Pantaneto

Luogo: Via Pantaneto – Siena

Contrada: Contrada del Leocorno

Data/periodo: Via Pantaneto negli anni ’40-‘50

Descrizione: La vita è come un palcoscenico di teatro, ogni scena ha i suoi fondali e le sue quinte dove si svolge una trama che si viene pian piano dipanando con lo scorrere dell’azione. Nel primo atto, per noi ragazzi del dopoguerra, la scena era una strada, la nostra strada, il nostro microcosmo. Una strada anomala perché non era di quartiere popolare ma nemmeno troppo signorile: una strada che non aveva negozi ma botteghe, dove ogni bottegaio era pronto a farti almeno da zio nel caso tu ne avessi avuto bisogno. Camminare in quella strada era viverla e goderla in tutti i suoi risvolti: suoni, odori, sensazioni. In piazzetta la bottega di Dino il falegname, due occhi azzurri sotto una fronte spaziosa di grigi capelli a spazzola, era odorosa di trucioli appena tagliati, di colla e di trementina. Gli effluvi di aromi di spezie arricchivano l’aria vicino alla salumeria di Alibrando, fiero pizzicagnolo dallo zinale arrotolato e dal baffo protervo. Da lì vicino Giangio il marmista ricavava note armoniose con il suo scalpello che incideva epigrafi ed epitaffi sulle pietre tombali che, una volta terminate venivano caricate con l’aiuto di sua moglie, perché a lui purtroppo mancava una gamba, sull’ape per essere portate al cimitero. Poi per noi ragazzi, dall’altra parte della strada, c’era il fascino del mistero della persiana quasi sempre semichiusa della finestra della stanza dove Lisa leggeva le carte.

Poi sugheri di tutte le taglie e tutte le misure nella bottega della Tappaia mentre poco più avanti potevi vedere la mamma di Leonida che rammendava le calze.

La gastronomia era assicurata dai negozi di alimentari di Edoardo il Garuglieri che usava sempre toni melliflui e suadenti anche se andavi a comprare tre etti di grandinina per la tua nonna, ed un po’ più in giù, verso Romana, di Pilade che con il pezzetto di lapis sempre appiccicato all’orecchio ti vendeva le acciughe con lo schiocco più bone del mondo dopo avertele pesate e incartate in una quantità epica di carta gialla. Ma il meglio del meglio per noi ragazzi era rappresentato dall’antro degli Zozzi di fronte a Magalotti dove c’era la bottega di Santino il carbonaio, posto in cui le nostre nonne ci mandavano a comprare la brusta e il brustino per mettere, d’inverno, il foco a letto.

Gli Zozzi, epiteto parzialmente meritato per la non eccessiva pulizia del locale, erano due fratelli livornesi, esperti produttori di cecina, castagnaccio, pizza e altre delizie, ma la specialità della casa era rappresentata da bomboloni di mitiche dimensioni e dal profumo e succulenza paradisiache.

Gabriello e Giselda, oltre alle chiacchiere e pettegolezzi, vendevano frutta e verdura di stagione che venivano in parte dagli orti che il Lucchesi coltivava con amore nella valle di Follonica. Poco più giù c’erano le botteghe di stagnino dei fratelli Damiani e quella di un tappeziere di cui non mi sono mai ricordato il nome.

Alla trattoria di Zeno potevi contare su pantagrueliche porzioni di agnello alla romana con carciofi alla giudia da leccarsi le dita ed i baffi, che ancora non avevi, per almeno mezza giornata.

Dulcis in fundo, la cartoleria della Billa dove oltre alle strisce di carta colorata per fare i barberi e le spennacchiere potevi trovare stringhe di liquirizia arrotolata con la pallina nel mezzo rossa o blu e cilindretti di menta bianca arricchiti da spirali rosse o verdi.

Questo era il nostro piccolo mondo, un mondo scomparso che vive solo nei ricordi, ma lo spettacolo deve andare avanti e quindi la scena cambierà e cambieranno le quinte e gli scenari, ma nel nostro immaginario quella e solo quella è stata, è e sarà sempre la nostra strada perché ogni pietra, ogni mattone, ogni finestra e ogni portone ci parlano e ci parleranno sempre di Leocorno.

Note: Ricordi di Mario Fineschi, un contradaiolo che ha vissuto la sua giovinezza nel Leocorno e nel suo territorio.

Autore scheda: Contrada del Leocorno,  Paolo Doretto

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento