Le case di Monticiano

Luogo: Monticiano

Comune: Monticiano

Data/periodo: Prima metà del Novecento

Descrizione: Le case di Monticiano, fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, erano modeste, come in gran parte dei paesi della Toscana rurale.
Al piano terra di molte abitazioni c’era la stalla dove stava l’asino, animale posseduto da quasi tutti in paese per la sua utilità nei trasporti e nel lavoro. Nella stalla si potevano trovare anche animali da cortile, anche se solitamente questi venivano allevati ai “massi”, costruzioni situate poco fuori dal paese che ospitavano maiali e altri animali. Sempre al pian terreno c’era la cantina, che serviva per conservare le provviste.
La casa era costituita di poche stanze che venivano usate per dormire. Le camere erano arredate con letti in ferro e mobili spartani, realizzati in legno buono e con maestria.

Nelle case dei primi del Novecento l’acqua corrente non c’era e quindi bisognava andare a prenderla quotidianamente alla fonte. Non c’erano, del resto, nemmeno i gabinetti, per cui chi aveva le stalle per i muli le usava anche per vuotare i vasi dei gabinetti.
La stanza più importante della casa era la cucina. Questa era anche il locale più spazioso, dove la famiglia, solitamente numerosa, si riuniva per mangiare e compiere una serie di altre attività. In un periodo in cui il salotto era ancora una prerogativa delle abitazioni borghesi e non si era imposto nelle case delle classi popolari, la cucina svolgeva un importante ruolo di socializzazione. Era in cucina che i membri della famiglia passavano del tempo insieme; sempre in cucina si ricevevano gli ospiti e ci si scaldava durante il freddo invernale.

Il centro della cucina era il focolare, fornito di fornello per cucinare. Il focolare era piuttosto ampio (generalmente occupava un’intera parete) in modo da consentire alle persone di stare sedute intorno al fuoco per scaldarsi e stare a veglia. Il fuoco veniva acceso tutti i giorni dell’anno e per quasi tutto il giorno. Sopra il camino c’era solitamente una mensola con oggetti d’uso quotidiano: sale, zucchero, fiammiferi, surrogato di caffè. Lì era appeso anche il paiolo. Sul soffitto, agganciati ai correnti, venivano messi ad essiccare i salumi: salsicce, buristi, capocolli.
Su un’altra parete c’era la piattaia, anche se in molte cucine mancava l’acquaio per cui i piatti venivano lavati in un catino con l’acqua presa alla fonte.
Al centro della stanza il tavolo con le sedie e, in un angolo, altri due oggetti di fondamentale importanza per la casa: la madia, che serviva per impastare il pane e per conservarlo, e il cassone per la farina di castagne.

Bibliografia:

Calossi, L., Le tradizioni, in Ascheri M., Borracelli M. (a cura di), Monticiano e il suo territorio, Siena, Cantagalli, 1997, pp. 231-242

Martinelli Petrini A., Monticiano, ritratto a memoria, Siena, Pascal Editrice, 2004

Autore scheda: Pietro Meloni

 

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