Il maiale nel Chianti

Luogo: Chianti

Comune: Gaiole in Chianti, Castellina in Chianti, Radda in Chianti, Castelnuovo Berardenga

Descrizione: Maiale, come afferma Gino Civitelli, fa rima con storia medievale. Forse perché è in questo periodo storico che il suino diviene alimento fondamentale nella dieta quotidiana in Europa.

Non a caso, negli Effetti del Buongoverno in campagna di Ambrogio Lorenzetti (1337-1340), affrescati all’interno del Palazzo Pubblico a Siena, è raffigurato un uomo che conduce un maialino di cinta senese.

Nel Chianti, e nella Toscana in generale, il maiale è stato per lungo tempo una risorsa preziosissima, specialmente per la famiglia mezzadrile e contadina. In alcune zone, come ad esempio nella provincia di Lucca, il suino veniva addirittura chiamato “fratello”.

Figura della lascivia e del sudiciume per la voracità nel nutrirsi e l’abitudine a grufolarsi, il maiale si ciba spesso di alimenti di scarto.

Come racconta Delido Donnini, ex allevatore di suini di Gaiole in Chianti, gli ingrassatori di maiali compravano solitamente dai mezzadri i lattonzoli per l’accrescimento. Con la crisi della mezzadria, a partire dagli anni Sessanta, molti allevatori hanno cominciato a comprare e allevare direttamente le scrofe, che figliavano fino a quindici porcellini e quindi garantivano un miglior guadagno, anche se richiedevano un impegno maggiore.

In quasi tutta la Toscana, gli animali (non solo i suini) erano allevati allo stato brado. Prima di essere lasciati liberi di pascolare nei boschi, tuttavia, i suinetti venivano cresciuti nei castri, dove avevano a disposizione una zona separata da quella occupata dalla scrofa. Oggi, negli allevamenti più moderni, per evitare che le scrofe in allattamento possano nuocere ai lattonzoli, vengono tenute in gabbie di contenzione dove non hanno libertà di movimento.

Anche se il maiale autoctono senese è quello di cinta, dal pelo bianco e nero e di dimensioni modeste, i maiali più allevati nel Novecento erano quelli bianchi, che potevano raggiungere un peso rilevante. Nei secoli precedenti, invece, le razze di suini allevati in Toscana erano principalmente quattro: oltre alla cinta senese, veniva allevata la razza cappuccina di Anghiari, la razza maremmana e quella romagnola. Oggi si allevano perlopiù la Large White Yorkshire e la Wessex Saddleback, di origini inglesi. Si tratta di due razze di maiali adattabili e robusti, capaci di ingrassare anche il doppio rispetto alla cinta senese.

Bibliografia:

Civitelli G., Il divin porcello. Storia del maiale nella storia, Terre di Siena, 2001

Fonti:

Intervista a Delido Donnini raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni a Gaiole in Chianti (SI) il 7 aprile 2013

Intervista a Rina Ceccherini raccolta da Valentina Lusini e Pietro Meloni a Barbischio, Gaiole in Chianti (SI), il 20 aprile 2013

Autore scheda: Pietro Meloni

 

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