Paul Hoffman fotografo del Chianti

Luogo: Castellina in Chianti

Comune: Castellina in Chianti

Data/periodo: I primi scatti di Paul Hoffman sul Chianti risalgono al biennio 1966-1967

Descrizione: Nato a Seattle nel 1946 da una famiglia di origini tedesche, Paul Hoffman si trasferisce a San Francisco per studiare economia alla Santa Clara University. Dopo essersi laureato, decide di dedicarsi alla fotografia: apre uno studio fotografico, dialoga con gli intellettuali e gli artisti della Bay Area tra San Francisco e Berkeley, collabora con riviste di moda, diventa collezionista e commerciante di foto d’arte. Alla fine degli anni Sessanta trascorre un semestre a Firenze presso la Gonzaga University. Durante questo primo soggiorno in Italia conosce Alessandro Falassi, antropologo e studioso di folklore. Tra i due nasce una profonda amicizia che durerà sino alla tragica scomparsa di Hoffman, morto suicida nel 1994.

Insieme a Falassi, Hoffman trascorre lunghi periodi nel Chianti e in particolare a Castellina. Alla fine degli anni Ottanta, l’amministrazione comunale di Castellina commissiona a Hoffman una campagna fotografica del paese che lo stesso fotografo definisce come un lavoro “tra la gente, con la gente e in qualche modo per la gente”. In compagnia dell’amico antropologo, il fotografo fa più di cinquemilacinquecento scatti che ritraggono i Castellinesi, documentano gli eventi, le festività e gli esercizi pubblici. A partire da una selezione di circa cento scatti dell’imponente documentazione, nasce la mostra Castellina in Chianti: un ritratto, allestita all’interno della Rocca comunale di Castellina durante le “Feste Castellinesi”. Poco dopo la mostra, nel 1990, viene pubblicato il volume omonimo finanziato dall’Assessorato alla Cultura del comune. Piuttosto che essere un catalogo della mostra, il libro illustra e spiega la storia della fotografia attraverso il lavoro di Hoffman sul borgo chiantigiano,  una scelta editoriale che nasce dalla volontà reciproca degli autori e del committente pubblico. Nell’introduzione, l’antropologo ripercorre la storia delle pratiche e delle estetiche fotografiche e distingue la foto d’arte, la foto-documento, la foto-ritratto e la foto di un paese. Ma questa distinzione, piuttosto che classificare le singole opere di Hoffman, è utile a rintracciare gli effetti estetici e quelli referenziali in ciascuno degli scatti a partire dal punto di vista che suggeriscono all’osservatore, dai soggetti e dall’ambiente inquadrato dall’obiettivo.

Alla documentazione del paesaggio e ai ritratti degli abitanti, spesso si affianca un lavoro sulle componenti plastiche e figurative dell’immagine, che produce effetti temporali e significati inattesi. La fotografia Il bronzetto etrusco ritrae un bambino appoggiato con le spalle al muro che custodisce in una mano una piccola statua etrusca. Le origini etrusche di Castellina vengono così, letteralmente, collocate nelle mani delle nuove generazioni che si appoggiano al passato per volgere il loro sguardo verso il futuro. Sulle scale della chiesa ritrae un uomo anziano seduto sulla scalinata mentre in secondo piano il portone e l’edificio sono tagliati per metà dall’inquadratura. La progressione orizzontale delle scale è interrotta dal movimento dell’uomo che sta per sollevare una gamba e accavallarla all’altra. La storia e il paesaggio si fondono ne Il mistero degli Etruschi in cui le relazioni tra primo piano e sfondo mettono in connessione l’ingresso di una tomba etrusca con un gruppo di tre cipressi. Negli scatti Pura razza chianina e Il bazar della carne le azioni connesse alla macellazione della carne richiamano la tradizione pittorica, da Rembrandt a Francis Bacon. Non mancano le fotografie che ritraggono occasioni festive e rituali. In alcune di esse (ad esempio La processione del Corpus Domini e La benedizione sul sagrato) lo sguardo etnografico si coniuga ad un attento studio sulla profondità di campo e sul punto di vista.

Nell’ottica di una restituzione della produzione fotografica di Hoffman alla cittadinanza castellinese, il volume viene donato agli alunni delle scuole elementari del paese e, successivamente, i ritratti vengono donati da Falassi agli abitanti.

Alla fine degli anni Novanta, Hoffman e Falassi collaborano ad un secondo volume composto da  fotografie a colori, intitolato Chianti paradiso limitrofo. Si tratta di una ricognizione visiva, accompagnata dall’introduzione e dalle didascalie di Falassi, del Chianti Classico, che restituisce l’immagine e il racconto di un territorio situato tra due città molto visitate come Siena e Firenze ma, al contempo, lontano dai principali canali di comunicazione e quindi protetto dai flussi del turismo di massa. Gli scatti ritraggono il paesaggio, il patrimonio artistico, i centri urbani. Molte sono le nature morte, uno dei soggetti preferiti dal fotografo. L’ultimo lavoro con Falassi, Sette vini per sette sere, è una raccolta di testi sui vini senesi più rinomati accompagnata dai particolari in bianco e nero delle viti.

Bibliografia:

Falassi A., Hoffman P., Castellina in Chianti: un ritratto, Castellina in Chianti, Comune di Castellina in Chianti, 1990

Falassi A., Hoffman P., Chianti: paradiso limitrofo, Siena, Betti, 1997

Falassi A., Sette vini per sette sere. Storie raccolte nelle terre di Siena, Siena, Betti, 2010

Documenti:

Hoffman-Falassi

Autore scheda: Massimiliano Coviello

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