Il borgo Lucarelli e la chiesa di San Martino – Radda in Chianti

Luogo: Lucarelli

Comune: Radda in Chianti

Data/periodo: L’attuale piccolo centro abitato di Lucarelli, comprendente poche case disposte lungo la strada, è di epoca moderna. Tuttavia, un luogo denominato “Lucherelli” figura già nel Catasto fiorentino del 1427, individuato con “alberghetto e fornace”, mentre nelle annotazioni catastali del 1776 compare con il toponimo “Lucarelli”

Descrizione: Il borgo di Lucarelli è raffigurato nella cartografia della fine del XVI secolo, identificabile nel “luogo detto a Lucarelli”, incluso nel popolo di San Lorenzo a Grignano presso il confine con quello di San Martino a Monterinaldi.

La chiesa del borgo è ubicata in posizione sopraelevata rispetto alla strada Chiantigiana nuova. Le notizie storiche di questa chiesa sono legate a quelle delle vicine località Monterinaldi e San Piero in Pesa. Infatti, la parrocchia di San Martino a Monterinaldi, alla quale era stata aggregata quella di San Piero in Pesa, fu trasferita nel 1946 in località Lucarelli, dove per volontà del parroco Angelo Landi era stata iniziata nel 1938 la costruzione della nuova chiesa progettata dall’architetto Egisto Bellini. Come annotano le cronache del tempo, la costruzione fu realizzata con il sostegno finanziario delle famiglie Ulivieri e Allegri, oltre che con la partecipazione degli abitanti del paese.

L’attuale chiesa parrocchiale di Lucarelli, anch’essa intitolata a San Martino, è un edificio di epoca moderna costruito in stile neoromanico nel corso degli ultimi anni Quaranta. L’imponente facciata con tetto a capanna, racchiusa da due pilastri angolari, presenta nella parte terminale una cornice con archetti; il portale è inquadrato da un arco a tutto sesto e sormontato da una lunetta su cui è posta un’apertura circolare.

All’interno, l’unica navata coperta a capriate lignee, conclusa da un’abside circolare, presenta in corrispondenza del transetto due piccole cappelle laterali, coperte da volte a crociera delimitate da costoloni, e le pareti intonacate di bianco.

Sul fianco destro è posta la torre campanaria, anche questa realizzata interamente in pietra, coronata da una notevole cuspide di forma piramidale e da quattro obelischi posti agli angoli dei muri perimetrali. All’altezza della cella campanaria si aprono quattro monofore, con archetti sottostanti analoghi alla cornice della facciata.

All’interno della chiesa, sino a qualche anno fa, era conservato un polittico attribuito al trecentesco Bernardo Daddi raffigurante la Madonna col Bambino, Santa Lucia, San Zanobi, San Silvestro I papa e la Maddalena, proveniente dall’antico oratorio di San Pietro del Castello delle Stinche e collocato nella chiesa di San Martino a Monterinaldi in seguito all’aggregazione di queste due parrocchie. La predella con l’Annunciazione tra i Santi Pietro e Girolamo, che ne costituiva in origine il coronamento, è stata invece recentemente riferita all’ambiente fiorentino del XV secolo.

Sul fianco destro della chiesa è la canonica di epoca recente dalla facciata neorinascimentale.

Bibliografia:

Brachetti Montorselli G., Moretti I., Stopani R., Le strade del Chianti. Gallo Nero, Firenze, Bonechi, 1984

Cammarosano P., Passeri V., I castelli del senese. Strutture fortificate dell’area senese-grossetana, Siena, Nuova Immagine, 2006

Carnasciali M., Gli edifici sacri nel Comune di Radda in Chianti, Radda in Chianti, Studium, 1996

Casabianca A., Notizie storiche sui principali luoghi del Chianti (Castellina, Radda, Gaiole, Brolio), Firenze, Tipografia Giuntina, 1941

Moretti I., Stopani R., Chiese romaniche del Chianti, Firenze, Salimbeni, 1966

Repetti E., Dizionario geografico fisico storico della Toscana, Firenze, Tipografia Tofani (poi Mazzoni), 1833-1846

Righi Parenti G., Guida al Chianti. La terra, il vino, i castelli, Milano, Sugarco, 1977

Righini G., Il Chianti Classico. Note e memorie storiche-artistiche e letterarie, Pisa, Pacini, 1972

Torriti P. (a cura di), Le chiese del Chianti, Cassa di Risparmio di Firenze, Le Lettere, Firenze, 1993

Autore scheda: Maurizio Carnasciali

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