Il parto naturale all’Ospedale di Campostaggia a Poggibonsi
Luogo: Località Campostaggia
Comune: Poggibonsi
Data/periodo: Dagli anni Ottanta del Novecento
Descrizione: Un aspetto di grande interesse ma spesso poco conosciuto di Poggibonsi riguarda il modello del “parto naturale” che il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Campostaggia, tra i primi in assoluto in Italia, ha sperimentato a partire dagli anni Ottanta del Novecento. Quella del “parto naturale”, o della “nascita senza violenza”, è un’esperienza che ha fortemente rivoluzionato l’idea del parto e ridimensionato la componente medicalizzata che appariva eccessiva agli occhi di molti operatori sanitari e future madri.
Non ci interessa qui ripercorrere il dibattito – di livello internazionale – che ha dato origine a questo profondo ripensamento, quanto evidenziare come un piccolo centro della Toscana, di poco meno di 30.000 abitanti, fosse aperto e pronto a questo genere di innovazioni. Oggi, dopo più di trent’anni di esperienza, Poggibonsi è divenuto uno dei centri di riferimento in Italia.
Chiara Quagliariello, antropologa culturale che si è formata a Siena e si è poi trasferita ad insegnare a Parigi, ha studiato la storia di questo cambiamento, raccogliendo interviste ai medici, alle ostetriche, alle infermiere, alle coppie che hanno deciso di dare alla luce un figlio seguendo la prassi medica del “parto naturale”.
Da una intervista a Barbara Grandi, la ginecologa che si è impegnata per questo rinnovamento a Poggibonsi, scopriamo come il percorso sia stato complesso, spesso ostacolato da altri medici perché incentrato sull’“arte ostetrica”: Nel 1983 ho fatto una scelta tattica, quella di creare all’interno di un piccolo ospedale uno spazio dove l’assistenza alle donne fosse al di fuori della giurisdizione dei medici, un ambiente in cui ridurre al minimo l’intervento medico mantenendo il più elevato possibile l’indice di sicurezza per la salute della madre e del bambino. […] Sono andata in giro per il mondo alla ricerca di idee, “rubandole” a quelli che ci sapevano fare: la prima esperienza fondamentale è stata quella degli Stati Uniti, dove esistevano dei centri alternativi per la nascita in ospedale, sono andata a visitarli, a vedere quelle stanze con il letto matrimoniale. Una parte di cose le ho prese da là, un’altra dall’Olanda, dove il parto con l’ostetrica era la norma (Grandi, in Quagliariello 2013: 121 e 123).
A Poggibonsi nasce così la “stanza del parto naturale”, un luogo che, come spiega la Quagliariello, vuole essere intimo e familiare per entrambi i coniugi, con mobili e arredi che ricordano una comune camera matrimoniale e dove le donne possono trascorrere l’intero periodo di permanenza in ospedale. Ogni donna può scegliere di partorire nella posizione che ritiene più comoda, anche in speciali vasche per il parto dove può entrare in acqua insieme al proprio compagno; può portare con sé la musica che preferisce come sottofondo, qualcosa da mangiare e da bere, oli per massaggi ed essenze profumate.
Questa realtà, all’inizio, attirava molte coppie e donne dall’Italia settentrionale. Con il tempo, anche gli abitanti della provincia di Siena e di Firenze hanno cominciato a scegliere l’ospedale di Poggibonsi per il “parto naturale”. Così, oggi, quell’esperienza innovativa e sperimentale è diventata una normale prassi ospedaliera.
Bibliografia:
Quagliariello C., La nascita “naturale”. Etnografia delle pratiche del corpo in un reparto di maternità, in Grilli S. (a cura di), Per-formare corpi. Esperienze e rappresentazioni, Milano, Unicopli 2013, pp. 109-152
Autore scheda: Pietro Meloni
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