Tipi di vigna

 

Luogo: Chianti

Comune: Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Radda in Chianti, Castelnuovo Berardenga

Descrizione: Prima dei vigneti specializzati, nel periodo mezzadrile, era abbastanza facile trovare nel Chianti un tipo di vigneto che oggi sembra quasi del tutto scomparso, mantenuto solo in rari casi da ostinati contadini e vignaioli attenti alla storia agricola del territorio. Si tratta della cosiddetta “vigna maritata”, in cui la vite veniva fatta arrampicare sui tronchi degli alberi. Si risparmiava così non solo l’attrezzatura, ma anche la fatica per la realizzazione del filare. Il “marito” prediletto della vite era l’acero campestre, ma poteva anche “sposarsi” con la ginestra, il salice o l’ulivo. Questo tipo di coltivazione, che ovviamente garantiva una produzione viticola molto più bassa di quella che oggi si produce con il vigneto specializzato, era parte integrante della coltivazione promiscua, dove convivevano diverse colture.

Un altro raro tipo di allevamento della vigna, certamente più diffuso della vigna maritata, è quello “ad alberello”. In questo particolare tipo di allevamento, i tralci della vite non sono assicurati ad alcun sostegno e ogni pianta è lasciata isolata e indipendente dalle altre. Per alcuni, utilizzare l’alberello è un modo per restituire la dignità di albero alla pianta della vite, altrimenti legata e disciplinata in rigorosi filari. La vigna ad alberello richiede comunque una maggiore fatica, perché i “filari” non sono omogenei e ogni pianta tende a svilupparsi seguendo logiche proprie.

La vigna legata alla grande produzione è allevata secondo il metodo del “cordone speronato”. Questo sistema è indirizzato all’abbattimento dei costi di lavorazione, perché la struttura della pianta è organizzata a forma di L e le gemme si situano tutte alla stessa altezza, e ciò favorisce la meccanizzazione della lavorazione agricola. Questo tipo di vigna si è sviluppato molto negli anni Settanta, con la coltivazione intensiva.

Un altro tipo di allevamento del vigneto diffuso nel Chianti è quello “a Guyot”, dove la pianta si sviluppa in verticale a formare un Y, e le 4 gemme tendono a produrre verso l’alto su due piani. La vite, in questo caso, permette di avere due zone produttive, consentendo alle uve più alte di essere più coperte dall’irraggiamento del sole e subire meno, al contempo, il calore di rimbalzo dal terreno. Questo tipo di allevamento produce uve più fresche e acide, più corpose e più alcoliche.

Bibliografia:

Antinori, P., Il profumo del Chianti. Storia di una famiglia di vinattieri, Milano, Mondadori, 2011

Ciacci A., Rendini P., Zifferero A., (a cura di) Archeologia della vita e del vino in Etruria, Siena, Ci.Vin, 2007

Ciuffoletti Z., Alla ricerca del “vino perfetto”. Il chianti del barone di Brolio. Ricasoli e il risorgimento vitivinicolo italiano, Firenze, Olschki, 2009

Giannace M., Ciacci A., (a cura di) Senarum Vinea. Il paesaggio urbano di Siena. Forme di recupero e valorizzazione dei vitigni storici, Siena, Nuova Immagine, 2012

Autore scheda: Pietro Meloni

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