I Drappelloni di Bruno Marzi

Luogo: Museo della Contrada del Leocorno – Siena

Contrada: Contrada del Leocorno

Data/periodo: Drappelloni dipinti nel 1950 e nel 1954

Descrizione: Nella storia dei Palii vinti dal Leocorno, in un solo caso la Contrada ne conserva più di uno dipinto dallo stesso autore; si tratta di quelli del 16 agosto 1950 e quello “straordinario” del  5 settembre 1954, entrambi realizzati da Bruno Marzi, pittore, restauratore, decoratore e costumista senese nato nel 1908 e che nel corso della sua lunga carriera ha legato il suo nome a quello della festa senese per aver realizzato ben 25 drappelloni. Possiamo dire che coesistono due anime nel lavoro di Bruno Marzi: una più privata ed intima che caratterizza in particolare la fase iniziale della sua carriera e si esprime soprattutto in quadri di paesaggi e ritratti nei quali si riconosce facilmente una natura pittorica di notevole vocazione e di apprezzabile qualità; ed una più pubblica e professionale, che svilupperà per tutta la vita, e che si può trovare negli affreschi, nei restauri, nel disegno degli arredi, nell’attività di decoratore e, appunto, nei drappelloni.

In questo caso, è particolarmente evidente il dialogo con l’antico, tanto da immedesimarsi in esso e farne un parallelo stile mimetico e non solo citazionistico; i riferimenti sono soprattutto quelli dell’arte tre-quattrocentesca, da Ambrogio Lorenzetti al Pinturicchio, dal Sassetta a Sano di Pietro, che Marzi impara a conoscere cosi bene da proporre come “cosa sua” la loro arte, il loro stile e i loro temi preferiti. Entrambi i drappelloni conservati nel Museo della Contrada del Leocorno sono esempi mirabili di questa scelta. Nel lavoro del 1950, sono evidenti sia elementi desunti dalla tradizione, come la lupa bigemina posta su un basamento in roccia e la delicatissima Madonna madreperlacea (affine a quella di Duccio di Buoninsegna nella vetrata del Duomo), sia elementi originali, come la talentuosa idea di trasformare il drappellone in un prezioso tessuto damascato all’interno del quale gli stemmi delle Contrade sono racchiusi in raffinatissimi bordi dorati in rilievo.

Nel Palio straordinario del 1954, dedicato all’anno mariano, i riferimenti alla storia e all’immagine della città sono ancora più evidenti; la Madonna incoronata da due angeli domina interamente la scena ed è vista come una Vergine misericordiosa che allarga il mantello per proteggere la città, dettagliatamente descritta con i principali monumenti racchiusi all’interno delle mura; è curioso notare come tra le emergenze architettoniche trovi insolitamente posto il campanile della Chiesa di San Giorgio, all’epoca la Chiesa della Contrada del Leocorno, che l’artista conosceva bene per avere il suo studio di lavoro a pochi passi. Ma soprattutto è significativo il fatto che sia proprio Marzi a dipingere questo palio, perché nell’iconografia paliesca di questo periodo, l’arte senese è soprattutto arte mariana e la storia della città è anche la storia di Maria che si manifesta attivamente nelle vicende lieti e tristi della Repubblica Senese; Bruno Marzi è l’artista che più di tutti nel secolo ha saputo rappresentare questo tema, tanto da poter affermare senza alcun dubbio che abbia rappresentato il linguaggio più apprezzato in città nel lungo periodo durante il quale ha lasciato il suo inconfondibile segno nella storia del Palio di Siena.

Bibliografia:

Bruno Marzi, a cura di Caciorgna M. e Pierini M., Siena, Edizioni Il leccio, 1995

Pallium, Dal dopoguerra alla conquista della Luna, a cura di Betti L.., Siena, Betti Editrice, 1993, p. 23, 26

Autore scheda: Contrada del Leocorno, Simone Carloni

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