Il borgo di Castiglioncello del Trinoro – Sarteano

Luogo: Castiglioncello del Trinoro

Comune: Sarteano

Data/periodo: Sull’origine del borgo di Castiglioncello del Trinoro è impossibile dire una parola definitiva: si è a lungo pensato che fosse sede di un abitato di epoca villanoviana afferente alla non distante necropoli di Poggio Rotondo, ma in realtà i recenti scavi condotti sull’acropoli dall’Università di Siena non hanno offerto nessuna conferma di una presenza etrusca. Quel che è certo è che nel Medioevo, Castiglioncello fu un importante comune fortificato con ben cinque chiese e il Palazzo Comunale.

Descrizione: La storia di Castiglioncello del Trinoro, oltre che dagli scavi del cassero, si può ricostruire attraverso una serie di documenti: nel 1117 e nel 1127, in due riprese, fu ceduto dai conti Manenti di Sarteano all’abbazia camaldolese di San Pietro in Campo in Val d’Orcia. In seguito, almeno dal 1185, fu conteso a lungo tra l’Abbazia del Vivo d’Orcia, alla quale era stata aggregata quella di San Pietro, e i Manenti.

Nel 1226, i monaci posero sé stessi e i loro beni sotto la protezione della Repubblica senese, a cui passò nel 1250 anche Castiglione detto dei Ladroni e oggi chiamato Castiglione senese. Nella nuova guerra tra Siena, Firenze ed Orvieto, il castello fu di nuovo sottratto ai Senesi nel 1254, per essere nuovamente acquisito nel 1260, dopo la battaglia di Monteaperti. Nel 1275, Siena lo cedette alla potente famiglia dei Salimbeni, i quali sembra che vi abbiano ospitato Santa Caterina da Siena. Dopo aver fatto parte delle proprietà di Perugia, dal 1419 Castiglioncello fu di nuovo sotto la Repubblica senese e con essa entrò a far parte del Granducato di Toscana nel 1555.

La sua posizione dominante, a 774 metri di altitudine sulla Val d’Orcia, ne fece durante tutto il Medioevo un centro importante di controllo dell’asse viario di raccordo alla via Francigena. Proprio sfruttando questa posizione strategica, Castiglioncello divenne sede di banditi che derubavano chi percorreva quel tratto di strada. Il toponimo sembra in effetti derivare da Castrum trium Latronum, cioè “castello dei tre ladroni”, ingentilito poi in Castrum Leoncelli Trinaurum (“castello delle tre punte d’oro”).

Lo scavo del cassero sulla sommità di Castiglioncello, condotto dalla cattedra di Archeologia medievale dell’Università di Siena e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, ha messo in luce una frequentazione dell’area, con l’edificazione di una possente struttura con due torri, almeno a partire dalla seconda metà del X secolo fino al XIV secolo. Le due strutture di avvistamento risultano edificate ad un secolo di distanza l’una dall’altra, tra XII e XIII secolo, all’interno di un circuito murario che costituiva il limite della parte signorile. A questo, nel XIII secolo, fu aggiunta una porta imponente con stipiti in pietra, collegata a una scalinata, e una cisterna addossata alle mura. Dopo un’ultima ristrutturazione nel XIV secolo, l’intero complesso fu abbandonato e tra il XV e il XVI secolo si trasformò in cava di pietra per la costruzione del borgo.

Dell’antico splendore delle strutture comunali si conservano oggi soltanto la chiesa di Sant’Andrea, riferibile al XII secolo, con un forte rifacimento nel XVII secolo, e la Porta Senese con il tratto di circuito murario adiacente, databile al XIV secolo. Alle mura si sono appoggiate nel corso del tempo alcune strutture abitative su cui si è impostato il torrione a sezione circolare, tuttora visibile, facente parte dei rifacimenti quattrocenteschi del circuito murario. Un altro tratto di circuito murario si conserva sul fronte esterno delle abitazioni poste nel pendio sud-est del poggio. Inoltre è ancora visibile il portale del Palazzo Comunale.

Oggi, ciò che caratterizza maggiormente questa piccola frazione è lo spettacolare affaccio sulla Val d’Orcia, con una visuale molto ampia che raggiunge la Rocca di Radicofani e il Monte Amiata.

Bibliografia: 

Cammarosano P. e Passeri V., Città borghi e castelli dell’area senese-grossetana, Siena, Amministrazione Provinciale di Siena, 1984

Autore scheda: Alessandra Minetti

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