La festa del Luca Cava

Luogo: San Gusmè

Comune: Castelnuovo Berardenga

Data/periodo: Dagli anni Settanta del Novecento

Descrizione: Della storia di Luca Cava possiamo rintracciare diverse versioni. Una prima versione narra che un oste residente a San Gusmè, stufo di dover pulire l’ingresso della locanda dal sudiciume lasciato dagli avventori, costruì un bagno pubblico all’esterno, poco distante dall’osteria, con tanto di scritta in bella mostra. Essendo però, a quei tempi, la maggior parte della popolazione analfabeta, nessuno utilizzava il bagno, così l’oste decise di mettere sopra la porta del bagno una statuina di un uomo accovacciato, Luca Cava appunto, dal significato inequivocabile.

Un’altra versione vede un contadino, tale Giovanni Bonechi, che alla fine dell’Ottocento (precisamente nel 1888) sistemò la statuina di Luca Cava nel proprio campo per invitare i viandanti, ma anche gli stessi abitanti del paese, a fare i propri bisogni fuori dalle mura, così da mantenere pulite le vie del borgo in un periodo in cui non esistevano i bagni nelle case e concimare gratuitamente il terreno.

La festa del Luca, che si teneva anche prima degli anni Settanta, deve comunque il suo successo all’opera di promozione di Silvio Gigli, scrittore e uomo di spettacolo senese che ha contribuito ai processi di rivitalizzazione culturale e, al contempo, di gentrification di alcuni importanti borghi castelnovini come San Felice e San Gusmè. Silvio Gigli riuscì infatti a portare nei piccoli borghi delle campagne senesi importanti uomini dello spettacolo e della moda, italiani e stranieri, dando grande impulso anche all’industria turistica chiantigiana.

Negli anni Settanta fu lo stesso Gigli, in effetti, a convincere la comunità di San Gusmè a ricostruire la statuina di Luca, che era stata in precedenza distrutta, e a ridare vita alla festa. La statua fu costruita da Marcello Neri, su disegno di Emilio Giannelli. Silvio Gigli ideò la targa, posta accanto al ritratto, che così recita: Re, imperatore, papa, filosofo, poeta, contadino e operaio: l’uomo nelle sua quotidiane funzioni. Non ridete, pensate a voi stessi. Il Luca è diventato quindi un personaggio di graffiante umorismo, perfettamente adeguato allo spirito della festa che si svolge in suo onore, al quale si sono affiancate nel tempo altre ironiche figure: la moglie (Francesca) Checca Cava (che in alcune versioni è la mamma di Luca) e la figlia (Enrica) Rica Cava.

La festa del Luca organizzata da Gigli si teneva, come avviene tutt’ora, nel mese di settembre e comprendeva anche un premio letterario e vari eventi festivi. La festa si è interrotta nel 1988 con la morte di Silvio Gigli ed è poi stata ripresa, grazie alla Proloco, verso la fine degli anni Novanta.

Attualmente la festa si caratterizza per diverse attività: il mercato di prodotti locali, le esposizioni con artisti locali e stranieri, gli spettacoli, la rievocazione medievale con la presenza di sbandieratori e tamburini, la messa in scena di eventi e pratiche del mondo contadino.

Durante la festa del Luca si corre inoltre il Palio delle Botti, competizione che richiama il più celebre Bravìo di Montepulciano e ne riprende la struttura. La competizione vede impegnate coppie di atleti che spingono una botte di legno, del peso di circa 80 chili, per le vie del paese. Il palio richiede una prestanza fisica ottenuta attraverso un allenamento di tipo agonistico, che trasforma le coppie di partecipanti in veri atleti, che si preparano durante tutto l’anno per poter sostenere l’enorme sforzo richiesto nella gara.

Autore scheda: Pietro Meloni

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