Prete Bani

Luogo: Via Fontebranda – Siena

Contrada: Nobile Contrada dell’Oca

Denominazione: “Il Prete”

Data/periodo: Don Duilio Bani ha vissuto quasi per intero il XX secolo

Descrizione: “Il Prete”, come confidenzialmente veniva chiamato dagli ocaioli ma anche da tutta la città, è stato un personaggio indimenticabile, che al di là del burbero carattere ha rappresentato una figura esemplare per alcune generazioni. Ha diviso la sua vita tra Contrada e Chiesa meritando, in ambedue i casi, stima, affetto e indimenticabile ricordo. È stato cancelliere della Nobile Contrada dell’Oca per ben 59 anni e custode, geloso conservatore delle cose comuni. Come uomo di Chiesa fu nominato Monsignore quando aveva superato gli ottant’anni, per l’impegno con cui si dedicò al suo mandato, per la disponibilità e per la sua dedizione alla Santa di Fontebranda, Caterina da Siena. Eppure non ebbe mai la reggenza di una Parrocchia; il suo lavoro era quello di un itinerante prete che veniva utilizzato per i bisogni più svariati, ma soprattutto in qualità di Correttore (titolo antico che le Contrade attribuiscono al sacerdote che segue la vita di Contrada e soprattutto che favorisce la crescita dei giovani) con un ruolo fondamentale nel rione. Prete un po’ anomalo negli atteggiamenti rudi e molto franchi, era solito commentare con arguzia e pragmatismo tutto quanto gli accadeva intorno. Si può considerare un positivo conservatore che qualcuno, alla sua morte, con semplicità e sintesi, così descrisse: “una fede di vecchio stampo, senza crisi né mortificanti dubbi che si rimetteva alla Divina Provvidenza. Non concordava con quelli che invocavano cambiamenti, le diversità di certi aspetti e, a volte, le  sconsiderate innovazioni”.

Era un sacerdote predestinato. A poco più di 6 anni (era il 1887), in occasione di una visita dei Savoia nella Contrada dell’Oca, la Regina Margherita abbracciò e baciò il bimbo che gli offriva un mazzo di fiori. Il legame con i Reali crebbe negli anni successivi e si dice che la Regina lo avesse seguito nel corso dei proficui studi; quando celebrò la prima Messa (1906) la sua mamma ricevette una lettera di Casa Savoia e con essa un consistente dono di natura economica.

Fu prete tra la gente e con la gente. Amava la battuta ironica verso l’avversaria, e forniva risposte feroci a chi offendeva la sua Contrada; a conferma del suo legame, sotto la tonaca (non indossò mai il clargy man) portava una maglia con i colori bianco-rosso-verde. Aveva un legame quasi morboso con i luoghi della memoria ocaiola e quando, a quasi novant’anni, fu invitato a lasciare gli incarichi e di conseguenza l’immobile del custodiato, non riuscì a frenare un’amarezza profonda che si tradusse anche in parole e lettere di fuoco contro chi lo allontanava. Eppure la dirigenza e il popolo non lo dimenticarono mai: frequenti le visite al suo nuovo domicilio e in occasione della vittoria del 1977 si presentarono con il drappellone sotto le sue finestre e lo vollero ospite d’onore per i festeggiamenti, tanto che scrisse ad una amica: “mi hanno fatto piangere dalla gioia”. Evento straordinario per un uomo “tutto di un pezzo”!

Aveva oltre cento anni quando lasciò questo mondo e tutte le Contrade, le autorità e tanti semplici cittadini gli tributarono ogni onore. La dirigenza della Contrada avversaria lo ricordò con parole di affetto e profonda stima. Indimenticato e indimenticabile, fu un senese che “possedeva le virtù e i difetti della città di Provenzan Salvani” come scrisse un altro grande sacerdote cittadino, Don Vittorio Bonci.

Note: Il suo rapporto con gli avversari della Torre era molto… laico. Quando la Contrada della Torre vinse il palio del 1961, durante i festeggiamenti i suoi sostenitori spennarono, si dice, 43 paperi (la simbologia è evidente); criticò aspramente e fece una sorta di profezia dichiarando che avrebbero pagato l’affronto con altrettanti anni di digiuno dalla vittoria. La Torre ha vinto un altro palio a distanza di 44 anni.

Autore scheda: Nobile Contrada dell’Oca, Senio Sensi

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