L’Abbazia di San Galgano nel cinema

Luogo: Chiusdino

Comune: Chiusdino

Data/periodo: La prima apparizione cinematografica dell’Abbazia di San Galgano risale al 1962 

Descrizione: Iscrittasi nell’immaginario collettivo per le vicissitudini storiche solo in parte accertate che la legano a Re Artù e alle leggende della spada nella roccia, l’abbazia cistercense di San Galgano trova la sua consacrazione cinematografica grazie a Nostalghia (1983), capolavoro del maestro del cinema russo Andrej Tarkovskij. Nostalghia è stato quasi del tutto girato in Italia. Compaiono Bagno Vignoni e la Val d’Orcia, ammantate da un’atmosfera surreale, cupa e nebbiosa. Il film racconta il viaggio in Italia di Gorçakov (interpretato da Oleg Jankovskij), poeta e studioso russo, che ricerca le tracce di un suo compatriota del Settecento: un geniale musicista morto suicida. Il titolo scelto e la trama del film si ripercuotono sulla resa visiva del paesaggio.

A proposito dei legami tra nostalgia e la peculiare ambientazione creata nel film, Tarkovskij ha scritto: «Volevo parlare della nostalgia dei russi, cioè di quel particolare e specifico stato d’animo che si crea in noi russi quando siamo lontani dalla patria. I russi sono raramente capaci di cambiare natura e di adattarsi alle nuove condizioni di vita. Tutta la storia dell’emigrazione russa è una testimonianza del fatto che, come dicono in Occidente, “i russi sono cattivi emigranti”: è universalmente nota la loro drammatica refrattarietà all’assimilazione, la loro goffa pesantezza nel tentativo di imitare la vita altrui. Avrei mai potuto supporre girando Nostalghia in Italia che lo stato di malinconia soffocante e senza sbocchi che riempie tutto lo spazio dello schermo in questo film sarebbe diventata la sorte della mia vita successiva? Avrei mai potuto pensare che da allora e fino alla fine dei miei giorni avrei portato in me stesso questa grave malattia?». L’attaccamento di Tarkovskij al medioevo toscano e i suoi legami con il paesaggio russo sono descritti dal regista con queste parole: «Questa terra arata di Toscana percorsa dalle ombre delle nuvole è bella quasi come lo sono i miei boschi, le mie colline, i miei campi, russi, antichi, irraggiungibili ed eterni».

L’Abbazia di San Galgano compare nel finale del film e nel suo corpo sventrato si materializza, alle spalle di Gorçakov, un paesaggio russo innevato e con esso i fantasmi del passato. Ormai il confine tra sogno e realtà è completamente svanito. Nella sequenza precedente del film – un piano sequenza girato nella vasca termale di Bagno Vignoni – il protagonista è già morto.
L’ideazione di Nostalghia e i sopralluoghi in Italia di Tarkovskij sono raccolti in Tempo di Viaggio, un documentario del 1984, diretto dal regista russo e Tonino Guerra.
L’abbazia compare per la prima volta in un film nel 1962, grazie a Roger Vadim. Ne Il riposo del guerriero, il regista francese sceglie di ambientare nella cornice dell’abbazia la risoluzione dei tormenti amorosi tra una ereditiera (Brigitte Bardot) e uno scrittore.

Recentemente, l’abbazia di San Galgano è ritornata sugli schermi cinematografici grazie al film Sole a catinelle (2013) di Gennaro Nunziante con Checco Zalone protagonista.

Bibliografia:

Beccastrini S., Vista Nova. Il cinema in Toscana, la Toscana nel cinema, Firenze, Aska, 2002

Tarkovskij A., Scolpire il tempo, Milano, Ubulibri, 1988

Tarkovskij A., Racconti cinematografici, Milano, Garzanti, 1995

Vigni F., Come onde nel mare. Siena e la sua terra nello specchio del cinema, Firenze, Aska, 2005

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Il film Nostalghia su YouTube in licenza Creative Commons

Autore scheda: Massimiliano Coviello