Pieve di San Giusto in Salcio – Gaiole in Chianti

Luogo: San Giusto in Salcio

Comune: Gaiole in Chianti

Data/periodo: La pieve è ricordata in un documento del 1020 riguardante i possedimenti dei Ricasoli-Firidolfi conservato nell’archivio del castello di Brolio

Descrizione: La chiesa presenta una pianta a tre navate con tre absidi finali.

Gli archi della navata centrale sono costituiti da pilastri caratterizzati da un accenno di capitello alla sommità. Finestrelle a doppio strombo si trovano in ciascuna abside e distribuite lungo le pareti delle navate.

La torre campanaria, a base quadrata e realizzata in alberese, è stata totalmente riedificata tra il 1926 e il 1929 in seguito a un restauro integrale, condotto dall’architetto Egisto Bellini, che ha coinvolto l’intero edificio: soltanto la facciata, le parti basse del paramento murario esterno della navata e l’abside centrale sono originali.

Nel complesso, la pieve è rigorosa nelle proporzioni e nei colori. L’edificio, completamente spoglio, custodisce una Madonna dell’Umiltà di primo Cinquecento, modesta opera di ambiente fiorentino sull’esempio del Ghirlandaio. Fino a qualche anno fa, ospitava un moderno crocifisso ligneo dello scultore inglese Mattew Spender, residente nel comune di Gaiole in Chianti da diversi anni.

Bibliografia:

Anichini F., Enciclopedia del Chianti senese, Siena, Cantagalli, 2005, pp. 148 e 363

Barzanti R., Chianti senese: pievi, castelli, borghi, vigneti e cantine, Milano, Mondadori, 1998, p. 185

Torriti P., Le chiese del Chianti, Firenze, Le lettere, 1993, pp. 146-148

Valenti M., Il Chianti senese: Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti, Siena, Nuova immagine, 1995, pp. 251-252

Note: La leggenda sul nome di questa pieve vuole che alcuni contadini, intenzionati a cercare il luogo adatto alla costruzione dell’edificio religioso, si aggirassero nella zona portando con loro un vitello piuttosto ribelle. Per ammansire la bestia venne divelto un virgulto di salice e il rametto iniziò a grondare sangue. Per ricordare l’evento miracoloso si decise di costruire la chiesa proprio in quel punto e di aggiungere al nome di San Giusto l’espressione “in Salcio”.

Autore scheda: Francesca Rosini

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