La Sala delle Vittorie della Nobile Contrada dell’Oca

Luogo: Via Santa Caterina, 64 – Siena

Contrada: Nobile Contrada dell’Oca

Data/periodo: Grazie a personalità come Fabio Bargagli Petrucci, ad una crescente consapevolezza  circa il ruolo delle Contrade e a una maggiore disponibilità e impegno di esponenti dell’alta borghesia, ai primi del Novecento vennero progressivamente a formarsi le “stanze” di contrada: luoghi dove si iniziarono a raccogliere oggetti che in qualche modo riuscissero a garantire e a riaffermare le singole identità e la rappresentanza collettiva

Descrizione: Per realizzare le “stanze” in cui conservare le proprie memorie, la Nobile Contrada dell’Oca acquistò due appartamenti situati in Via Benincasa (ora Via Santa Caterina), grazie alla contrazione di un prestito e ad un’anticipazione della somma necessaria per l’inizio dei lavori da parte dell’architetto Bettino Marchetti, allora Vicario (somme che sarebbero state onorate attraverso il bilancio della Contrada e una sottoscrizione popolare). Al suddetto acquisto seguirono  integrazioni riguardanti la vendita di un immobile e la permuta di un altro locale per la costruzione dell’attuale sede della Contrada, situata vicino all’Oratorio di Santa Caterina in Fontebranda, disposta su quattro piani: la Sala delle Vittorie, il Salotto della Memoria, l’economato e l’abitazione del custode. Il progetto fu naturalmente affidato all’architetto Marchetti, mentre ai lavori attesero diversi artigiani senesi, affiancati da altri di Fontebranda, oltre al pittore Pietro Loli Piccolomini.

I lavori si conclusero l’anno successivo e quindi, il 29 settembre 1901, alla presenza delle autorità cittadine e di tutta la Contrada, venne inaugurata “la grandiosa sala al pianterreno destinata a custodire le memorie delle vittorie  riportate dalla Contrada e alle adunanze”.

La Sala delle Vittorie è caratterizzata da un vasto ambiente affacciato sulla strada, di impianto neoclassico, scandito al centro da due possenti colonne in finto marmo e da due grandi archi a botte. La simmetria formale della pianta e dell’alzato viene comunque attenuata da un timbro decorativo abbastanza espressivo, con cornice perimetrale e alcuni stucchi nel soffitto disposti attorno ai lampadari. Le stesse caratteristiche vengono ribadite anche nel fronte esterno, contraddistinto da un leggero bugnato, cornici marcapiano leggermente aggettanti e un grande stemma della Contrada  al centro.

La Sala delle Vittorie fu poi radicalmente  restaurata alla fine degli anni Cinquanta, grazie ad un altro dirigente ocaiolo: il futuro Capitano vittorioso Ugo Signorini, il quale sostenne completamente le spese per i lavori. In particolare, oltre ad attenuare i problemi derivanti dalle infiltrazioni di umidità, alla sistemazione di una stanza di ingresso, al restauro di numerose vetrine dei drappelloni, venne sostituito completamente il pavimento con grandi riquadri marmorei dei colori di Fontebranda, con al centro l’emblema della Contrada.

Successivamente, nel 1983, furono effettuati nuovi interventi, soprattutto di carattere  conservativo, e realizzate nuove vetrine. L’ultimo definitivo intervento è avvenuto nel 1995, quando i vari ambienti, alcuni dei quali recuperati proprio in quell’occasione, furono collegati tra loro e con l’Oratorio di Santa Caterina attraverso un suggestivo percorso museale in cui sono testimoniate, con moderni criteri espositivi e conservativi, opere d’arte, costumi, documenti, materiali di oreficeria, stoffe, dipinti, sculture, reliquie, memorie e, naturalmente, dopo un loro completo restauro, i drappelloni vinti dalla Contrada.

Note: Nel 1923 Bettino Marchetti, che nel frattempo era diventato Governatore, donò alla Contrada uno stabile posto sul fianco destro della Sala delle Vittorie, oggi parte integrante del Museo. L’unico vincolo richiesto dal Governatore per la donazione fu la dedicazione di una sala, che prese appunto il nome di Sala Marchetti, e la sistemazione nella stessa di un grande plastico in legno realizzato da suo padre Pietro Marchetti, anch’egli architetto e Governatore della Contrada. Pietro l’aveva costruito per partecipare al primo concorso indetto a Roma nel 1880 per la realizzazione del monumento a Vittorio Emanuele II. Alla scadenza di questo primo concorso, il 23 settembre 1881, furono presentate 315 proposte da parte di autori provenienti da tredici Paesi. La commissione, il 31 marzo 1882, ritenne particolarmente meritevole quello del Marchetti e lo premiò con il secondo posto sui tre finalisti prescelti. Il concorso fu vinto dall’architetto francese Henri Paul Nènot (Parigi 1853 – 1934), ma a questo non fece però seguito la fase attuativa del progetto. Purtroppo il Marchetti non potette neppure partecipare alla cerimonia di premiazione, essendo scomparso l’anno precedente.

È possibile visitare, su richiesta, la Sede Storica della Contrada (Oratorio e Museo). Per informazioni scrivere a info@contradadelloca.it  e visitare il sito  www.contradadelloca.it

Autore scheda: Nobile Contrada dell’Oca, Enrico Toti

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