Chiesa dei Santi Giusto e Clemente a Monticiano

Luogo: Monticiano

Comune: Monticiano

Denominazione: La Pieve

Descrizione: Affacciata su una delle piazze principali dell’antico “castrum” di Monticiano, la chiesa sorgerebbe, secondo la leggenda, sulle rovine del tempio di Giano (che dette il nome a Monticiano) ed è dedicata a San Giusto, vescovo di Volterra, e San Clemente, suo fratello sacerdote.
In origine fu semplice cura, mentre secondo le consuetudini la pieve col fonte battesimale era fuori delle mura nel luogo la Canonica. Nei primi decenni del Duecento i prelati della Canonica si trasferirono nella nuova chiesa dentro il Castello.
Nelle bolle di papa Alessandro III (al vescovo di Volterra) del 1171 e del 1179 è segnalata come plebem de Multiciano cum parochialibus ecclesiis e plebem de Molli de Monte de Tocle de Multiciano de Lugriano.
Nella Tavola delle Possessioni di inizio Trecento è citata una chiesa Sancti Justi dentro il “castrum”. Nel 1466, durante una visita apostolica, si parla di parrocchialem ecclesiam canonicam seu prioratum nuncupatum S. Justi de Monteciano, che ha al suo interno vari altari oltre a quello maggiore. Non è da escludere che questa chiesa canonica possa essere stata, oltre che pieve, la più antica e l’unica del circondario e che alcuni di questi altari fossero chiese già esistite e trasferite all’interno (ovvero le parochiales ecclesie della bolla del 1171).
Dal Catasto Particellare Toscano del 1821 si evince la presenza, in adiacenza all’angolo nord-ovest della facciata principale della chiesa, di una cappella privata di proprietà Barsini (ubicata sulla sommità delle mura) e di un tratto della cinta muraria del castello con la porta di accesso (Maggiore o Nord), come si vede anche in un’immagine di epoca anteriore all’ultima guerra.

Oggi non resta quasi nessuna traccia dell’antica canonica, dal momento che l’edificio mostra caratteri architettonici della metà del XIII secolo, in un periodo di transizione tra romanico e gotico; i pochi resti altomedievali della chiesa precedente furono usati per l’architrave della porta centrale e le sculture del muro esterno laterale.
La facciata (preceduta da breve scalinata in pietra) è a conci di pietra calcarea di diverso colore disposti a filaretto, con al centro un portale architravato ad arco a tutto sesto e formelle modanate in travertino con motivo tradizionale del giglio in rilievo, sormontato da un rosone; nell’architrave in pietra serena grigia è scolpito un motivo ad intreccio che richiama modelli preromanici. L’architrave del portale sul lato destro della chiesa è decorato da un serpente che tiene un giglio in bocca e da una testa taurina. Si tratta di motivi della tradizione romanica di ascendenza lombarda, elementi di reimpiego risalenti al XII secolo.
Nella parte posteriore dell’edificio si innalza un campanile a vela in cotto del Settecento, diviso in piccole celle campanarie con cinque campane, realizzate dal 1655 a 1963; quella più piccola, del 1948, proviene dalla chiesa di Pentolina, oggi sconsacrata. Nella parte più alta svetta una banderuola con la figura del montone rampante (insegna del Comune di Monticiano) di fattura artigianale.

L’interno è a una navata conclusa da tre scarselle (absidi di piccole dimensioni) con volticciole a crociera, mentre il restante edificio è coperto a capriate lignee e pavimento a mattoni. Il presbiterio è separato dalla navata da tre archi a pieno centro che delimitano il settecentesco coro ligneo e due piccole cappelle laterali.
Sull’altare maggiore spicca un crocifisso ligneo del XV secolo (scuola senese) successivamente modificato, mentre l’altare laterale, addossato alla parete destra, è ornato da un olio su tela del XVII secolo raffigurante l’Immacolata Concezione, dipinto da un pittore dell’ambito di Astolfo Petrazzi. La cappellina a sinistra dell’altare maggiore ha invece un altare sormontato da una moderna statua in gesso della Madonna Immacolata. Vicino alla porta d’ingresso laterale, incuneata nel muro, si trova un’acquasantiera scavata in un’unica pietra.
Le quattro finestre laterali ed il rosone della facciata sono decorati con vetrate policrome, che ritraggono rispettivamente le figure dei quattro evangelisti e Cristo sacerdote consacrante l’Eucarestia, eseguite per iniziativa dei parroci dopo il 1950. Anche la finestra del coro presenta una vetrata, con l’apparizione della Madonna a Santa Bernadette donata da due fedeli in memoria dei loro defunti.

Nei lavori realizzati dopo la Seconda Guerra, l’architetto Egisto Bellini (che cercò di ripristinare l’originario carattere romanico) rifece la gradinata esterna, mentre all’interno divise il presbiterio rialzato dal resto del pavimento con una balaustra in travertino. Al posto dell’altare laterale sinistro costruì un nuovo fonte battesimale sormontato da una statuetta bronzea di San Giovanni Battista e ornato da decorazioni in stile medievale e ricostruì l’altare laterale destro, in travertino.

Bibliografia:

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Fonti:

Schede ICCD di riferimento: ASBAP Si e Gr: scheda di catalogo n. 00384953 (compilata da F. Aiello, 1994) – SBSAE Si e Gr: schede OA nn. 09/00354722-09/00354731, 09/00354733-09/00354737, 09/00354773-09/00354775, 09/00354781 (1994)

Autore scheda: Giulia Vivi

 

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