qualcuno ed è scritta per un gruppo di strumenti. Ma, come descrive poeticamente Carlo Fontani, qui gli strumenti non sono musicali ma, è tutto ciò che vive intorno alle scale dei Servi ad emettere suoni. Le scale: “Un proscenio ampio e bene illuminato con l’uscita di servizio in via delle Cantine, un palco che si allarga verso il fondale della Basilica, le quinte di un lato che ti accompagnano”.

Intorno ad essa il rione: “L’acqua gorgoglia nella vecchia fonte e le racconta”, la Basilica dei Servi con il suo battito dell’ore, “il silenzio della Chiesa ombrosa” testimone di adolescenti baci segreti, “il verde dei prati, e l’alberone”.

La Serenata Montonaiola è composta da quattro strofe comprendenti per la maggior parte sei versi ciascuna, con rima alternata nei primi quattro e baciata negli altri due, così nel ritornello, che si interpone sempre tra due strofe, ripetendo per tre volte: “Donne sedute sulla scala bianca/tante favole belle a raccontar/mentre la luce cala e pare stanca /sopra una Siena bella da baciar”, nel ritornello finale cambia e non è più “Siena bella da baciar, ma sono le donne, tutte le donne “Donne sedute sulla scala bianca/tante favole belle a raccontar/calda è la vostra voce/ e tutte, tutte vi vorrei baciar”; e chiude focalizzando l’oggetto da baciare, “donne del sogno, della mia canzone/meravigliose donne del Montone”. La canzone fa una panoramica sul rione della Contrada collocato in una “Siena bella da baciar” ed evoca le donne del Montone: “donne del sogno, della mia canzone”, che si relazionano su quella “scala bianca”, come in una scenografia teatrale.

Già nel 1967, in un articolo pubblicato su La Nazione del 27 aprile, Carlo Fontani scriveva della scalinata dei Servi: “la scalinata sta lì a guardare, anch’essa resa saggia dall’età, foro e circolo privato, salotto e stanza da letto, università e luogo di amore. è logora, corrosa dai secoli, è la stessa, guarda, sopporta, tace. Sta lì, e ogni tanto alza gli occhi per travedere, dal muro che le dà un po’ fastidio, quella sua Siena arroccata attorno alla Torre del Mangia; quella Siena che è nata insieme a lei e che, da un momento all’altro, pare precipitare verso la Valdimontone”. Quindi già dodici anni prima la scalinata era considerata “l’ombelico” del rione e della vita contradaiola.

D’altra parte, come dice Alessandro Falassi nel suo libro Per forza e per amore: “I contradaioli spesso cantano di sé, perché la prima funzione dei canti di contrada è quella dell’autoaffermazione antagonistica. Si canta per farsi sentire, per darsi peso, per far vedere chi siamo” e “l’elemento che identifica maggiormente le contrade è il loro nome proprio che è lo stesso dell’animale totemico dell’insegna”.  Infatti i canti più conosciuti che si imparano sin da piccoli sono l’Inno e le canzoni che rievocano il “simbolo totemico”, nel caso del Valdimontone: un Montone.

Nei canti di contrada sono molto spesso rievocati luoghi che caratterizzano il proprio rione e che contribuiscono a determinare quell’appartenenza che individua una comunità e la distingue dalle altre, costituendo motivo di identità e di supremo orgoglio. Il proprio territorio rappresenta insieme alla bandiera e ai colori  un emblema da difendere e da offendere (nel caso di contrada rivale), nella vita contradaiola rappresenta una semplice cultura popolare che nel tempo diventa storia.

Bibliografia:

Dragoni I., Analisi del repertorio canoro tradizionale della Contrada di Valdimontone, relatore A. Falassi, anno accademico 2007-2008, pp. 30-31

Falassi A., Per forza e per amore, Milano, Ed. Bompiani, 1980, pp. 53-54, 59, 77, 115

Fontani C., “Corsivi”… c’era una volta Siena, Siena, Industria Grafica Pistolesi Editrice “Il Leccio”, 2004, pp. 13-15

Fontani C., Siena a ritroso – La scalinata dei Servi, in “La Nazione , cronaca di Siena”, 27 aprile 1967 pag. 5

Giannetti A., Carlo Fontani (1921-1980), in A. Savelli (a cura di), Contradaioli di accesa passione. Il Comitato Amici del Palio nel secondo dopoguerra senese, Siena, Arti grafiche Ticci, 2005, pp. 191-197

AA.VV., I posti del cuore, in “Pochi ma Boni”, anno XV, n. 1, aprile, 2008, pp. 15-16

Pepi G., Presentazione, in“Corsivi”… c’era una volta Siena, Siena, Industria Grafica Pistolesi Editrice “Il Leccio”, 2004, pp.7-8

Petreni S., I posti del cuore, in “Pochi ma Boni”, anno XV, n. 2, giugno, 2008, p. 20

Note:

Luogo

Le scale dei Servi salgono fino al sagrato antistante la Basilica dei Servi: da qui è possibile osservare un panorama su Siena tra i più belli della città.  Le scale dei Servi sono nel cuore del rione della Contrada del Valdimontone dove si raccoglie il fluire della vita contradaiola.

L’“Alberone” era un Cedro del Libano presente al “Prato dei Servi” dal 1901, che per oltre un secolo ha assistito a tutti gli eventi che hanno caratterizzato la Contrada del Valdimontone. Purtroppo il 6 marzo del 2003 fu abbattuto per il suo cattivo stato di salute: un’ospite indesiderato e letale, l’armillaria, aveva invaso le sue radici.

Parole, musica, coro

Parole: I versi della canzone Serenata Montonaiola sono scritti da Carlo Fontani, indimenticabile Priore della Contrada del Valdimontone, nato a Siena in Via dei Servi il 26 maggio 1921 e scomparso prematuramente l’11 marzo del 1980. Il padre Guido, detto “Morino”, proveniva da Castellina in Chianti, simpatizzante per la Contrada dell’Istrice, era portalettere di campagna e per arrotondare si faceva dare un po’ di lavoro dal falegname Ciacci del Ponte di Romana; la madre Margherita era montonaiola, cognata di Bruno Masi, Vicario della Contrada del Valdimontone dal 1955 al 1957. Frequentò con successo l’Istituto Sallustio Bandini per ragionieri, si diplomò nel 1939 ad Asmara in Eritrea dove si era trasferito nel 1938 con la madre e la sorella per raggiungere il padre che già da un anno lavorava per le Regie Poste di Asmara. Scoppiata la guerra tre anni dopo, si arruolò volontario e dopo il corso allievi ufficiali di Adi Ugri, fu assegnato come sottotenente al 184° battaglione arabo-somalo per lo scacchiere sud del generale Pietro Gazzera. Partecipò ai combattimenti che si accesero ai confini del Kenia e del Sudan, nella regione dei laghi. Si meritò una medaglia d’argento al valore. Ferito durante un’azione per spezzare l’avvio di un attacco di soldati inglesi e nigeriani, fu preso prigioniero e vagò in campi di concentramento a Zanzibar, in Uganda, in Kenia fino al 1947 quando fece rientro a Siena ricongiungendosi alla famiglia. Trovò impiego come dattilografo in un ufficio comunale e lì incontrò la donna della sua vita Nella Giuggioli che sposò nel 1949 ed ebbe quattro figli: Simonetta, Senio, Duccio e Vanni. Giornalista e pubblicista, alternò esperienze di lavoro a quelle di studio. Dal 1948 al 1980, collaborò alla pagina senese del quotidiano La Nazione e ad altri periodici come Il Tirreno di Livorno, a riviste settimanali satirici e politici romani nell’immediato dopoguerra. Fu tra i fondatori del Campo di Siena, al quale collaborò attivamente anche dopo la morte del direttore Mario Celli. Ma la sua attività migliore la tradusse in poesie, sonetti, commedie, racconti, novelle e libri. Vinse il Premio Torino per “Voci nuove” e il “Premio Viareggio” per un racconto di carnevale del 1962. Una delle prime pubblicazioni fu Serenate, sonetti in vernacolo del 1951. Nel 1959 pubblicò, insieme a Tambus, Siamo fatti così dedicato alle Contrade e al Palio. Nel 1956 uscì il romanzo Chebbedè, storia di un ragazzo etiopico, colmo di dolci ricordi. Nel 1973 pubblicò Il Morino, storia di un uomo semplice dedicato al padre, impiegato alle poste. Altri deliziosi sonetti raccolti in Chiacchiere sull’uscio del 1976 e, dello stesso anno, Getsemani e altri racconti. Nel giugno del 1979, con un’amabile copertina di Maruska Pradelli Rossi, fu edito uno dei suoi ultimi libri: Poesie. Fin da piccolo partecipò alla vita di rione, fu Consigliere di Seggio dal 1951 fino al 1963, responsabile del numero unico celebrativo della vittoria del 1958, tenente del capitano Alfredo Pianigiani dal 1959 al 1961, Vicario generale dal 1964 al 1965,  Priore nel biennio 1969-1970 e da allora fu membro del Collegio dei Maggiorenti.

Musica: La canzone Serenata Montonaiola è stata musicata dal Maestro Saverio Manca, contradaiolo del Valdimontone, nato a Siena il 20 Gennaio del 1946. Si è diplomato nel 1977 presso il Conservatorio Boccherini di Pisa. Apprendiamo direttamente dalle parole del Maestro che da allora si è dedicato alla musica, soprattutto eseguendo al pianoforte musica dal vivo, riproducendo vari generi musicali: dal jazz alla musica classica. Ha realizzato nel 2013 la versione di “Serenata Montonaiola” eseguita al pianoforte in una sua personale interpretazione.

Coro: L’avventura del Coro della Contrada di Valdimontone ebbe inizio in occasione della “Terza rassegna della Canzone senese” organizzata dalla Società della Giraffa nel novembre del 1998. E, come racconta il Direttore del Coro Nicola Sodi: “Già da due anni in Giraffa si organizzava questa rassegna e insieme ad amici con i quali condividevo la passione per il canto decidemmo di partecipare. Arruolai un numero di ragazzi e ragazze sufficientemente equilibrato…. Le prove allora le facevamo nella vecchia stalla di Contrada, in fondo a Via dei Servi con poca luce, tanta polvere e in mezzo alla muffa ed alle cianfrusaglie. La prima esecuzione fu in una sala del S. Maria e ne uscimmo così felici ed eccitati che fu facile per i ragazzi trascinarmi in quell’avventura che durerà fino al 2005, passando per altre rassegne e concerti nelle quali mi cimentai nell’armonizzazione di brani noti e meno noti, tra cui anche l’Inno del Montone e la Serenata Montonaiola, tutti eseguiti a 4, 5 o 6 voci miste e rigorosamente a cappella”.

Qualche anno prima del 2003, quando il Coro riscoprì un brano semi-inedito scritto nel 1956 da Carlo Fontani e musicato da Chang Hao, un suo amico musicista dell’Accademia Chigiana, ripresero a cantare e realizzarono una registrazione intitolata “Nostalgia di Siena” presentata nell’aprile del 2003, in occasione della Festa titolare delle Contrada del Valdimontone. Questo CD contiene al suo interno ben 16 canzoni, la maggior parte sono canti senesi e solo alcuni sono della Contrada del Montone, tra cui Serenata Montonaiola. Il Coro, che negli anni ha subito poche variazioni, si componeva di 4 soprani: Laura Bencini, Alessandra Gesuele, Francesca Poggianti, Martina Sodini; 4 contralti: Monica Ciabatti, Daniela Fantoni, Maria Assunta Santillo, Irene Turchi; 5 tenori: Mauro Gorelli, Luigi Monciatti, Riccardo Ricci, David Rustioni, Duccio Rustioni; e 4 bassi: Fabio Bogi, Luca Borghi, Lorenzo Santi, Nicola Sodi, quest’ultimo è stato il direttore del Coro del Valdimontone che si è sciolto nel 2005.

Inno

Ogni Contrada ha un suo inno. Quello della Contrada del Valdimontone è nato negli anni Cinquanta, da versi scritti dal montonaiolo Bruno Masi detto “Bruma”, poeta vernacolo e famoso cappellaio di Via dei Pellegrini, e musica composta dal Maestro Carlo Sottili, un marciabile in 6/8 dalla melodia assai “cantabile” elaborato contrappuntisticamente e appoggiato alle parti tenorile e baritonale degli strumenti.

Documenti: 

Testo serenata montonaiola

Audio: Serenata montonaiola, versione corale della canzone cantata dal Coro di Valdimontone (2003); Serenata montonaiola, versione musicale della canzone, cantata e musicata da Saverio Manca (2013)

Autore della scheda: Contrada di Valdimontone, Simonetta Petreni

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