Il sistema delle grance senesi

 

Luogo: Val d’Arbia e altre zone del senese

Comune: Asciano, Buonconvento, Monteroni d’Arbia, Rapolano Terme, Montalcino e altri comuni del Senese

Descrizione: Si fa risalire almeno agli inizi del XIII secolo la vasta rete di proprietà a disposizione del Santa Maria della Scala nel territorio senese.

Prima della costruzione delle grance, i beni dello Spedale venivano amministrati dagli ospedaletti rurali, nati come luoghi di assistenza e ricovero. Dai documenti risulta che nel 1286 le proprietà amministrate da un frate alle dipendenze del Santa Maria della Scala erano collocate ad Asciano, Serre di Rapolano, Montisi, San Quirico, Sasso di Maremma, Corsignano e Spedaletto (Pienza). Nel 1305, tali centri erano ancora indicati come “case”.

Con l’aumento dei possedimenti, fu necessario ampliare le funzioni e le competenze di alcune queste strutture, che furono ammodernate e trasformate in grance, cioè in fattorie fortificate (si prenda ad esempio la grancia delle Serre di Rapolano); altre grance, come quella di Cuna (Monteroni d’Arbia),  furono invece costruite ex-novo.

Il termine “grancia” appare per la prima volta nel 1318 nello statuto del Santa Maria della Scala, dove sono nominate le sedi più importanti, in seguito indicate come “grance maggiori”: Grosseto, Cuna, Spedaletto, Serre di Rapolano, San Quirico e Montisi. Altri sedi sono citate in alcuni documenti del 1379, anno in cui furono nominati gli ufficiali preposti a gestire le fattorie di Ravacciano, Stigliano, Scrofiano, Chiusi, Sant’Angelo in Colle, Paganico e Montepescali.

Alla fine del Trecento, lo Spedale senese entrò in una fase di crisi che ebbe gravi ripercussioni sulla gestione del sistema delle grance: il personale amministrativo fu ridotto, alcune strutture furono vendute e altre accorpate. Nel XVI secolo, le grance di proprietà del Santa Maria della Scala erano dodici: Castello, Camigliano, San Quirico, San Giusto, Grosseto, Montisi, Prata, Montepescali, Cuna, Spedaletto, Serre di Rapolano e Masse.

Le grance, dove si amministravano tutti i possedimenti e le rendite del Santa Maria della Scala, erano governate dal “grancere”, un ufficiale che si occupava della supervisione delle attività economiche, gestiva i rapporti con i coloni che lavoravano i campi, controllava l’andamento e la ripartizione della produzione agricola e metteva in atto con estrema puntualità gli ordini che giungevano da Siena. Il Santa Maria della Scala attestava i risultati ottenuti da ogni grancia attraverso i controlli periodici effettuati dagli scrittori maggiori.

Elemento fondamentale del sistema delle grance era la rete viaria che collegava i diversi possedimenti. A cavallo tra il XIII e il XIV secolo, attorno alle strade principali, venne costruita una rete di percorsi (circa settanta strade) che coprivano capillarmente tutto il territorio senese, rendendo più semplice lo scambio commerciale tra le varie tenute.

Bibliografia:

Franchi F.C. e Coscarella G., Le grance dello Spedale di Santa Maria della Scala nel contado senese, in “Bullettino senese di storia Patria”, XCII, 1985, pp. 66-92

Lecchini E. e Rossolini S., Un popolo un castello. Storia delle Serre di Rapolano, Siena, Alsaba, 1993

Redon O., Uomini e comunità del contado senese nel Duecento, Siena, Amministrazione Provinciale di Siena, Accademia Senese degli Intronati, 1982

Note: La grancia di Serre di Rapolano ospita oggi il Museo dell’Antica Grancia e dell’Olio.

Autore scheda: Nicola Patti

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento