La Riserva Naturale di Lucciola Bella – Pienza

Luogo: La Foce

Comune: Pienza

Data/periodo: La Riserva Naturale di Lucciola Bella è stata istituita insieme ad altre dieci dall’Amministrazione Provinciale di Siena nel 1996 allo scopo di salvaguardare e tutelare ambienti di elevato valore naturalistico

Descrizione: La Riserva, situata a sud-est della cittadina di Pienza, lungo la strada che dalla Val d’Orcia porta a Chianciano Terme, circoscrive un piccolo angolo del famoso paesaggio delle Crete Senesi, che qui ha le sue ultime propaggini orientali. Lucciola Bella è il nome del podere  che, insieme a molti altri domina le colline argillose su cui sorge l’area protetta. L’elemento saliente è certamente costituito dal paesaggio delle biancane e dei calanchi, forme erosive caratteristiche del paesaggio delle Crete Senesi, e ad esso sono legati importanti ed esclusivi aspetti vegetazionali e ornitologici.
Il fiume Orcia, che nasce pochi chilometri ad oriente, sul Monte Cetona, scorre ai piedi dell’area protetta formando un largo letto ciottoloso, insinuandosi poi tra le gole di Ripa d’Orcia fino a gettarsi nell’Ombrone, nei pressi di Monte Antico.  Una parte della Riserva Naturale è ricoperta dalle particolari forme di degrado geomorfologico dette biancane e calanchi. Le argille della Val d’Orcia sono sedimenti geologicamente giovani, che si sono deposti durante il Pliocene (a partire da 5 milioni di anni fa) in un profondo braccio di mare che sommerse la valle e una buona parte della Toscana per circa 2 milioni di anni. Nei tratti costieri di questo antico mare, o comunque dove la profondità era minore, si depositarono sedimenti più grossolani, come sabbie e conglomerati, che formano le pareti verticali situate nelle propaggini settentrionali della Riserva e vanno a costituire il crinale di La Foce e le alture di S. Quirico e Pienza, dove queste litologie, più resistenti, furono prescelte per la costruzione dei centri abitati.

Le argille plioceniche sono sedimenti costituiti da particelle finissime e facilmente erodibili dalle acque piovane che le modellano in particolari forme di erosione, fra quali i calanchi e le biancane sono tra le manifestazioni più appariscenti e sicuramente più caratteristiche. Soggetti a continui cambiamenti ad ogni pioggia, i calanchi, rappresentati nella Riserva solo in un piccolo lembo meridionale, compaiono, su ripidi pendii, come affilate creste di terra separate da strette vallecole, in un complicato reticolo creato dal ruscellamento concentrato delle acque piovane. Le biancane sono forme molto più dolci, tondeggianti, e ricoprono in gruppi numerosi una significativa estensione della Riserva, localizzandosi nella parte alta dei versanti in gruppi più o meno estesi. Il loro nome deriva dalla tipica colorazione biancastra dovuta ad efflorescenze di thenardite, un solfato di sodio che si deposita, specialmente in determinate condizioni climatiche, preferibilmente sui fianchi direttamente esposti all’irraggiamento solare.

L’uomo, mettendo a coltura e a pascolo territori un tempo boscati, ha senza dubbio fornito nuove superfici all’azione erosiva della pioggia, contribuendo alla formazione di calanchi e biancane. Allo stesso modo però è stato ed è anche il principale nemico per molte di queste affascinanti forme, che solo il tempo, nell’arco di qualche secolo, avrebbe prima o poi cancellato. Con l’arrivo dei nuovi mezzi meccanici in agricoltura, negli anni ’70, molte delle biancane delle Crete Senesi furono irrimediabilmente spianate per acquisire nuova superficie coltivabile.

La Riserva Naturale Lucciola Bella conserva ancora intatte alcune di queste importanti forme geomorfologiche. La vegetazione di maggior interesse della Riserva la si ritrova però proprio nelle superfici disboscate e oggi maggiormente sottoposte all’erosione, come i calanchi e, soprattutto, le biancane. In questi terreni in gran parte nudi si è sviluppata infatti una particolare vegetazione alofitica, costituita cioè da piante adattate alle alte concentrazioni di sali sodici. Di questa vegetazione estremamente specializzata, una delle principali emergenze naturalistiche della Riserva, fa parte l’artemisia, un piccolo cespuglio aromatico dalle foglie sfrangiate di color verde-azzurrognolo, endemico dei terreni argillosi in erosione della Toscana e dell’Emilia Romagna, che nella Riserva si stabilisce principalmente sui fianchi dei calanchi e delle biancane. Molto appetito dalle pecore, l’artemisia è la principale responsabile del particolare sapore che ha dato la celebrità al formaggio pecorino.

Il paesaggio agricolo tradizionale, con campi e pascoli interrotti da siepi, boschetti e prati naturali, è ormai universalmente riconosciuto come un ambiente ricchissimo di fauna, un vero e proprio “ecosistema agricolo”, dove la diversificazione del territorio concorre a tenere alto il numero delle specie presenti. In particolare questo tipo di ambienti agricoli determina la presenza di moltissime specie di uccelli, gran parte delle quali sono oggi minacciate di estinzione.

Bibliografia:

AA.VV., Le Riserve Naturali della Provincia di Siena ,Montepulciano, Editrice Le Balze, 2001

Autore scheda: Raffaella Smaghi

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