Frammento marmoreo di San Pietro

Luogo: Via Camollia, 173 – Siena

Contrada: Contrada Sovrana dell’Istrice

Data/periodo: Opera databile nell’arco del XV secolo

Descrizione: A quanto ci risulta, la prima citazione di questa scultura compare nella poderosa opera di Francesco Brogi del 1865, intitolata Inventario delle Opere d’Arte della Provincia di Siena. Pubbliche Vie, dove il Brogi annota brevemente: “Camollia presso alla Chiesa della Magione, San Pietro colle chiavi nella mano destra, Meno di mezza figura di proporzione, Due terzi dal vero, Bassorilievo scolpito in marmo, Anonimo sec. XV, Frammento mutilato in vari luoghi”.

La documentazione conosciuta non permette di dare una paternità certa a questa piccola ma affascinante scultura. Studi relativamente recenti (Carlo Del Bravo, 1970) attribuiscono quest’opera a Giovanni di Stefano (Siena 1443-1504?), figlio di Stefano di Giovanni detto “il Sassetta” considerato il maggior pittore senese del Quattrocento. Tale attribuzione, generalmente accettata (Enzo Carli, 1980), è basata sulle affinità stilistiche riscontrate dal confronto del San Pietro con altre opere di attribuzione certa e documentata a Giovanni di Stefano, il quale ebbe numerose commesse non solo a Siena ma anche a Urbino. È quasi certo che Giovanni fu allievo di Lorenzo di Pietro detto “il Vecchietta” e fu maestro a Lorenzo di Mariano detto “Il Marrina”, ed è da questo ambiente, così permeato delle esperienze di grandi botteghe d’arte, che ha preso forma l’effigie marmorea di San Pietro. Si può ipotizzare che questo frammento sia ciò che rimane di una figura più grande collocata in origine nel complesso architettonico della Magione. Sappiamo infatti che durante la Guerra di Siena (1554-1555) e l’assedio posto dagli eserciti imperiali e medicei che interessò in particolare questa parte del territorio di Camollia, il complesso della Magione fu seriamente danneggiato dai cannoni del Marignano; è possibile quindi che alcune parti architettoniche si siano distaccate dalla loro sede originaria. Forse il San Pietro era collocato in facciata, magari in una cornice marmorea di cui compaiono ancora alcune tracce. Poi, magari, mani pietose hanno raccolto l’effigie e l’hanno collocata là dove la vediamo adesso.

Bibliografia:

Ascheri M., La chiesa di San Pietro alla Magione nel Terzo di Camollia a Siena, Siena, Cantagalli, 2001, fig.46, p. LX

Del Bravo C., Scultura senese del ‘400, Firenze 1970, p. 90

Ghezzi S., Una scultura da salvare, in “L’Aculeo”, n. 1, anno XIX (2000), p. 2

Fonti:

La Magione del Tempio. Bollettino della Società Senese degli Amici dei Monumenti, Siena MCMLVII

Rivista “BELL’ITALIA”, n. 16, Cairo Editore, novembre 1994, p. 38

Note: Il bassorilievo è stato restaurato nel 2003 a cura e spese della Contrada Sovrana dell’Istrice.

Autore scheda: Contrada Sovrana dell’Istrice, Sergio Ghezzi

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