Chiesa Canonica di San Bartolomeo a San Rocco a Pilli
Luogo: San Rocco a Pilli
Comune: Sovicille
Data/periodo: XIV secolo costruzione originaria, XIX secolo ricostruzione
Descrizione: La chiesa di San Bartolomeo a San Rocco a Pilli è ricordata negli scritti come una tra le più antiche delle diocesi, benché il primo documento in cui un sacerdote compare come parroco di quella chiesa è datato 1389. Nel corso del XV secolo, a causa della cattiva amministrazione, le rendite erano scarse, tanto che i parrocchiani inviarono una petizione a papa Martino V offrendosi di aumentarle in cambio del diritto di nominare loro stessi il parroco, fu probabilmente in quel periodo che vennero trasferiti alla chiesa alcuni beni della canonica di Santa Maria a Pilli, a cui il nome di San Bartolomeo fu associato per lungo tempo.
Attraverso le relazioni delle visite pastorali compiute dai vescovi tra il XVI e il XVIII secolo, si conoscono i problemi strutturali esistenti fin dall’epoca; fu per questo motivo che fin dal 1690 vennero eseguite una serie di riparazioni alle travi, ai tetti e ai sola che non risolsero definitivamente i problemi, poiché nel 1744 il Parroco Don Francesco Sguazzini fu costretto a chiudere la chiesa e a trasferirsi nella vicina sede della Confraternita di San Rocco.
Tra le opere che ornavano la chiesa primigenia di San Bartolomeo si ricordano pitture di Ventura Salimbeni e Gian Paolo Pisani, di cui oggi non se ne ha alcuna traccia e una tavola con una Madonna e Bambino attribuita a Segna di Bonaventura, oggi parte della collezione dell’Opera del Duomo di Siena.
La chiesa versava in stato di abbandono agli inizi del XIX secolo, quando il marchese Francesco d’Elci si offri di finanziare il restauro dell’edificio in cambio del giuspatronato che gli venne concesso il 30 luglio 1818. Il progetto fu affidato all’architetto Agostino Fantastici, protagonista del neoclassicismo senese, e i lavori si svolsero negli anni venti dell’Ottocento. La pianta della chiesa a croce latina rimase invariata, mentre la facciata fu completamente rifatta, le pareti e il campanile furono elevati e la canonica ampliata. Tracce dell’antica struttura medievale si notano comunque all’esterno, sul lato sinistro della navata.
All’interno della chiesa, a campata unica, si innalzano cinque altari di cui quello maggiore, in marmo con tabernacolo a tempietto e due candelabri in stile impero, è affrescato a fingere marmi policromi, gli altri sono ornati da dipinti a tempera su muro in cui sono raffigurati San Rocco, Il battesimo di Cristo, la Crocifissione e la Madonna del Rosario, opera di Antonio Castelletti da Panicale, con pesanti successivi rifacimenti. Tra le opere di rilievo, oggi non più presenti, c’era una Madonna con Bambino attribuita al Maestro di Badia Isola, oggi conservata al Museo dell’Opera del Duomo di Siena. La volta a botte cassettonata è ornata dalle figure di San Bartolomeo e dei quattro evangelisti, nella zona presbiteriale, e lungo la navata dai busti di San Bernardino e Santa Caterina insieme a ornamenti neoclassici, realizzati durante il rifacimento del Fantastici.
Bibliografia:
Moretti, V. Passeri, Pievi, castelli, ville. Architettura e assetto urbanistico, in Sovicille, a cura di R. Guerrini, Cassa Rurale e Artigiana di Sovicille, Milano, Electa, 1988, p. 73
Boetti, Suovis Locus ille, Sovicille. Vicende delle sue origini nella storia, Sovicille-Siena, Cassa Rurale di Sovicille, 1980, pp. 213-215
Cresti, L. Zangheri, Architetti e ingegneri nella Toscana dell’Ottocento, Firenze, Uniedit, p. 92
Repetti, Dizionario Geografico fisico storico della Toscana, I, Accademia dei Georgofili, Firenze, 1834, p. 264
Fonti:
Scheda ICCD di riferimento: ASBAP Si e Gr: scheda di catalogo n. 00494974 (compilata da P. Scattoni, 1981)
ASS, ms, G. Merlotti, Relazione storica di tutte le moderne e antiche parrocchie della campagna […] diocesi di Siena, 1881, p. 498-500
Links:
Sito della Pro Loco di Sovicille
Sito della Regione Toscana “I luoghi della fede”
Note: Agostino Fantastici, oltre a progettare il restauro dell’edificio, disegnò probabilmente gli arredi della chiesa, di cui si conservano un coro, due confessionali e dieci panche, trasferiti nella chiesa di nuova costruzione, mentre sono rimaste in loco due acquasantiere. Il Marchese dei Conti d’Elci che promossero il restauro erano i proprietari della vicina villa di Cavaglioni e fecero apporre sulla facciata della chiesa il loro stemma di famiglia, oggi non più presente. A causa di problemi statici la chiesa di San Bartolomeo è stata abbandonata dal 1953 al 1994, quando iniziarono i lavori di restauro conclusi nel 2000.
Autore scheda: Irene Sbrilli