La Torre del termine

Luogo: Via dei Termini, 16 – Siena

Contrada: Contrada Priora della Civetta

Data/periodo: XIII secolo

Descrizione: Il Palazzo Mignanelli, oggi Fani, esteso su Banchi di Sopra dalla Torre dell’Arte della Lana fino al Vicolo di Pier Pettinaio (nn. cc. 7-15), conserva nel primo nome il ricordo di una delle più importanti casate medievali senesi, una famiglia di estrazione consolare, forse di origine francese. Il processo di consolidamento sociale, politico ed economico della consorteria Mignanelli poté dirsi compiuto alla metà del Duecento con la costruzione del proprio palazzo, nobilitato da una loggia, da una casa-torre, da una torre interna e da un’altra sul retro, su Via dei Termini. La scelta del luogo per la costruzione della domus, simbolo del protagonismo sociale del casato, non era stata certamente casuale, avendo i Mignanelli il palazzo vicinissimo al Tribunale dell’Arte della Lana, alla residenza dei Tolomei, con cui avevano dei legami matrimoniali, e alla Chiesa di S. Cristoforo, che fino al Trecento inoltrato ospitò le assemblee del Consiglio Generale. Proprio per la vicinanza con il luogo di potere, sulla torre di Via dei Termini, al tempo del Ghalgano Grosso da Pisa podestà (cioè nel 1248), furono poste le campane del Comune. Vi restarono per circa un secolo, poiché furono levate soltanto nel febbraio 1345. In una “Cronaca Senese” della raccolta “Rerum Italicarum Scriptores” a cura di A. Lisini e F. Iacometti, si legge che una delle campane si chiamava schuilletta e segnava conseglio, ma la principale era la “campana grossa”, ora nel museo del Palazzo Comunale. Quest’ultima regolava i tempi del Consiglio Generale che perciò era chiamato Consiglio della Campana.

La torre dei Mignanelli era detta “del Termine” in quanto marcava il baricentro della divisione amministrativa, civile e militare medievale della città in Terzi o Terzieri (ripartizione basata probabilmente sul fatto che la città sorgeva su tre colli). Ogni Terzo organizzava per ciascun rione Compagnie Militari o Contrade, associazioni d’armi di carattere militare e difensivo, istituzionalizzate fin dall’epoca dello “Constituto Volgarizzato” del 1309-1310. Esse avevano l’obbligo di difendere il Comune in caso di guerra, attendere alla guardia delle mura, delle porte e delle fonti, pattugliare le strade di notte. Ai primi del ‘300 ve ne erano ben 42, ma dopo la terribile “peste nera” del 1348 si ridussero notevolmente.

Oggi il punto d’incontro davanti alla Torre del Termine è costituito da tre pietre bianche allineate con i nomi dei Terzi, incastonate sul selciato nel vuoto scantonato presso l’antica Casa de’ Gallerani. Le armi delle tre ripartizioni sono murate sulle facciate degli edifici prospicienti insieme alle insegne delle Contrade. Sul “torrione” dei Mignanelli vi sono gli stemmi del Terzo di S. Martino e delle Contrade Civetta, Leocorno, Torre, Nicchio e Valdimontone; nella cantonata sotto il Palazzo Ballati Nerli e la Torre Gallerani sulla parete destra vi sono quelli del Terzo di Camollia e delle Contrade Oca, Drago, Giraffa, Bruco, Lupa ed Istrice; sulla parete di sinistra vi sono quelli del Terzo di Città e delle Contrade Selva, Aquila, Onda, Pantera, Tartuca e Chiocciola. L’insegna del Terzo di Città era rossa con croce bianca; quella del Terzo di San Martino era rosso-vinato con, al centro, le figure di S. Martino a cavallo e del povero; quella del Terzo di Camollia era bianca con una K nera al centro.

Un tempo, sotto la Torre del Termine si apriva un vicoletto, chiamato Chiasso Lungo, scomparso forse ai primi del ‘600 per l’utilizzazione dello spazio sovrastante. Fungeva da confine iniziale tra il Terzo di Città e il Terzo di S. Martino. Principiava da dove oggi è un portone dall’arco ogivale (n. c. 14); poi, passando dalla corte del Palazzo Bichi Borghesi, usciva in Banchi di Sopra tra il Palazzo Fani Mignanelli e la Torre dell’Arte della Lana nei pressi della Croce del Travaglio. Si legge nello stradario Fantastici (1789): Dal punto delle nominate tre Pietre si discende la Scala interna della Casa Bichi, essendo stato già serrato il Vicolo corrispondente alla Pietra di mezzo, e si perviene alla Croce del Travaglio (…), restando dalla parte destra il Terzo di Città e dalla sinistra il Terzo di S. Martino. Dallo stesso luogo, prendendo la Strada detta della Piazza dell’Erba si aveva a destra il Terzo di S. Martino e a sinistra quello di Camollia; mentre la linea di separazione tra il Terzo di Città da quello di Camollia era costituita dalla mezzeria del tratto finale di Via dei Termini (allora detto Via di S. Pellegrino) e – traversata la piazza – di Via di Diacceto.

Bibliografia:

Fiorini A., Siena. Immagini, testimonianze e miti nei toponimi della città, Al.Sa.Ba., Siena, 1984

Fiorini A., Strade di Siena. Strade, vie, vicoli e piazze raccontano la città, la sua vita, la sua storia, manoscritto, Siena, 2014

Autore scheda: Contrada Priora della Civetta, Alberto Fiorini

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento