Carlantonio Longi

Luogo: Sinalunga

Comune: Sinalunga

Settore di riferimento: Cinema

Descrizione: Carlantonio Longi nasce a Livorno nel 1921 e muore nel 1980, all’età di cinquantanove anni, nella sua dimora di Sinalunga.

Dopo aver compiuto gli studi all’Istituto d’Arte di Firenze e aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Roma, Longi intraprende l’attività di pittore e ritrattista e soprattutto quella di cartellonista cinematografico.

In seguito, abbandonata l’attività di cartellonista, si dedica alla grafica pubblicitaria. Con l’arrivo degli anni Settanta, Longi si trasferisce con la famiglia a Firenze per dedicarsi esclusivamente alla pittura.

L’attività legata all’industria cinematografica dura quasi un trentennio (dai primi anni Quaranta alla fine degli anni Sessanta) e consacra Carlantonio Longi alla fama nazionale. Tra bozzetti e tavole definitive sono pervenuti alla famiglia Longi circa trecento esemplari.

Nel 2002 la Provincia di Siena, in collaborazione con il Comune e il Santa Maria della Scala, dedica a Longi un’ampia retrospettiva sulla produzione legata al mondo della celluloide. Nell’esposizione, allestita in alcune delle sale del complesso museale del Santa Maria della Scala, vengono esposti più di duecento bozzetti e tavole originali. La mostra, intitolata Ritratti di Cinema. L’Arte dell’illustrazione di Carlantonio Longi, è curata dal figlio Roberto con la collaborazione di Marco Pianigiani.

L’importanza dell’opera di Longi nella cultura e nell’immaginario italiano post-bellico è ben descritta da uno dei testi di apertura del catalogo della mostra, firmato da Bruno Santi: A chi nell’immediato dopoguerra percorreva, ragazzo, le strade delle grandi e medie città d’Italia ancora ingombre di macerie e tutto ciò che stava attorno pareva inesorabilmente immerso in quello stesso grigio senso di precarietà che si era diffuso sulla società dopo l’immane disastro, alcune isole di colori attraevano l’attenzione e – consequenzialmente – colpivano la fantasia. Erano i manifesti cinematografici, che riportavano nell’Europa devastata dagli eventi bellici e divisa nelle sfere di influenza dei blocchi contrapposti da ideologie diverse e antagonistiche, gli aspetti più attraenti della way of life d’oltreoceano, insieme con la inevitabile celebrazione delle imprese dei liberatori.

I manifesti cinematografici, arte di massa che nasce dalla commistione di grafica, pittura e fotografia, sono uno dei primi strumenti pubblicitari che il cinema ha utilizzato per raggiungere il pubblico di tutte le classi sociali. Nel dopoguerra, tra le dive e gli eroi americani si fanno strada i comici e i grandi attori italiani le cui imprese, oltre a fissarsi sulla pellicola, vengono immortalate sulle affiche che coloravano le strade delle città e dei paesi di provincia. Come non ricordare la scena di Ladri di biciclette (Vittorio De Sica, 1948) in cui il furto della bici avviene proprio mentre Antonio (interpretato da Lamberto Maggiorani), coprotagonista del film assieme a Bruno (Enzo Staiola), sta incollando in una via di Roma il manifesto di Gilda (Charles Vidor, 1946) in cui Rita Hayworth è ritratta in vestito da sera?

Molti manifesti cinematografici, compreso quello del capolavoro del cinema neorealista sopra menzionato, sono stati realizzati dal giovane Longi, un artista capace di fissare i caratteri e i volti degli attori italiani applicandosi con disinvoltura in tutti i generi cinematografici, dal cinema d’autore alla commedia, dal peplum al comico. Tra i molti cartelloni realizzati da Longi, si possono ricordare, a titolo di esempio, quelli per Molti sogni per le strade (Mario Camerini, 1948), Senso (Luchino Visconti, 1954), Ulisse (Mario Camerini, 1954), Totò e Carolina (Mario Monicelli, 1955) e L’avventura (Michelangelo Antonioni,1960). Nella sua attività per il cinema, Longi ha realizzato anche diversi manifesti dei film stranieri che arrivavano in Italia. Tra questi Il mago di Oz (Victor Fleming, 1939), Vogliamo vivere! (Ernst Lubitsch, 1942), DiesIrae (Carl Teodor Dryer, 1943) e Vite vendute (Henri-Georges Clouzot, 1953).

Mario Bianciardi, che si è occupato della schedatura dei film per il catalogo della mostra senese, in una breve nota che precede la filmografia del catalogo (che contiene circa ottanta film) così scrive: Nel riordinare e schedare i bozzetti e le tavole illustrate da Longi nel corso di tanti anni (dagli anni Quaranta agli anni Settanta, grosso modo, ma non solo), la sensazione che ci prende per prima, è quella di una felice eterogeneità.

Sempre nel catalogo della mostra, Omar Calabrese riferendosi all’attività pubblicistica di Longi, lo definisce un “artigiano della comunicazione” che è riuscito a costruire molti dei tratti tipici dell’Italia vista attraverso i rotocalchi, dalle sposine e dalle star provocanti (ma caste), alle caricature satiriche di personaggi da “Itaglietta” che spopolavano su riviste come il “Marc’Aurelio”, al quale collaborava anche Federico Fellini.

Bibliografia:

AA.VV., Enciclopedia dello Spettacolo, Roma, Le Maschere, 1954-62

Della Torre R., Invito al cinema. Le origini del manifesto cinematografico italiano (1895-1930), Milano, EDUCat, 2014

Longi R. e Micheli S. (a cura di), Ritratti di Cinema. L’Arte dell’illustrazione di Carlantonio Longi, Siena, Gli Ori, 2002

Autore scheda: Massimiliano Coviello

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