Clangit ad Arma motto della Nobile Contrada dell’Oca

Luogo: Via Santa Caterina – Siena

Contrada: Nobile Contrada dell’Oca

Data/periodo: Il primo documento in cui viene citata l’attuale denominazione della Contrada è La festa che si fece a Siena a dì XV di agosto MDVI, cronaca in versi di un anonimo fiorentino che descrive la festa dell’Assunta 1506

Descrizione: “Duecento famiglie costituiscono un popolo a parte nella città. Questa popolazione rude e povera si è posta al di sopra di ogni potere costituito, non riconosce che Santa Caterina come propria governatrice e come autorità legittima. Gli abitanti dell’Oca formano un popolo a parte nella città, hanno dei capi ed è con essi che tratta il governatore di Siena”. Così scrive nel 1839 un viaggiatore francese, Pujoulat, cogliendo alla perfezione alcuni dei tratti distintivi del popolo di Fontebranda, altrettanto ben sottolineati dal motto stesso della Contrada: Clangit ad Arma (Chiamata alle armi).

Fin dal primo documento in cui viene citata l’attuale denominazione della Contrada, ne La festa che si fece a Siena a dì XV di agosto MDVI, cronaca in versi di un anonimo fiorentino che descrive la festa dell’Assunta 1506 e la caccia ai tori che si tenne nel Campo, emerge nettamente questa caratteristica.

L’anonimo definisce gli uomini della “Compagnia del Ocha”, infatti, come “gente tutta magnanima e virile”, e dal suo racconto risultano essere gli unici componenti di quella sfilata ad avere tratti così spiccatamente militareschi.

Ad inizio Settecento Giovanni Antonio Pecci scriveva che “la gioventù di questa Contrada è sempre stata la milizia più valorosa che abbia servito la Repubblica di Siena”; non a caso, quindi, a metà Ottocento gli ocaioli chiesero ed ottennero di fregiarsi del titolo di Nobile per i numerosi meriti militari di cui si ha notizia nel corso dei secoli.

Gli uomini armati provenienti dal rione di Fontebranda, infatti, erano risultati determinanti nella battaglia di Ponte a Rosaio (1186), in quella di Montaperti (1260), nella battaglia di Camullia (1526), nel cacciare la guarnigione spagnola (1552) nonché nella guerra di Siena (1555 e fino al 1559).

In seguito alla battaglia di Montaperti, in particolare, era stato riconosciuto alla Contrada il titolo di Governatora ed ai suoi abitanti fu addirittura concesso il privilegio di “non essere molestati dal Tribunale di Giustizia” senza preventiva licenza del Governatore.

Quasi come un ideale filo conduttore che collega Fontebranda di allora con la Contrada di oggi, è sicuramente il culto per Santa Caterina, ulteriore terreno di confronto per dimostrare l’innata volontà di primeggiare, sempre e comunque, degli ocaioli.

Fortunatamente al giorno d’oggi non si combatte nessuna guerra, e quindi più che l’animo bellicoso è forse proprio l’istinto di primeggiare ad emergere come vero e indiscusso tratto distintivo della Contrada dell’Oca.

Basti pensare ai tanti invidiabili “primati” collezionati nel tempo: l’edificazione del primo Oratorio di Contrada della città (circa dal 1464); l’aver iniziato nel 1673 l’usanza di festeggiare in modo solenne le vittorie del Palio; l’aver organizzato nel 1701 la c.d. ricorsa ad agosto, gettando così le basi per il Palio dell’Assunta.

Pertanto non sorprende affatto che proprio l’Oca sia la Contrada che ha riportato il maggior numero di vittorie sul Campo, a ulteriore testimonianza della predilezione alla supremazia, già perfettamente descritta da William Heywood nel 1892 in Nostra signora d’agosto: “per loro il fine giustifica i mezzi; e se un qualsivoglia loro sforzo lo può ottenere, il Palio sarà portato in Fontebranda”.

Bibliografia: 

Cardini A., La Contrada dell’Oca e la sua storia, Siena, 2010

Numero Unico per la 59° Vittoria, L’Oca, 1984

Autore scheda: Nobile Contrada dell’Oca, Duccio Amandolini

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento