Dalle Filippine a Castellina in Chianti

Luogo: Castellina in Chianti

Comune: Castellina in Chianti

Data/periodo: Billy è arrivato a Castellina nel 1996; poco dopo l’ha raggiunto Margarita

Descrizione: Margarita e Billy sono moglie e marito: originari delle Filippine ma si sono innamorati in Italia.

Sono arrivati in due momenti diversi – Margarita è arrivata prima – ma entrambi hanno trovato ad accoglierli la comunità filippina che da loro è descritta come compatta e solidale. Li ho incontrati e intervistati nella biblioteca comunale di Castellina in Chianti.

Margarita: Nel 1984 mi sono lasciata convincere a venire in Italia. Siamo partiti in otto, tra amici e parenti. Mia madre ha venduto tutto quello che aveva per pagarmi il biglietto. Sono arrivata a Roma, avevo vent’anni e un visto turistico che durava un mese. Dopo di che sono stata clandestina fino all’86. È brutto essere clandestini, io avevo paura, quando per strada vedevo i carabinieri giravo la testa e li evitavo.

A Roma avevo un contatto, una signora filippina che mi ha ospitata e mi ha aiutata a cercare lavoro. Io non capivo niente: nemmeno “ciao”. Ma noi filippini siamo fortunati perché la seconda lingua ufficiale delle Filippine è l’inglese e io, dopo un mese che ero in Italia, ho trovato un lavoro dove parlavo inglese. Ho iniziato a fare la domestica in casa, da una famiglia romana ricchissima. Ci ho lavorato dal 1984 fino al 1995: sono stata undici anni con questo bambino.

Nel frattempo avevo ritrovato Billy a Roma, che aveva fatto le scuole con me. Ci siamo fidanzati nel 1988. Nel 1995 sono rimasta incinta e ho lasciato il lavoro. Ho partorito in Italia e quando il bambino aveva sei mesi l’ho portato nelle Filippine, perché Billy aveva iniziato a lavorare a Castellina e io ero sola a Roma. Dopo due mesi l’ho lasciato coi miei genitori e sono tornata in Italia. Tutti i filippini che se ne vanno lasciano i figli con le famiglie d’origine… come fai altrimenti? Lavoriamo tutti e due, siamo soli.

Quando sono tornata in Italia sono venuta direttamente a Castellina, perché Billy lavorava già qui e ho iniziato a lavorare con lui in un albergo che si trova sulla strada che va a Siena, in campagna.

Io ora lavoro in un albergo qui, in paese. È dal 2004 che ci lavoro. Nel mio giorno di festa vado a Siena, qualche volta. Prendo il pullman alle quattro e torno alle sette, sto un paio d’ore in città, giusto per fare un giro…

A me piace vivere qui… il posto più bello secondo me è la strada che va verso Rocca delle Macìe, quando è verde è bellissimo.

Alle Filippine torniamo tutti gli anni: nostro figlio è venuto tre o quattro volte in Italia in vacanza, ma per lui è difficile stare qui perché non parla italiano. Ora è al primo anno di ingegneria. Noi l’abbiamo mantenuto tutti questi anni: se fossimo rimasti nelle Filippine lui non avrebbe potuto studiare e non avremmo potuto farci una casa. Gli abbiamo cambiato la vita, noi andavamo a scuola scalzi, senza zaini, senza merenda…. abbiamo avuto la possibilità di cambiargli la vita e l’abbiamo fatto.

Quando torno al mio paese mi trovo un po’ spaesata, cambiano i negozi, le strade, allora la prima settimana ho bisogno che qualcuno mi accompagni… Vorrei tornare nelle Filippine. Non posso stare tutta la vita qui! Ma secondo me succederà che quando io tornerò nelle Filippine mio figlio avrà trovato lavoro altrove e se ne sarà andato. Vorrebbe andare a lavorare negli Stati Uniti.

Mio figlio lo sentiamo tanto. Lui da quando ha tredici anni vive da solo, con una donna – una domestica – nella casa che abbiamo costruito. Ma vicino alla nonna, eh! La domestica e la nonna lo controllano. È stato lui a chiederci di fare una casa per lui, dicendo che voleva una casa sua, per andare via dalla nonna. Ci sono molti ragazzini laggiù che vivono soli nelle case che i genitori (che vivono in Europa) gli hanno costruito. Lui ora fa l’università, esce di casa alle cinque di mattina e torna alle otto di sera perché va in città.

Billy: Io sono arrivato a Roma nell’87, avevo diciannove anni. Io e Margarita veniamo da due paesini vicini, in campagna: tipo il Chianti nelle Filippine! Io sono della Radda filippina e lei di Castellina! Ma abbiamo fatto le scuole insieme, nello stesso istituto.

Nelle Filippine, negli anni Ottanta, si parlava benissimo dell’Italia. Le persone tornavano dall’Italia e raccontavano che qui si guadagnava bene, che la gente era tutta gentile, che si trovavano bene, che il lavoro si trovava facilmente. E poi riuscivano a farsi la casa, a far studiare i famigliari. Guadagna di più una domestica in Italia che un ingegnere nelle Filippine! Sono venuto con un visto turistico e per cinque anni sono stato clandestino. Comunque prima eravamo tutti clandestini, c’era più permissività, il foglio di via non lo davano a nessuno, anche la polizia e i carabinieri erano più tranquilli, oggi sono più duri.

A Roma tutti i Filippini si trovavano in piazza, nel giorno libero dal lavoro. Ci si aiutava, ci si ospitava, ci si aiutava a cercare lavoro, ad imparare l’italiano. Lavoravo per una signora la cui madre abitava a Castellina, ha un albergo lussuoso nella strada che va verso Siena, in campagna.

Nel 1997 decido di provare a venire a Castellina a lavorare in questo albergo: all’inizio è stato molto triste, eravamo isolati e senza macchina. Non sapevamo nemmeno dove fosse Castellina, il paese. In paese siamo stati dopo un anno che vivevamo qui! Stavamo sempre lì, all’albergo. Non uscivamo mai! Vedevamo la strada e non sapevamo dove portasse…

Dopo un po’ che vivevamo lì, il posto ha iniziato a piacerci sempre di più, è diventato familiare, infatti assomiglia molto ai luoghi di campagna dove siamo nati, nelle Filippine. La gente di Castellina ci è sempre parsa molto gentile… Tutti ci chiedevano di dove eravamo, dove lavoravamo. Tutti dimostravano interesse. E quando abbiamo avuto problemi ci hanno aiutato, per esempio a trovare una casa. Abbiamo lavorato lì dal 1997 fino al 2003, quando l’albergo ha cambiato gestione e noi abbiamo scelto di non accettare la proposta che ci avevano fatto i nuovi gestori. Quindi ci siamo trasferiti in paese.

Io ora lavoro in cucina. Sono diventato coho! [“cuoco” detto con inflessione toscana].

Il posto più bello di Castellina secondo me è la piazzola panoramica che c’è verso San Leonino. C’è un paesaggio bellissimo. Mi piace sempre. Vorrei una casa lì!

Sono felice che mio figlio sia cresciuto nelle Filippine. A me non piace come educano i figli qui: c’è troppa libertà. Vedi come rispondono i bambini ai genitori? Non c’è controllo. A dodici-tredici anni i bambini qui vanno in discoteca. Qui non puoi tirare le orecchie ad un bambino che ti denunciano. Da noi no. Fino a che non sei maggiorenne ti controllano i genitori. Poi da noi a sedici anni inizi l’università, a venti sei laureato. Qui si inizia troppo tardi, l’università. Per quello preferivamo che studiasse giù.

Margarita e Billy sorridono e raccontano con serenità la loro storia, che sono felici di poter donare al sito dell’Ecomuseo, dove la loro famiglia lontana potrà ascoltare le loro voci e rivedere i loro volti. E io, di contro, sono contenta di offrire loro questa opportunità.

Bibliografia:

Pistacchi M. (a cura), Vive voci. L’intervista come fonte di documentazione, Roma, Donzelli, 2010

Video:

Intervista a Billy e Margarita, raccolta da Irene Barrese nella biblioteca di Castellina in Chianti il 21 giugno 2013

Autore scheda: Irene Barrese

 

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