Basilica di Sant’Agata ad Asciano

Luogo: Asciano

Comune: Asciano

Descrizione: Il primissimo impianto della chiesa pare accogliesse un tempio pagano dedicato a Venere o, più probabilmente, alla dea Cupra.

Nel 1040 la chiesa è denominata plebs Sanctae Agathae nel contesto di un atto testamentario del conte Ranieri della Scialenga, figlio del conte Gualfredo, che riguardava l’ubicazione di un vigneto e di un fondo rustico nella circoscrizione della pieve. Nel 1045 il vescovo d’Arezzo, Immone, assegna la pieve in amministrazione al capitolo della sua cattedrale. L’antica pieve di Sant’Ippolito, situata in aperta campagna, diviene chiesa subalterna alla nuova ecclesia mater di Sant’Agata, posta nel borgo fortificato di Asciano, mentre una bolla del 1178 del pontefice Alessandro III elenca i nomi di altre 27 chiese subalterne nel raggio di un territorio vastissimo.

Nel corso dei secoli la chiesa cresce: nel XII secolo, a fianco del primitivo tempio, viene eretta la torre merlata che fungeva da campanile e da postazione di vedetta del castello di Asciano, in prossimità della Porta Maggiore. La prima campana installata nella nuova torre campanaria, dedicata a Sant’Agata, porta la data del 1280. Posteriori alla struttura originaria sono anche la cupola, l’arco trionfale, l’allungamento della navata centrale e la facciata gotica.

La pieve di Sant’Agata viene eletta Collegiata nel 1542, prima con quattro e poi con sei canonici e due dignità: propositura e arcipretato. Alle soglie del Seicento, viene ulteriormente rimaneggiata e modificata internamente secondo lo stile barocco.

Negli anni 1878-1885 il complesso venne restaurato su progetto dell’architetto Partini: furono rimossi i sette altari barocchi e costruito l’altare maggiore; la chiesa venne intonacata e decorata con strisce orizzontali bianche e rosse alle pareti e con fregi e stelle sotto gli archi e le volte. Nel 1954, l’edificio venne chiuso al culto per nuovi restauri: furono tolti gli intonaci delle pareti e dalle volte a crociera e della cupola, abbassato l’altare maggiore e rimossa l’orchestra.

La chiesa, con pianta a croce latina terminante con tre absidi, si erge su una larga e imponente scalinata in travertino costruita nella seconda metà del XIX secolo. La facciata a capanna è caratterizzata da tre archi ciechi a sesto acuto. Su quello centrale si apre il portale di ingresso, mentre la parte superiore mostra una cornice orizzontale delimitata da lesene e coronata da una serie di archetti ciechi sotto gli spioventi del tetto. La composizione della facciata documenta il passaggio dallo stile romanico a quello gotico; i vari rimaneggiamenti che hanno interessato il complesso nel corso dei secoli caratterizzano l’unicità della struttura: la parte finale della navata è insolitamente prolungata da un ambiente quadrilatero, concluso poi da un’abside semicircolare simile a quelle che chiudono i due bracci del transetto; il campanile, non troppo alto e slanciato, non presentava in origine la cella campanaria, che fu aggiunta in seguito con aperture a tutto sesto e merli; il tiburio, ottagonale, presenta infine elementi decorativi ricorrenti in tutto l’edificio, quali arcatelle cieche, losanghe e lesene.

In occasione dei restauri del 1954, il nutrito corredo di opere d’arte che si trovavano nella chiesa fu spostato, per ragioni di salvaguardia e conservazione, nell’allora vicino Museo d’Arte Sacra, istituito nel 1952 e successivamente riallestito in Palazzo Corboli. Nella chiesa restano oggi il grande affresco attribuito a Girolamo del Pacchia, il tondo del Deposto di Croce del Sodoma, le quattordici stazioni della Via Crucis in terracotta policroma, alcune tele del XVIII secolo di maestri senesi, nonché il romanico fonte battesimale proveniente dell’antichissima pieve di Sant’Ippolito, nella quale originariamente veniva amministrato il battesimo per immersione. In un’urna sulla parete sinistra della navata si conservano i resti della “serva di Dio” Teresa Francini Naldi, ascianese. Infine, un pregevole crocifisso ligneo del XV secolo domina il fondo dell’abside centrale.

Bibliografia:

AA. VV., Asciano. La storia, le Contrade, il Palio e la sua gente, Asciano, Associazione Contrade di Asciano e Comune di Asciano, 2010

Lucatti R., Asciano: centro delle Crete senesi, a cura di F. Salvi, Firenze, Octavo, 1998

Autore scheda: Marta Mazich

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