Le nozze del maiale

Luogo: Monticiano

Comune: Monticiano

Data/periodo: Fino agli anni Cinquanta del Novecento

Descrizione: Negli affreschi del Buon Governo, dipinti nel 1338 da Ambrogio Lorenzetti in una delle sale del Palazzo Pubblico di Siena, è possibile scorgere la figura di un contadino che porta al mercato un porcellino di cinta senese. Questo particolare attesta l’importanza del maiale nella storia e nella cultura agroalimentare della Toscana sin dal Medioevo.
In effetti il maiale è stato, e continua ad essere, un animale prezioso, fondamentale nella dieta e nella cultura alimentare del senese. A Monticiano, oltre che nei poderi mezzadrili, veniva allevato ai “massi”, in una zona poco fuori del paese dove venivano tenuti anche gli animali da cortile. Nei “massi”, che in paese venivano anche chiamati “villaggio dei porci”, il maiale era trattato con molta cura e nutrito con beveroni, erbe cotte, cereali crudi, farina di castagne e, in generale, con qualunque scarto alimentare.

Messo all’ingrasso per diversi mesi, il maiale veniva ucciso di solito nel periodo natalizio e l’evento coinvolgeva spesso non solo l’intera famiglia, ma anche parenti e amici. L’animale veniva sgozzato con un coltello o trafitto al cuore con un punteruolo, che a Monticiano veniva chiamato “spillo”. Oggi si usa un colpo d’arma da fuoco alla testa.
Una volta ucciso, al maiale venivano bruciate le setole con delle fiaccole di roggiola, conosciuta anche come la “ginestra dei carbonai”. Poi veniva pulito delle interiora. Le donne andavano a lavare nel torrente Gonna i budelli, che in seguito venivano utilizzati per la produzione degli insaccati. Il maiale veniva quindi appeso, in attesa che il giorno dopo, di buon’ora, il norcino si occupasse del taglio della carne.

La sera dell’uccisione si preparava la polenta di castagne con le animelle e i tipici migliacci, dolci dal sapore deciso fatti con il sangue cotto del maiale al quale erano mescolate uova, zucchero, spezie e biscotti tritati (di solito i cavallucci senesi). Il giorno dopo , quando si faceva il taglio della carne, si celebravano “le nozze del maiale” con un banchetto generoso, al quale partecipavano la famiglia e gli amici. Venivano preparati i crostini con il paté di milza, il bollito, il riso con il sugo di carne, le braciole e i fegatelli allo spiedo.
Le “nozze del maiale” facevano parte di una tradizione contadina povera di carne, dove l’uccisione dell’animale e la produzione di insaccati erano considerate eventi del tutto straordinari.

Bibliografia:

AA.VV., Cultura contadina in Toscana. La casa e gli animali, Vol. II, Firenze, Bonechi, 1970

Calossi L., Monticiano tant’anni fa. Vita di paese, Siena, Cantagalli, 1998

Martinelli Petrini A., Monticiano, ritratto a memoria, Siena, Pascal Editrice, 2004

Documenti:

Calossi-Vita-di-paese

Martinelli-Le-nozze-del-maiale

Manoscitto-1574

Trascrizione_manoscritto_1574

Autore scheda: Pietro Meloni

 

 

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