Affreschi dell’oratorio della tintoria in Fontebranda

Luogo: Via Santa Caterina, 64 – Siena

Contrada: Nobile Contrada dell’Oca

Data/periodo: Il ciclo di affreschi presenti all’interno dell’Oratorio viene iniziato nei primi decenni del Cinquecento

Descrizione: L’oratorio della Tintoria occupa l’antico magazzino di Jacopo Benincasa, padre di Santa Caterina, nata nel rione di Fontebranda il 25 marzo 1347. Nel 1464, tre anni dopo la canonizzazione da parte del papa senese Pio II, il popolo di Fontebranda acquistò, grazie al contributo del Comune, gli spazi nei quali avrebbe vissuto la famiglia Benincasa, per costruirvi un oratorio. I lavori presero avvio nel 1465 dal locale nel seminterrato adibito a tintoria, che venne trasformato in una chiesa a navata unica, coperta con volte a costoloni e conclusa da una parete rettilinea nella quale si trova l’altare con la scultura della santa eseguita da Neroccio di Bartolomeo de’ Landi nel 1474.

Di circa cinquant’anni dopo sono gli affreschi con scene della vita della santa che, aprendosi entro finti archi decorati con motivi all’antica, ornano le pareti dell’oratorio. Al 1520-1525 risale la decorazione della lunetta sopra l’altare, nella quale campeggia la scena più importante del ciclo, Santa Caterina riceve le stimmate, di Giacomo Pacchiarotti, artista fortemente influenzato dalla pittura umbra di stampo peruginesco. Appena al di sotto si librano cinque angeli, che distendono un drappo rosso sopra l’altare, anch’essi datati al 1520-1525 e opera di Giovanni Antonio Bazzi, detto il Sodoma, pittore di formazione lombarda che seppe conciliare la maniera di Leonardo con quella di Raffaello, elaborando uno stile personalissimo che ne fece l’artista più apprezzato a Siena all’inizio del Cinquecento. Contemporanei sono i due affreschi della campata vicina all’altare rappresentanti a sinistra Santa Caterina guarisce dalla peste il rettore dell’Ospedale Matteo Cenni, ricondotto al sangimignanese Vincenzo Tamagni, pittore attardato sullo stile dei fiorentini seguaci di Raffaello e, sulla parete opposta, Santa Agnese da Montepulciano, defunta, solleva il piede verso santa Caterina che si inchina per baciarlo di Girolamo del Pacchia, un collaboratore del Pacchiarotti dallo stile aggiornato sulle recenti novità di Raffaello. Sempre di Girolamo del Pacchia e del 1525 circa è l’affresco sulla parete destra della prima campata, nel quale è rappresentata ancora una scena miracolosa, Santa Caterina che pregando libera due domenicani dai banditi. Più tardi sono gli affreschi con episodi relativi all’azione politica della santa.

Al 1604 risale la bella scena con Santa Caterina minacciata dai rivoltosi fiorentini di Ventura Salimbeni, che con il fratello Francesco Vanni dette vita ad uno stile dai colori iridescenti ispirati al pittore urbinate Federico Barocci, divenendo, anche grazie alle influenze della pittura romana contemporanea, uno degli artisti più richiesti del tardo Cinquecento. Ultimo ad intervenire è Sebastiano Folli, pittore indicato dai documenti come di Fontebranda, che nel 1602 restaura i dipinti della parete dell’altare, su cui si è di nuovo intervenuti, insieme alle scene della seconda campata, nel 2006 (un restauro dell’intero oratorio è stato eseguito tra il 1970 e il 1990). Al Folli, la cui maniera è vicina a quella del Salimbeni, spetta anche l’esecuzione nel 1608 degli affreschi della controfacciata con a sinistra Santa Caterina torna a Firenze da Avignone, a destra Santa Caterina porta ai fiorentini il messaggio di riconciliazione e Santa Caterina prega Gregorio XI perché tolga l’interdetto a Firenze, sulla parte alta della parete nella quale nel 1837 fu aperta la cantoria.

Bibliografia:

Bellaccini L., Fargnoli N., Ley Kraus L. M., Il restauro, in Toti E. (a cura di), Oratorio di santa Caterina in Fontebranda. Restauri, Quaderni di Fontebranda, Studi e ricerche/1, Siena, Nobile Contrada dell’Oca, 2006, pp. 23-35

Ceccherini D., Gli oratori delle contrade di Siena, Edizioni Betti, Siena, pp. 118-127

Falassi A., Catoni G., La Contrada dell’Oca, Milano, Ricci, 1991

Riedl P. A., L’oratorio della Contrada dell’Oca. Affreschi, in Riedl P. A. (a cura di), L’oratorio di santa Caterina in Fontebranda. Le vicende costruttive, gli affreschi, gli argenti, Poggibonsi, Tap Grafiche, 1990, pp. 45-88

Torriti P., La casa di Santa Caterina e la basilica di San Domenico a Siena, Genova, Sagep Editrice, 1983, pp. 9-14

Toti E., L’oratorio di Santa Caterina in Fontebranda, in Toti E. (a cura di), Oratorio di Santa Caterina in Fontebranda. Restauri, Quaderni di Fontebranda, Studi e ricerche/1, Siena, Nobile Contrada dell’Oca, 2006, pp. 9-20

Note: È possibile visitare, su richiesta, la Sede Storica della Contrada (Oratorio e Museo). Per informazioni scrivere a info@contradadelloca.it e visitare il sito www.contradadelloca.it

Autore scheda: Nobile Contrada dell’Oca, Elisabetta Neri

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